Quest’anno al Velista dell’Anno (scopri chi ha vinto e perché), il premio più prestigioso della vela italiana (assegnato dal Giornale della Vela dal 1991) ve lo avevamo annunciato, avrebbero vinto anche i fan. Vi abbiamo chiesto di inviarci via mail i vostri “endorsement”, ovvero i messaggi di sostegno al vostro candidato preferito.
Boom di mail! 545 endorsement al Velista dell’Anno
Ne sono arrivati ben 545! Dopo un lungo lavoro di selezione, la Giuria del Giornale della Vela, la stessa che ha decretato i vincitori del Velista dell’Anno 2023, ha raggiunto il verdetto e ha deciso i sette endorsement vincitori a cui assegnare i fantastici premi messi in palio da Garmin Marine, ovvero due smartwatch da vela Garmin quatix 7 e cinque ricevitori satellitari bidirezionali di ultima generazione Garmin InReach.

Gli endorsement vincitori del Velista dell’Anno 2023
I vincitori del quatix 7 sono Michele Borea d’Olmo e Alessandro Giay Pron, mentre i premiati con l’Inreach sono Agnese Lanzoni, Francesco Cima, Enrico Di Piazza, Franco Deganutti e Luana Marzi.
Qui sotto, leggendo i loro endorsement appassionati, dal figlio che celebra suo padre, al 13enne che sogna l’oceano, alle “pennellate” perfette che descrivono in poche parole lo spirito dei velisti candidati, scoprirete perché la Giuria ha deciso di premiarli.
Gian Battista, mio padre. Grande marinaio
Autore: Michele Borea d’Olmo
Endorsement a favore di: Giovanni Battista Borea d’Olmo
Cari membri della giuria del Giornale della Vela,
Vi scrivo con l’obiettivo di sostenere mio padre, candidato come Velista dell’Anno, categoria Owners.
Mi rendo conto che, essendo io il figlio del candidato, il mio giudizio è senz’altro oltremodo di parte. D’altronde se non fosse così non starei scrivendo questa lettera e non avrei la passione che ho per la vela, se lui non fosse riuscito a trasmettermi una briciola di quella che ha lui. Ed è proprio quella di cui ho voglia di raccontarvi.

Gian Battista è un marinaio, di quelli che, con un pizzico più di follia, sarebbero divenuti un Tabarly (con tutto il rispetto per Tabarly che è un mito indiscusso della storia della vela). Sempre in giro per il mare, sempre freneticamente in planata, ma sempre con la sensazione di calmo controllo e tutti noi sappiamo che il mare, di calmo e controllato, ha poco. A pensarci bene, mio padre con un pizzico più di follia, sarebbe stato mio nonno (velisticamente parlando), che è stato un Tabarly d’altri tempi. Ma questa è un altra storia.

Lui, Gian Battista, è stato adottato dal mare, e, da quando si è iscritto al Morosini di Venezia, non è più stato lontano da una barca per più di qualche giorno, regatando inshore e offshore, su qualsiasi cosa galleggiasse e avesse un palo e qualche vela. Sono passate stagioni e campionati sul FJ, FD, Star, J24, navigazioni e regate oceaniche con la Stella Polare, di cui è stato il Secondo, costiere e triangoli al timone di Santa Rosa, Agneta, Bonafide, Moya, Sorella e tante altre barche, di cui adesso non ricordo il nome.

Nel 1999 avevamo un barchino costruito, su disegno di Harrison Butler, nel 1949 in Malesia, con il rarissimo teak nero locale. Un legno, il teak nero, che ha una densità tale che, messo in acqua, affonda! Il Selemat, con i suoi 9 metri di lunghezza e le sue 9 tonnellate, non era certamente una barca veloce, neanche vagamente, ma è stata una brava barca che ci ha regalato tanti bei momenti di famiglia. Tra questi l’ultima regata del nonno che, pochi giorni dopo aver timonato il Selamat alla regata dei Legionari (YCPR) ci ha lasciato.
È arrivata quindi in famiglia Vistona, una barca nata dalla matita di McPherson Campbell nel 1937. Era un epoca di straordinaria innovazione e evoluzione delle barche. Nasceva lo yachting e il cruising. Le barche venivano costruite non più solo per scopi tecnici o lavorativi, ne per regatare (lusso fino a pochi anni prima destinato a pochissimi). Si iniziava a a navigare per piacere. Si iniziava anche a cambiare il modo di disegnare le barche. Si percepivano i vantaggi degli armi Marconi rispetto a quelli aurici. Si provavano linee innovative, molto varie e a volte coraggiose. Nasce in questo mondo Dalriada, poi ribattezzata ancor prima del varo NancyRose e subito a seguire Vistona, un cutter aurico disegnato evidentemente per essere quello che noi oggi chiameremmo un fast cruiser, con grandi volumi a prua e una poppa molto fine (sembra la forma di un pesce).
Mio nonno la vide per caso intorno al 1963 e se ne innamorò. Nel 1966, la ritrovò in stato di abbandono, la comperò e la converti in Yawl Marconi, un armo più semplice e adatto a quello che voleva fare lui: navigare, solo, avendo solo un braccio.
Quando è arrivata in famiglia, per tante ragioni, tra le quali le tantissime miglia percorse in Adriatico, Vistona era mal ridotta e trascurata da tanti anni. L’albero originale si è rotto mentre veniva legato con la gru per disalberare, e lo scafo era uno scolapasta. Dopo 4 anni di restauro fatto da mio padre con l’aiuto di Marco Bonacina (maestro d’ascia e oggi comandante del Vistona), Vistona si è ripresentata al mondo ringiovanita, riportata all’armo originale e pronta a navigare e regatare ancora.
Da quel momento Gian Battista non ha più staccato le mani dal timone di Vistona, portandola in giro per il mediterraneo a navigare e regatare in tutte le condizioni. Mi scuserete quindi se mi sono dilungato sulla storia di Vistona, ma mio padre e Vistona sono due entità che non possono essere più raccontate, velicamente parlando, in maniera indipendente dall’altra.

Far camminare bene le barche è maestria di pochi, che queste siano barche moderne o d’epoca. Gli equilibri che entrano in gioco sono infiniti e non c’è mai limite al miglioramento.
Sulle barche moderne le classi, le stazze e i regolamenti danno dei limiti e dei binari dentro cui, chi sviluppa una barca deve stare. Nonostante questo ci sono sempre (purtroppo) delle piccole scorciatoie o soluzioni al limite che regalano qualche centesimo di nodo in più, o un coefficiente di stazza migliore. Nelle barche d’epoca, dove esistono anche qui stazze e regolamenti, questo percorso necessita (o necessiterebbe) anche di una forma di etica e di rispetto verso la barca che si sta facendo regatare. Barche di oltre 70 o 100 anni, non sono dei cavalli da corsa da dopare. Serve una mano più fine e un approccio più conservativo per portare la barca a correre. Con Vistona, mio padre ha fatto un lunghissimo percorso di ottimizzazione.

Badate bene, qui non si tratta di avere 3 fiocchi, 1 code 0, 4 asimmetrici… nelle barche d’epoca si regata più o meno sempre con le stesse vele, magari si ha un fioccone più grande per vento leggerissimo, ma senza dubbio non si fa troppo caso alla grammatura… l’albero di un aurico deve rimanere dritto, non si parla di freccia e ne di prebending… eppure, rinunciando a gran parte dei materiali moderni e delle relative complicazioni (e vantaggi) che questi comportano, le barche d’epoca, con tempo, dedizione, attenzione e delicatezza, piano piano iniziano a camminare, a performare e a sorprendere. Vistona oggi ha un bel passo, è veloce in quasi tutte le condizioni, anche le più impensate (è veloce con poca aria). Vistona soffre l’onda corta, che non sposa i suoi volumi a prua. Mio padre soffre l’onda corta.
Fatte queste premesse, che spero abbiano dato una buona visione di chi è mio padre e chi è Vistona, è il momento di parlare di risultati.
Vistona (mio padre) partecipa a diverse regate e raduni di barche d’epoca del mediterraneo, cercando sempre di selezionare quelle dove la barca ha dei concorrenti più simili e agguerriti. Vistona non regata per vincere. Vistona regata per battere altre barche che hanno performance simili o migliori. Inutile andare a cercare lo scontro con colossi aurici, classi metriche o (sempre più frequenti) barche auriche nate per correre. Bona Fide e la generazione di barche che sono apparse nel mediterraneo dopo il suo restauro (Olimpian, i NY50,…, una più bella e veloce dell’altra) sono imprendibili per Vistona, sia in reale ma anche in compensato. Si cercano o preferiscono quindi regate dove i nostri avversari hanno buone probabilità di batterci, ma anche di non riuscirci.
Le sfide, sempre epiche e combattute, nel tempo sono state tante! Quella con Owl, con la quale condividevamo fino a pochi anni fa il porto e il circolo, con Veronique, con Tirrenia 2, con Barbara (anche se non aurico) che negli ultimi anni è diventata temibile, con Oenone che portata da Chicco Zaccagni è sempre un avversario da tenere sotto controllo. A volte si vince e a volte si perde. Le regate, specie quelle divertenti, non possono riservare la vittoria solo ad alcuni.
Negli anni le regate dov’è queste sfide si sono consumate sono tante, ed è difficile raccogliere i risultati specifici di queste ultime. Alcune regate però hanno segnato la scia di Vistona e serve ricordarle. In primo luogo, il Bailli de Souffren, da St Tropez a Malta, a cui Vistona ha partecipato per oltre 15 anni, vincendo spesso per la propria categoria. Il circuito di barche d’epoca, dove, a Imperia e Montecarlo, Vistona non manca mai. Il Raduno di Viareggio e quello più recente di Capraia, dove la sfida con Chicco Zaccagni si fa di anno in anno più epica. La Corsica Classic, che fa il giro dell’isola mediterranea. In ultimo la regata del Legionari, sicuramente la regata meno importante agonisticamente, ma che negli ultimi 20 anni ci ha regalato regate stupende, anche con condizioni straordinarie (qualche anno fa abbiamo regatato con 40 nodi, arrivando 9’ su 60 imbarcazioni, unica barca non in vetroresina).
In tutte queste regate Vistona ha lasciato il segno, raggiungendo spesso il gradino più alto del podio di classe, e a volte con risultati interessanti anche nelle classifiche overall. Ma sono poi le sfide che si sono generate ad aver reso uniche le regate.
La sfida che oggi, e nell’ultimo anno, penso rappresenti meglio Gian Battista (e Vistona) è quella contro Barbara e Oenone. Barche entrambe bellissime, tenute e portate benissimo. Con Chicco Zaccagni (Oenone) c’è poi un amicizia profonda e di vecchia data, che collabora a rendere ancora più appassionante e personale la sfida.
Non posso che concludere ovviamente citando i successi, già richiamati dal sito del Giornale della Vela, alla Vela Cup in Sardegna, alle vele d’epoca di Imperia e alla regata del Legionari. Spero però di avervi trasmesso anche un punto di vista diverso, un modo di regatare e di navigare un po’ abbandonato che spesso viene meno in nome di un semplice risultato, un modo di essere velista appassionato e passionale e marinaio in maniera profonda e radicata. Spero di essere riuscito a spiegarvi perché mio padre potrebbe (o secondo me dovrebbe) essere il velista dell’anno. Spero sopratutto di essere riuscito a raccontarvi quello che i miei occhi di figlio vedono guardando mio padre, il marinaio a cui devo la mia passione, ogni volta che issiamo la randa e prendiamo il largo insieme.
Il 13enne di Torino che sogna le imprese di Pedote e Bona
Autore: Alessandro Giay Pron
Endorsement a favore di: Giancarlo Pedote e Alberto Bona
Buonasera,
mi chiamo Alessandro Giay Pron e sono un ragazzo di 13 anni appassionato alla vela. Vivo in un piccolo paese vicino a Torino e fin da quando ero piccolo il mare è stato il centro di miei interessi. Ho iniziato a fare vela quando avevo 9 anni durante l’estate quando potevo andare al mare, ma questa passione è radicata in me sempre di più negli anni, anche grazie all’istruttore che ho conosciuto.
Ho iniziato a interessarmi alla vela oceanica 2 anni fa, quando conobbi la storia di Giancarlo Pedote, un velista italiano che vive in Francia e che nel 2020 ha completato il Vendée Globe. La navigazione in solitaria penso che sia l’arte più bella al mondo, e lo dico per esperienza perché io vado in Laser.

Ho visto moltissimi video su Giancarlo Pedote ed altri navigatori solitari oceanici in class 40 come Ambrogio Beccaria e Alberto Bona. Le loro storie mi hanno affascinato tantissimo. Per questo motivo, per l’elezione del velista dell’anno del 2023 ho scelto di dare il mio voto a Alberto Bona e Giancarlo Pedote.
Giancarlo Pedote è riuscito a riportare l’Italia al Vendée globe e a mettere i bastoni tra le ruote a molti navigatori francesi. Io amo l’Italia, penso che sia un Paese speciale e mi ha emozionato pensare che a rappresentarci all’estero ci siano persone come Bona e Pedote. Pedote con la bandiera dell’Italia sulla sua Prysmian Group sfoggi la sua meravigliosa passione e rispetto nei confronti della sua amata Italia.

Invece ho deciso di votare Bona perché ho seguito tutte le sue regate in Class 40: la Route di Rhum, La Rorc Caribbean 600, la Defi Atlantique e ora sto seguendo la Cic Normandy Race. Di Bona amo il modo di esprimersi soprattutto tramite i fatti piuttosto che le parole. Lui non parla molto ma penso che abbia delle capacità uniche nell’ambito della vela. Lo ha dimostrato alla Rorc Caribbean 600 con la sua vittoria. Le poche parole che usa sono sempre precise, curate e comprensibili e questo lo apprezzo molto.

Io frequento la terza media e quest’anno dovrò fare l’esame. Come argomento della mia tesina ho scelto di parlare del Vendée Globe proprio grazie all’interesse che mi hanno trasmesso questi due navigatori.
Mi scuso se mi sono dilungato troppo ma purtroppo è un mio difetto è tutti i prof me lo dicono!
Cordiali saluti,
Alessandro
Se lo ha fatto Emalloru, possiamo farlo tutti
Autore: Emalloru
Endorsement a favore di: Agnese Lanzoni
Gentile redazione de Il Giornale Della Vela,
Mi rivolgo a voi con grande entusiasmo per sostenere la candidatura di Emanuele Malloru, che sicuramente susciterà interesse e ammirazione tra i vostri lettori.
Emanuele ha attirato l’attenzione di un vasto pubblico grazie ai suoi video coinvolgenti e appassionati, in cui condivide le sue avventure in mare. La cosa sorprendente di lui è che ha acquistato una barca senza avere alcuna esperienza di vela. Tuttavia, invece di scoraggiarsi da questa sfida, ha deciso di imparare dal nulla, sperimentando, affrontando errori e correggendoli nel suo percorso. Questo spirito di intraprendenza e la sua determinazione sono qualità ammirevoli che dovrebbero essere riconosciute e premiate.

Ha dimostrato una notevole capacità di apprendimento e adattamento, superando le difficoltà incontrate durante il suo percorso. Attraverso i suoi video, ha condiviso le sue esperienze, lezioni e consigli con il suo pubblico, diventando una fonte di ispirazione per molti aspiranti navigatori. La sua sincerità nel mostrare sia i successi che gli insuccessi è un segno di autenticità e trasparenza, qualità che spesso mancano nelle narrazioni della vela.
Oltre ad essere uno Youtuber di successo, ha instaurato un legame profondo con la comunità velica italiana. Ha condiviso la sua passione coinvolgendo persone di diverse età e background. La sua dedizione nel diffondere la cultura della vela e nell’incoraggiare gli altri a seguire i propri sogni è encomiabile.
Riconoscere Emanuele come un vincitore nel campo della vela sarebbe un’opportunità per il vostro giornale di celebrare il talento italiano e il coraggio di perseguire una passione senza limiti. La sua storia affascinante e il suo impegno nell’ispirare gli altri lo rendono un candidato degno di considerazione.

Grazie per l’attenzione e l’interesse verso questo straordinario individuo. Sono convinta che la sua storia avrebbe un impatto positivo sulla comunità velica italiana e sarebbe un ulteriore motivo di orgoglio per il vostro giornale.
Cordiali saluti,
Agnese
Cecilia: una grande velista in prima linea per i diritti di tutti
Autore: Francesco Cima
Endorsement a favore di: Cecilia Zorzi
Gentile redazione,
Sono convinto che Cecilia Zorzi dovrebbe essere premiata come Velista dell’Anno.
Conosco Cecilia dalle superiori e non ho mai visto una persona così grintosa e motivata nel seguire le sue passioni, nel suo caso la vela. Ricordo già dai primi anni i ripetuti inviti ad andare sul Garda col suo laser, bellissima esperienza, per uno alle prime armi come me.

Negli anni ho visto, anche da molto lontano, una crescita incredibile in Cecilia, un continuo cambio classe ed evoluzione fino al raggiungimento di una maturità professionale e sportiva senza pari.
L’ho vista sostenere e farsi portatrice e bandiera di iniziative sociali, di gender equity e sostenibilità ambientale che solo pochi sportivi hanno il coraggio di fare.
È al contempo raggiungere sempre più successi anche dal punto di vista sportivo. Se c’è qualcuno che veramente merita questo riconoscimento, penso sia proprio Cecilia!
Ambrogio contro la mediocrità del pensiero moderno
Autore: Enrico Di Piazza
Endorsement a favore di: Ambrogio Beccaria
Buongiorno,
Mi chiamo Enrico e seguo sempre con passione le vicende del Giornale della Vela. Vorrei esprimere il mio voto come Velista dell’Anno per Ambrogio Beccaria.

Penso che in un mondo governato dall’apparenza, in cui, solo grazie ad una stregua di follower sui canali social, si possa vincere un premio così prestigioso, Ambrogio rappresenti un concetto di talento fuori dal coro: giovane, entusiasta, sempre votato al miglioramento di sé stesso, mai appariscente sui canali digitali, umile e deciso… In poche parole un vero modello da seguire per uscire dalla mediocrità del pensiero odierno per il quale tutto è facile.
Ambrogio è una tra le giovani promesse della vela a livello mondiale e merita molto più di altri questo riconoscimento.

Non farà video che spopolano sul web, ma un appassionato di vela lo segue in silenzio, tifando per lui, ammirando le sue strategie, la sua tenacia e, non da ultimo, il suo istinto formidabile che esce nei momenti di difficoltà come quelli affrontati durante la Route du Rhum.
Un saluto
Enrico
Matteo Polli, progettista al passo coi tempi
Autore: Franco Deganutti*
Endorsement a favore di: Matteo Polli
Buongiorno, il mio voto, per la Categoria Innovation del concorso Velista dell’anno, va a Matteo Polli!
Matteo, nella sua ancora giovane ma intensa professione di progettista e designer, ha già dimostrato di essere un grande innovatore del settore, spaziando dai piccoli cabinati ai maxi, con soluzioni funzionali e soprattutto vincenti: sapendo quindi trovare una risposta alla classica ed atavica domanda di come gli armatori vorrebbero fossero le proprie barche ideali.

Attento conoscitore delle tendenze e dei regolamenti ORC ha saputo ottimizzare anche scafi datati e potenzialmente obsoleti, riportandoli a risultati di prestigio.

Inoltre la sua sensibilità alle tematiche e problematiche ambientali lo ha spinto a partecipare alla progettazione dei vari modelli “Eco” della startup Northern Light, punta di diamante della innovazione tecnologica ed ecologica nazionale ed anche internazionale.
*Franco Deganutti era, tra l’altro, tra i candidati al Velista dell’Anno 2023
Luca Franchi come Novecento di Baricco
Autore: Luana Marzi
Endorsement a favore di: Luca Franchi
Ciao a tutti gli Amici del “Giornale della Vela”,
Oggi posso dire che il tempo è amico di chi lo rispetta. In cambio della pazienza, ti sa donare una visione più ampia e chiara di quello che ti è successo. Ti mostra che a volte la vita ti sbarra la strada non per farti del male, ma semplicemente perché quella non è la tua strada!

Dopo questa breve, ma fondamentale premessa, è con estremo piacere e profonda stima che dono il mio endorsement per la votazione Velista dell’Anno 2023 a favore del genovese Luca Franchi collocato nella sezione Young. Conosco Luca personalmente, ragazzo dinamico, estroverso e piacevolmente garbato, con una radicale passione del vento e del mare in tutte le sue forme, dotato di grande determinazione, dedizione nello stabilire obiettivi, ha collezionato traguardi importanti, merito anche della sua abilità nel focalizzare la meta.
“Era un pianista bravissimo quello della Leggenda sull’Oceano, che in accordo con la storia di Alessandro Baricco nasceva su una nave e lì trascorreva tutta la sua vita, sostanzialmente sulla tratta tra Genova e l’America. Ha rischiato di non essere troppa diversa la parabola di Luca Franchi col WingFoil: una circumnavigazione del globo sin dalla nascita, considerando la grande passione dei genitori per il mare, cominciando da quello natio Ligure”.
Lui che i primi passi li ha compiuti sulle acque, accompagnato nella vita da un fresco vento di tramontana nello specchio delle acque di Voltri, cresciuto prima tra le barche e poi sulle tavole da Windsurf, con delle radici così liquide, era destinato crescendo a esplorare nuove alternative per percorrere le antiche rotte dei Sette Mari.

Il WingFoil è la soluzione che ha trovato, lui che ha da poco raggiunto l’età per l’esame di maturità, ma che delle acque è maestro: campione del Mondo Under 19 della disciplina!
“Amor ogni cosa Vince”
Go Luca go!!!
Cordiali Saluti
Luana
Il Velista dell’Anno 2023 è in collaborazione con:
PIRELLI, DAI PNEUMATICI ALLA VELA. Lo storico produttore milanese di pneumatici per auto, moto e bici è un marchio globale riconosciuto per innovazione e tecnologia. Storica anche la passione per diversi sport, fra cui la vela. Un legame che dura dagli anni Settanta e prosegue oggi a bordo di “Luna Rossa” nell’America’s Cup e di “Alla Grande Pirelli” nella sfida oceanica in solitaria.
GARMIN MARINE ITALY, IL PARADISO PER LA TUA BARCA. La divisione italiana del colosso mondiale dell’elettronica vi fornisce tutti i prodotti marine di Garmin per equipaggiare la vostra barca con la più moderna tecnologia e per navigare sempre in totale sicurezza.
1 commento su “I vostri magnifici sette endorsement vincitori al Velista dell’Anno 2023”
Grazie mille di questa splendida iniziativa! Sono felicissimo e onorato che tra i vari messaggi abbiate scelto anche il mio è vi ringrazio con tutto il cuore. Mi piacerebbe tantissimo che i velisti interessati leggessero questi messaggi e anche a loro arrivassero le parole di queste persone innamorate al mondo della vela.
Un grande saluto
Alessandro Giay Pron