Classic Boat – I superprogetti del periodo 1985-1987
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Vi abbiamo parlato di Classic Boat e ve ne abbiamo presentato le più significative, progetti brillanti e meritevoli di essere celebrati e considerati per il valore che hanno (QUI). Per approfondire il tema come merita, contestualizzando ogni progetto e ogni barca al suo tempo, ecco ora una serie di articoli di approfondimento, brevi analisi dei canoni progettuali, delle loro evoluzioni e delle stesse Classic Boat, periodo per periodo. Sull’onda del precedente episodio (QUI), dedicato ai primi anni ’80, arriviamo ora alla seconda metà del decennio, periodo profondamente in bilico tra quella che era la logica IOR e l’avvento di una nuova era.
Classic Boat – I grandi progetti 1985-1987
Se fino agli inizi degli anni ‘80 la spinta verso la performance e la progressione tecnologica era dettata all’interno dei canoni IOR, con la prima metà del nuovo decennio la regola entra invece in crisi, con tanti cantieri e altrettanti progettisti pronti ad allontanarsi dallo spirito della regata, vedendo il sistema di regolamento stesso andare verso la sua fine. Una serie di condizioni, queste, che portano la seconda metà degli anni ‘80 a prediligere design nuovi, differenti rispetto ai tanti visti in precedenza e, soprattutto, avvicinano ai radicali cambiamenti di fine secolo, con progetti notevolmente discosti dal canone e con l’introduzione del nuovo sistema, l’IMS.
Il periodo 1985-1988 è, però, ancora colmo dei precedenti insegnamenti, un culmine progettuale quasi al suo punto di svolta, ma ancora prepotentemente vicino ai due decenni precedenti. Siamo ancora, insomma, in un calderone di genio destinato a sfornare alcune tra le più grandi Classic Boat del secolo.
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Classic Boat 1985-1988 – L’apoteosi del Fast Cruiser
Forte dei grandi insegnamenti dei primi anni ‘80, successi quali Brava, Azzurra e Blue Show, lo studio Vallicelli apre la seconda metà del decennio con un grande progetto per Comar, una barca pienamente in linea con il suo tempo: il Comet 12. Le linee sono pulite, lo scafo è marino, sicuro e, sotto al galleggiamento, emerge tutta l’esperienza dello studio nel mondo della regata.
È l’archetipo del Fast Cruiser del decennio: poppa larga, coperta flush e pozzetto enorme. Un disegno distinto dalle linee dello studio, ma in pieno dialogo con i grandi successi del periodo, come il Baltic 43 dell’86 – firmato dal duo Judel/Vrolijk – o come il Nauta 54, altro grande performer di gran classe, primo, peraltro, della saga dei My Song.
Quasi in contemporanea, Beneteau si avvicina a questi grandi standard, complice la mano del geniale German Frers. Nasce così anche il First 51, un 15.6 metri che ancora una volta consacra le intuizioni dell’argentino, che disegna per il cantiere francese uno scafo eccellente, derivato da un suo grande prototipo da regata. La poppa è sempre ampia, lunga, ma qui gioca un grande ruolo il baglio massimo, enorme, ben 4,55 metri. Dimensioni che regalano spazi ampi sia sopra che sottocoperta, offrendo superfici decisamente inusuali sia per la stazza, che per l’epoca. Soluzione che Frers adotta anche nel coetaneo Grand Soleil 52 (foto in precedenza), suo grande capolavoro del 1987.
Classic Boat 1985-1988 – La crociera di serie
In contemporanea ai grandi fast cruiser, i cantieri della “grande produzione in serie” continuano invece la loro inarrestabile ascesa. Proseguono in questo periodo le grandi icone delle linee First e Oceanis di Beneteau, rappresentate prima dal grande successo del First 375 di Finot, e poi dai longevi Oceanis 350 e 430, barche impostate per il grande pubblico e capaci di riscuotere il pieno favore del mercato.
A queste si affiancano anche i grandi successi della concorrenza, francese, nel caso del Pretorien 35 di Wauquiez firmato da Holman & Pie, e italiana nel caso del Comet 375, firmato questa volta da Finot e Peterson. Il trend è chiaro, produrre sloop per la crociera ma che non disdegnano la performance, barche sicure, asciutte e razionali, che a loro modo recuperano le coperte pulite ed eleganti dei “giganti” loro contemporanei, aprendosi, però, al pubblico cui questi sarebbero invece proibitivi. Un esempio seguito che si ritrova anche presso un’altra grande italiana, il Grand Soleil 343, un 10.4 metri capacissimo di sposare performance e comodità a qualità al top di gamma.
Classic Boat 1985-1988 – Verso un cambio di paradigma
Se il 1985 e il 1986 ancora mantengono il passo della precedente metà decennio, con il 1987 si aggira già un’aria diversa. Oltre agli estremi presentati dal piccolo Nytec 23 – un derivone per tutti, fuori di ogni logica e pensato solo per correre e divertirsi – o dal grandioso ULDB 65 (foto in precedenza) di Vallicelli – un Ultra Light Displacement clamoroso, estremo nel dislocamento, classico nel design e con una poppa splendida e una pulizia di coperta rara per l’epoca (Nastro Azzurro ne è un ottimo esempio), si è infatti in un periodo che accenna al nuovo, un nuovo che saprà restare.
Proprio nel’87, X-Yachts coglie l’aria del cambiamento, e la cavalca con un salto di qualità. Si apre l’era dei suoi performance-cruiser, a partire dall’X-372, barca comoda e dalla carena potente, adatta alla crociera ma profondamente corsaiola, con appendici affusolatissime e turbolenze ridotte al minimo. Segue immediatamente l’X-452 (immagine in apertura), l’emblema di una ricerca al Cruiser-Racer più competitivo sul mercato. Dalle mani di Jeppesen nasce così un 45 piedi dalle linee pulite e snelle, coronate da uno specchio di poppa eccezionale e prestazioni di cui non lamentarsi.
Ma il colpo di spugna è dato, per assurdo, da Beneteau. È il 1988 e nasce il First 35S, una chiara svolta nella mentalità progettuale e di marketing. Per la prima volta un designer al di fuori del mondo della nautica, Philippe Stark, mette le mani in una barca a vela di serie. Il successo è a dir poco grande, mantenendo la linea produttiva in moto dal 1988 al 1994. Basta vederne la tuga, con quelle inusuali finestrature per capire che i tempi stanno cambiando, e con loro la progettazione e la domanda. Si sta per aprire un mercato assolutamente bipolare.
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