Lo smaltimento barche è una bomba ecologica. Ecco perché
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Anche la nautica è tra gli obiettivi del Green Deal europeo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Smaltimento barche, un problema da risolvere
Come? Risolvendo l’enorme problema del riciclo delle imbarcazioni in vetroresina a fine vita. L’EBI (European Boat Industry), associazione europea che raduna la maggior parte delle aziende nautiche europee, ha varato le linee guida per modificare entro il 2030 lo smaltimento tossico in discarica che oggi viene usato, chiudendo gli occhi, praticamente in tutta Europa per eliminare le barche da diporto.
La parola chiave dello smaltimento barche a fine vita secondo EBI è quello di un riciclaggio legato al recupero e alla produzione di energia. Esattamente come accade per gli altri rifiuti nocivi e non riutilizzabili, come le pale eoliche in vetroresina. Ma concretamente non ci sono ancora indicazioni.
Per darvi le dimensioni del problema, EBI stima che nella UE ogni anno 30.000 imbarcazioni, su 6,5 milioni di barche esistenti, dovrebbero essere demolite per un totale di 23.100 tonnellate di rifiuti tossici che oggi non si sa come riciclare. Lo smaltimento delle vecchie barche è oggi una bomba ecologica, non c’è dubbio.
Negli USA la vetroresina diventa cemento
Ma ci sono nel mondo casi virtuosi di riciclo della vetroresina delle barche. Come quello attuato negli Stati Uniti in Rhode Island (leggi qui). Il progetto Rhode Island Fiberglass Vessel Recycling Project è più concreto dell’ancora non chiaro progetto EBI di creare energia dallo smaltimento delle barche. L’idea americana è quella di triturare la vetroresina per creare “clinker” (le “pietroline” che sono la componente base per la produzione del cemento, ndr). Questo sistema è già in uso per il riciclo delle pale eoliche in fibra di vetro appunto e potrebbe essere una buona soluzione, ma non è l’unica.
In Italia un’idea diversa per il riciclo
In Italia c’è chi ha ideato altre soluzioni per riciclare le barche. Come la toscana Korec che ha messo a punto un processo che permette, secondo loro, di recuperare non solo fino al 99% di fibra di vetro ma persino la parte organica della vetroresina (fino all’80%) sotto forma di liquido, che miscelata con resina vergine, potrà essere nuovamente riutilizzata per la costruzione di nuovi scafi.
Smaltimento barche, chi le costruisce già riciclabili
Il problema dello smaltimento della vetroresina e dei materiali compositi con cui sono realizzate praticamente tutte le barche però va affrontato alla radice. Bisogna costruire barche nuove che siano compatibili con l’ambiente e facilmente riciclabili.
Le possibilità ci sono. Un esempio concreto è quello di Northern Light Composites che è nata per produrre barche con fibre di origine vegetale al posto della fibra di vetro e usare resine riciclabili. E che ha appena presentato una deriva a foil di 3,80 metri, ecoFoiler realizzata interamente con materiali riciclabili.
Il tema della costruzione eco è così attuale che gli studenti del Master di Yacht Design del Politecnico di Milano hanno progettato una barca a vela di 70 piedi con scafo e strutture in fibra di basalto e balsa, e grazie all’uso di Elium®, una resina termoplastica prodotta da Arkema, il composito diventa riciclabile.
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2 commenti su “Lo smaltimento barche è una bomba ecologica. Ecco perché”
Come ho già detto in altro articolo, la Francia si è mossa per prima, sia con interventi legislativi che soluzioni pratiche. La APER, l’ente incaricato dello smaltimento delle barche da diporto, ha commissionato 12 unità mobili alla svizzera Composite Reciclyng. Questi sono in grado di riciclare ogni composito termoplastico con un processo di pirolisi autosufficiente e recupero delle fibre (le barche vengono tagliate in lastre di 2 m). Basta copiare. Le resina Elium per le termoplastiche è una bella cosa, ma è sempre un prodotto petrolchimico e le fibre organiche vanno comunque incenerite. Un composito al 50% di Amplitex mantiene o migliora le proprietà meccaniche ed è in proporzione neutro al carbonio, Bcomp lo fornisce come prepreg Gurit Sprint oppure può essere laminato per infusione con Green Epoxi INFUGREEN 810, con ulteriore abbattimento dell’impronta di carbonio; il laminato può comprendere pelli esterne di r-carbon e/o basaltex riciclato per un prodotto completamente ecosostenibile oppure utilizzare Amplitex carbon Hybrid e core in nomex per scafi ad alte prestazioni da regata/crociera veloce. Il tutto senza cambiare i tradizionali metodi di laminazione con resine epossidiche.
Errata corrige:
I pirolizzatori mobili di Composite Reciclyng ovviamente trattano i compositi termoindurenti utilizzati oggi.