Classic Boat – I grandi progetti del periodo 1980-1984
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Vi abbiamo parlato di Classic Boat e ve ne abbiamo presentato le più significative, progetti brillanti e meritevoli di essere celebrati e considerati per il valore che hanno (QUI). Per approfondire il tema come merita, contestualizzando ogni progetto e ogni barca al suo tempo, ecco ora una serie di articoli di approfondimento, brevi analisi dei canoni progettuali, delle loro evoluzioni e delle stesse Classic Boat, periodo per periodo. Sull’onda del precedente episodio (QUI), dedicato alla fine degli anni ’70, arriviamo ora ai mitici anni ’80, un periodo di estremi e soluzioni radicali.
Classic Boat – I capolavori del 1980-1985
Con l’avvento degli anni ‘80, il mondo della vela si addentra in un periodo progettuale sempre più “bipolare”. Da una parte spopola la regata, resa popolare dai pantheon dei budget milionari (come la Coppa America o le Admiral’s Cup) e dai tanti progetti di serie destinati a soddisfare bisogni ibridi, i fast cruiser, ma dall’altra si avverte anche una necessità differente, quella di discostarsi da questi mondi, cercando la pura navigazione ed il piacere della crociera.
All’ossessione della regata si oppongono così anche tantissimi progetti di serie che, al contrario, si allontanano completamente da quelle che sono le logiche dello IOR. Si apre, insomma, una stagione di “estremi”, popolata da alcuni tra i migliori performer di serie, tanto quanto da alcuni dei più grandi bluewater del decennio. Un connubio di progetti eccezionale che, esplorando le differenti soluzioni, offrirà risposte progettuali fondamentali al resto del decennio.
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Classic Boat 1980-1985 – Piccoli precursori
La prima metà degli anni ‘80, però, è anche il tempo delle “piccole” e dei monotipi, un trend già inaugurato sul finire degli anni ‘70 da successi quali il J/24, e qui portato oltre, con progetti come il Farr 740 o il Fun 23. Barche sotto gli 8 metri, progettate per le regate di flotta e per chi, soprattutto, vuole andare forte, sempre. La componente estetica viene meno e, talvolta, i limiti dello IOR pure. Sono barche semplici, lanciate, e fondate su di una ricetta basilare quasi infallibile: scafo planante, tre vele e garanzia di velocità. Una formula vincente fin da subito, tanto che ancora molte spopolano sui laghi di tutta europa.
Piccole, però, non significava dire solo regata. La velocità si ibrida infatti spesso con la volontà di offrire un prodotto versatile, non solo veloce ma anche abitabile, seppur, volontariamente, piccolo. È il caso del Trident 80, pensato per la piccola crociera ma velocissimo, forte di una lunghezza al galleggiamento molto abbondante in relazione alla sua LOA. Un caso riflesso anche nello Stag 29 e, ancor più, nel Comet 28 Race del 1985, barca che, al contrario, si propone di far andare in regata chiunque, rendendosi accessibile, ma diventando apprezzatissima da chi cercasse invece la via di mezzo. Un trend ripreso anche da alcune “stazze medie”, come ad esempio il Duck 31 e lo Ziggurat 995.
Classic Boat 1980-1985 – La febbre della regata
Neanche a dirlo, il mercato della regata, quello “vero”, si muoveva però su numeri ben diversi, traslando sul “grande”. Numeri traducibili in termini di lunghezze e un “grande” interpretabile non solo come volume, ma anche come firme e progetti. È infatti questo il periodo dei fast cruiser eccezionali, progetti così fondamentali da essere, necessariamente, tradotti nelle grandi Classic Boat così in voga ancora oggi.
Nel 1980 sono tanti i grandi fast cruiser che incontrano il mercato, barche fondamentali anche per le riflessioni che importano direttamente dal mondo dello IOR. Bellissimi cruiser-racer del 1980, appunto profondamente influenzati dalle regole del rating, sono ad esempio il Polaris 37 di Holland e l’Oyster 41 progettato da Jones, quest’ultimo già “ambasciatore” di un’ampia poppa, trend sempre più presente con il prosieguo del decennio, e ripreso anche da altre grandi contemporanee, quali lo Show 42 e il Baltic 42 DP, rispettivamente derivati dal Blue Show di Vallicelli l’uno, e primo disegno di Peterson per il cantiere l’altro, seguito due anni dopo dal Baltic 38 DP, non dissimile per concezione.
A sperimentare nel segmento delle “crociera-veloce”, non mancano di farsi notare anche barche di stazza media quali l’Elan 31 (primo grande successo dell’omonimo cantiere) o il DB2 di Van de Stadt, non solo campione del mondo Three Quarter Ton, ma anche tra i primi esemplari a mostrare una grande poppa aperta, chiaramente in contrapposizione con design quali i contemporanei Baltic o il Morgante 45 di Sciomachen, dove la poppa è ancora ampia e lunga.
Classic Boat 1980-1985 – L’ascesa di Frers
Grande punto di svolta del 1980 è, indubbiamente, l’ascesa di Frers all’olimpo delle Archistar. Sebbene già affermato come progettista, è a partire dal 1980 che l’argentino inizia a firmare grandi progetti, a partire dal mitico Swan 51, primo scafo del cantiere a essere prodotto post-Sparkman & Stephens. Lo scafo è elegantissimo, la poppa ampia e altrettanto è il baglio, ora però più arretrato rispetto agli standard precedenti, creando uno scafo eccezionale, capace di esser competitivo anche a distanza di decenni, tanto da vincere il Campionato IOR 1991…
Nell’81 Frers firma una seconda grande Classic Boat, il First 42 della francese Beneteau. Il tratto recupera quello del progetto precedente, ispirandosi alle linee del Gitana II. La barca è un discreto successo, cui segue nel 1982 l’altro grande cantiere francese, Dufour, che ormai privo dell’estro del fondatore, si rivolge a Frers per rilanciarsi. Nasce un cruiser puro, una barca marina e ricchissima nei volumi e negli interni: il Dufour 39. Un primo passo del designer verso il mondo della crociera, coronato dalla collaborazione con Hallberg Rassy dell’89, qui ancora lungi dal venire.
Classic Boat 1980-1985 – La grande crociera e i bluewater
Contemporaneamente ai primi passi di Frers nel mondo della crociera, un’altra archistar si appresta a fare la stessa cosa. Alain Jezequel collabora con il Cantiere del Pardo per il disegno di un cruiser veloce e marino, una barca volontariamente estranea alle logiche IOR. Nasce il Grand Soleil 35, un 11.1 metri dalle linee fini e dalle soluzioni intelligenti, racchiuse entro una prua profonda e una poppa poco imponente. È subito un cult, replicato nell’83 da un altro cruiser premium dell’accoppiata italo-francese, il Grand Soleil 39, lo “Spaghetti Swan” per antonomasia.
In parallelo, l’altro grande cantiere italiano produce i suoi cruiser. È Se.Ri.Gi (oggi Solaris), che lancia i suoi mitici Solaris 37 e Solaris 39 –barche di ottima fattura, solide e non dissimili per volumi dagli scafi del Pardo– seguiti dal Solaris One di Peterson nell’84. In Francia, intanto, prende vita il Selection 37 di Nivelt.
Contemporaneamente, nei mari più freddi del nord europa, il concetto di blue water va costituendosi su basi completamente diverse, soprattutto nelle linee di coperta e nei volumi, molto più imponenti, ma virtualmente più sicuri, più marini, e decisamente più spaziosi. Nel 1981 Enderlein disegna l’ammiraglia di Hallberg Rassy, il cantiere della crociera per definizione. Pensato per prendere il mare senza preoccupazioni e senza compromessi, protettissimo, l’Hallberg Rassy 41 sarà infatti un trendsetter per il mercato scandinavo della grande crociera, replicato su basi più piccole tre anni dopo, con l’Hallberg Rassy 382 concorrente dell’altra nordica, il Najad 390.
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