Come funziona un EPIRB? Guida al dispositivo salvavita da avere a bordo

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Un dispositivo EPIRB attivato in mare

L’EPIRB è un dispositivo fondamentale in barca, può servirvi in qualsiasi momento ovunque vi troviate e può salvarvi la vita. In caso di emergenza infatti vi metterete tempestivamente in contatto con le autorità e attiverete le procedure di soccorso in mare, grazie al trasmettitore EPIRB che ha una copertura mondiale.

Cos’è e come funziona un EPIRB

EPIRB è l’acronimo di Emergency Position Indicating Radio Beacon –  in italiano Radiosegnalatore della posizione di emergenza – ed è un dispositivo di dimensioni contenute che può attivarsi automaticamente o manualmente. Una volta attivato (se automatico si attiva a contatto con l’acqua), l’EPIRB invia generalmente un segnale di soccorso e posizionamento doppio, sia digitale (via satellite) che analogico (via radio).

Il segnale satellitare serve ad allertare i soccorsi del Sistema Mondiale di Soccorso e Sicurezza in Mare (SMSSM) e a delimitare l’area dove concentrare gli sforzi di ricerca, mentre quello radio analogico, di portata limitata, consente ai soccorsi di comunicare con le postazioni più vicine a terra per individuare con precisione il punto dove è necessario l’intervento. Il dispositivo salvavita, una volta attivato, trasmette un segnale di 5 watt ogni 50 secondi per almeno 48 ore, inviando un numero di serie univoco utile ad identificare l’imbarcazione, il porto di origine e altre informazioni aggiuntive che possano essere utili ai soccorritori, come un contatto di emergenza.

È obbligatorio avere un EPIRB a bordo?

Secondo la normativa italiana attualmente vigente per le imbarcazioni da diporto è obbligatorio dotarsi di un EPIRB solo per le navigazioni oltre le 50 miglia. È altresì obbligatorio avere un EPIRB a bordo per le imbarcazioni che ospitano più di 12 passeggeri a bordo oppure per le imbarcazioni charter oltre le 12 miglia. Il dispositivo dev’essere registrato presso la Stazione Satellitare Italiana Cospas Sarsat (che si trova a Bari) e dev’essere programmato con il codice MMSI (Maritime Mobile Service Identity) che identifica in modo univoco il dispositivo radio, e quindi l’imbarcazione su cui si trova. Ogni quattro anni l’EPIRB va sottoposto a revisione SBM (Shore Base Maintenance) e nei modelli automatici va sostituito il gancio idrostatico ogni due anni.

Differenza tra EPIRB e PLB

Un differente tipo di trasmettitore molto diffuso a bordo delle barche è il PLB, acronimo di Personal Locator Beacon – Segnalatore della localizzazione personale. A differenza dell’EPIRB, il PLB non fa parte del Sistema Mondiale di Soccorso e Sicurezza in Mare e non è programmato con un codice MMSI, quindi non identifica immediatamente un’imbarcazione. Il PLB ha infatti un numero seriale proprietario, rilasciato da ciascun costruttore, che permette di identificare la persona che lo ha registrato. Oltre all’utilizzo in mare, il PLB è molto diffuso anche nell’ambito di diverse attività outdoor come escursionismo, trekking e arrampicata. Di solito i dispositivi PLB hanno dimensioni più contenute e rappresentano un’ottima integrazione all’EPIRB.

All’interno dell’universo EPIRB esistono alcune differenze, tra dispositivi di Categoria I (automatici) e quelli di Categoria II (manuali). Gli EPIRB di Cat. 1 sono inseriti all’interno di un guscio dotato di gancio idrostatico che si attiva a 4 metri di profondità, permettendo la risalita del dispositivo, che va quindi installato all’esterno. I dispositivi di Cat. 2 invece non dispongono di sgancio automatico ma solamente di sgancio rapido manuale, e vanno installati all’interno. Dal 1 Luglio 2022 gli EPIRB automatici di Cat. 1 devono inoltre essere provvisti di un sistema GNSS e di un trasmettitore AIS.

Come si programma (e riprogramma) un EPIRB?

Quando viene acquistato, l’EPIRB dev’essere programmato con alcuni parametri identificativi che permettono l’identificazione univoca del dispositivo, che vanno comunicati alla Stazione Satellitare Cospas-Sarsat di Bari al momento della programmazione. Il codice MMSI viene rilasciato dall’Ispettorato Territoriale del Ministero delle Comunicazioni del capoluogo di Regione dove l’imbarcazione è iscritta, che per l’Italia è un codice che inizia con 247, mentre il nominativo internazionale è rilasciato dal Ministero della Difesa e va richiesto alla Capitaneria di Porto. Quando viene programmato e registrato (è possibile farlo anche con un EPIRB acquistato all’estero) il dispositivo è pronto all’uso, e in caso di attivazione le Autorità SAR cercano di mettersi in contatto con il proprietario e con il contatto di emergenza da lui indicato, per confermare l’emergenza.

È possibile spostare un EPIRB solo dopo una riprogrammazione che può essere fatta dallo stesso negoziante presso il quale si è effettuato l’acquisto, presso l’importatore nazionale della casa costruttrice del trasmettitore, oppure presso SVB Marine.

*in collaborazione con SVB Marine

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1 commento su “Come funziona un EPIRB? Guida al dispositivo salvavita da avere a bordo”

  1. In mare, l’unica legge valida è quella di Murphy. L’EPIRB dovrebbe essere su ogni imbarcazione. Meglio di cat. 1, si attiverà automaticamente in caso di scuffia. Quindi installato sul pulpito e collegato con un sagolino alla zattera (anche questa, SEMPRE di categoria A, la dobbiamo comprare una volta). In modo analogo, attaccheremo un PLB strobo al salvagente a ferro di cavallo e ci doteremo di asta IOR, pure se non siamo obbligati. Si raccomanda anche due reti scramble o MOB rescue a dritta e sinistra di poppa.
    Una considerazione per gli yacht commerciali: il nuovo codice ha istituito la figura dell’ufficiale del diporto, quindi il possesso del certificato medical care… Su barche che fanno charter oltre le 12 miglia con navigazione internazionale, quindi, invece della prescritta tabella di pronto soccorso A, si raccomanda la tabella B (se la barca è dotata di satellitare inmarsat o iridium vessel link, parte delle dotazioni può essere costituita da un kit di telemedicina) ed il noleggio di un defibrillatore semiautomatico.

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