Record delle 24 ore: come percorrere 641 miglia a 26,70 nodi di media
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La The Ocean Race, il giro del mondo in equipaggio, è rientrato in Europa, con la quinta tappa da Newport ad Aarhus (Danimarca), a suon di record. Il Nord Atlantico infatti è stato teatro di conquista per gli Imoca 60, che hanno fatto segnare il nuovo record di miglia nelle 24 ore in equipaggio. Se il vincitore della tappa, 11Th Hour Ocean Racing, non ha fatto segnare un nuovo primato di miglia, ci hanno pensato alle sue spalle Holcim PRB prima e Malizia.
Cade il record nelle 24 ore di Comanche
La storia è nota ma vale la pena ricordarla: alla Transatlantic Race del 2015 (da Newport, Rhode Island a Cowes, in Inghilterra), l’equipaggio di Comanche, l’Hodgdon 100 all’epoca di Jim Clark, fece segnare 618.01 miglia percorse a una velocità media di 25,75 nodi!).
Un primato che per molti anni è rimasto inattaccabile, sia perché barche come Comanche ce ne sono poche in giro, se non nessuna, sia perché per fare percorrenze simili servono delle condizioni meteo perfette e difficili da incontrare in Oceano: mare poco formato e vento forte con almeno 25 nodi di intensità. Si tratta esattamente delle condizioni che hanno cavalcato per circa 20 ore gli Imoca 60 della The Ocean Race, Holcim e Malizia in particolare. Il primo ad andare sopra il primato di Comanche è stato Holcim PRB di Kevin Escoffier facendo segnare con il suo equipaggio 640,95. Appena il tempo di festeggiare e Malizia, sulla scia di Holcim, faceva segnare 641,13 arrivando a sfiorare i 27 nodi di velocità media (26,71).
Record delle 24 ore: cosa ci dice sui nuovi Imoca
Il nuovo record ci da la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, del potenziale degli Imoca foil, capaci nelle condizioni giuste di navigare a 30 e più nodi di velocità costanti coprendo distanze inimmaginabili per la vecchia generazione di 60. I foil in questi casi fanno la differenza, c’è poco da fare, senza queste appendici che permettono alle barche di alzarsi quasi totalmente dall’acqua queste distanze non sarebbero percorribili.
Tutto oro quel che luccica? Non proprio. Due disalberamenti nella quarta tappa della The Ocean Race e altre fragilità dicono anche che queste barche continuano a essere piuttosto complesse da realizzare per i progettisti, e non semplici per i velisti da condurre tutte intere fino al traguardo. Dal punto di vista della The Ocean Race i pozzetti totalmente coperti non sono il massimo dello spettacolo per le riprese video, ma al netto di queste obiettive criticità gli Imoca 60 restano il top che ci sia al momento nel mondo dei monoscafi da regata oceanici.
Record delle 24: chi sono i detentori
QUESTIONE DI VELOCITA’
Il maxi trimarano di 40 metri Banque Populaire V (oggi Spindrift), condotto da Pascal Bidegorry e 12 uomini di equipaggio ha percorso la bellezza di 908,2 miglia a 37,84 nodi di media nel 2009, un record pazzesco che resiste indomito.
Ma in termini di velocità assoluta? Il primato sulla velocità massima espressa sui 500 metri appartiene a Vestas Sail Rocket 2 (ed è datato 2012), la barca (se così si può chiamare questo futuristico bolide) dotata di ala rigida dello skipper australiano Paul Larsen che a Walvis Bay, Namibia, ha raggiunto un picco di ben 65,45 nodi: 121 km all’ora! La cronologia della sfida dell’uomo alla ricerca della massima velocità a vela racconta come ci siano voluti tredici anni (dal ’75 all’88) per passare da 30 a 40 nodi e che ne siano stati impiegati ben venti per abbattere il muro dei 50. Poi, in soli cinque anni, si è arrivati direttamente a 65 nodi, senza neanche passare per i 60.
Mauro Giuffrè
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