L’etichetta in mare conta. I consigli dell’esperto di gentleman yachting
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L’etichetta in mare, conta. Ne sa qualcosa Pietro Palloni*, uno dei massimi esperti di vela e dell’arte marinaresca. Velista da una vita, è stato per 25 anni presidente del Club Nautico di Rimini. Da una svista (avevamo pubblicato questo articolo dimenticando di citare come fonte il suo libro “Bandiere & Etichetta” pubblicato nel 2011 dal Club Nautico di Rimini, ristampa 2018 di Panozzo Editore) è nata l’opportunità di questa intervista su un tema spesso trascurato dal diportista.
Etichetta in mare. Quello che dovete sapere
Quali sono le regole meno osservate dal diportista in tema di bandiere e etichetta?
L’etichetta navale vera e propria è ben codificata nel caso di navi militari, nel diporto l’etichetta è cosa semplice, corrisponde a formule di cortesia e tradizione marinaresca.
Gli errori più frequenti si individuano nelle bandiere, erroneamente posizionate oppure lasciate a mezza altezza della drizza. Le bandiere vanno issate fino al bozzello armato sulla crocetta, o in testa all’asta della bandiera. Altro errore è issare sulla stessa drizza più guidoni sociali, che non vanno mai messi uno sopra l’altro. In porto, se l’equipaggio è a bordo, è corretto lasciare la bandiera issata, altrimenti a barca disarmata vanno ammainati i guidoni e la bandiera.
Tender al rimorchio e parabordi appesi, si o no?
Arrivare all’ormeggio con il tender al rimorchio, è una tradizione British. E’ invece un errore di etichetta rimorchiare il tender in navigazione. I parabordi lasciati appesi lungo la fiancata sono un obbrobrio, ma è più una questione di estetica che di marineria: la barca a vela è disegnata per navigare con le murate libere.
Come si saluta un’altra unità in navigazione, bandiere o inchino?
La nave militare va sempre salutata da tutte le altre unità. L’unità da diporto per salutare deve abbassare la propria bandiera a mezz’asta e attendere il transito all’incrocio, la nave militare a sua volta risponde abbassando a mezz’asta la propria bandiera, e passato l’incrocio la issa per prima. L’inchino a vela è una manovra alternativa. Si ammaina la drizza del fiocco, si attende il transito della nave maggiore, e dopo si issa nuovamente il fiocco per procedere alla navigazione.
La bandiera con il bicchiere e le cime di ormeggio sulla barca del vicino?
La bandiera azzurra con il bicchiere bianco è usata per invitare cordialmente gli ospiti a bordo: è una tradizione inglese da cui ereditiamo quasi tutta l’etichetta navale, come la cortesia con altri equipaggi. In questo senso, prima di appoggiare le cime di ormeggio sulla murata della barca altrui si deve, chiedere il permesso.
Ricordate sempre che la tradizione è anche sostanza, dunque etichetta, la cura della barca e seguire le regole marinaresche vanno di pari passo: come dice il proverbio, “una buona barca fa un buon marinaio”.
Chi meglio rappresenta la tradizione e l’etichetta a bordo?
Lo Yacht Club Italiano ha molta attenzione a tramandare le tradizioni. Altri Club come lo YC Adriaco di Trieste e il Circolo del Remo e della Vela Italia di Napoli, sono i circoli più attenti. Anche io, quando ero presidente del Club Nautico Rimini ho cercato di far rispettare l’etichetta…
Oggi la cultura dell’etichetta e dell’arte marinara vengono un po’ trascurati?
La tradizione dell’etichetta viene spesso abbandonata a sé stessa, i corsi di molte scuole Vela, come anche i corsi per la “patente nautica”, spesso non insegnano più la tradizione dell’alzabandiera. Quando ho imparato io da ragazzo sui Dragoni e sugli Star, la cultura della bandiera e le regole della marineria erano parte fondamentale del percorso di formazione.
Luigi Gallerani
*Chi è Pietro Palloni
Pietro Palloni, autore del libro Bandiere ed Etichetta è uno dei massimi esperti italiani di etichetta in mare.
Oltre al volume citato, Pietro Palloni ha anche pubblicato due libri di racconti di mare ‘Conchiglie di memoria’ edito da Mare di Carta nel 2016 ed il recentissimo ‘Pezzi di Sale’ edito da Panozzo editore nel 2023. (foto di Andrea Valentini).
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