Ci sono imprese storiche, come la vittoria della prima donna ad una regata intorno al mondo, epiche, come la traversata dell’Atlantico su una deriva trasformata in una barca d’altura, e (forse un po’) folli, come quella di Andrew Bedwell. Velista inglese di 48 anni, Andrew Bedwell ha deciso di sfidare le 1900 miglia nautiche di Oceano Atlantico che separano il Canada dal Regno Unito a bordo di una piccola “barca” di solo 1 metro. Partirà il mese prossimo da Saint John’s sull’isola di Newfoundland (Canada) con destinazione Capo Lizard in Cornovaglia (UK), estremità meridionale della Gran Bretagna.

Andrew Bedwell a caccia del record
“Sulla tomba ci sono solamente due date, quella di nascita e quella di morte, sta a noi riempiere gli spazi vuoti in mezzo“. Con questo spirito Andrew Bedwell ha raccolto il testimone di Tom McNally, velista inglese che nel 1993 stabilì il record della traversata atlantica sull’imbarcazione più piccola mai costruita, realizzata con parti recuperate da un vecchio armadio e l’oblò di una lavatrice. Il record di Tom fu presto battuto, pochi mesi più tardi, dall’americano Hugo Vihlen (qui la sua storia). Obbiettivo di Andrew è di riportare il record nel Regno Unito, utilizzando Big C, la barca originariamente progettata proprio da Tom McNally scomparso sei anni fa a causa di un tumore.

Andrew Bedwell, velaio di professione, non è nuovo a navigare in grandi oceani su piccole imbarcazioni. Nel 2016, ha circumnavigato in solitario la Gran Bretagna a bordo del suo Mini 650. Due anni più tardi è salpato per una navigazione in solitario dell’Islanda e del circolo polare artico.
La barca più piccola mia utilizzata per attraversare l’Atlantico
Praticamente una boa con un albero, due vele di prua rollabili sostenute da due piccoli boma. Su Big C non puoi sdraiarti, solo sederti. Ci sono 12 scomparti stagni, otto all’interno e quattro all’esterno, per riporre le provviste. Andrew spera di completare il viaggio in 60 giorni, ma porterà provviste sufficienti per 90 giorni in mare. Avrà anche un dissalatore manuale che riempirà un contenitore da 6 litri nella sentina. Per alimentare l’attrezzatura di navigazione, il plotter cartografico e la radio dello yacht ci sono pannelli solari a poppa, oltre a un minuscolo generatore a manovella come riserva.

“Abbiamo progettato la barca per sopravvivere a una tempesta di forza 10 (fino a 55 nodi) con la speranza che sia solo una forza 6 (27 nodi). Per una barca così piccola, nella sua progettazione è stata impiegata un’enorme quantità di pensiero e pianificazione.” Concentrandosi esclusivamente sull’utilizzo di ogni centimetro di spazio, la moglie di Bedwell, Tracy, ha inventato uno speciale essiccato di manzo ad alto contenuto proteico che rivestirà parti dello scafo. “Starò letteralmente mangiando la barca”, dice. “Il sapore è piuttosto sgradevole, ma è pieno di tutti i nutrienti di cui ho bisogno. Purtroppo, non ci sarà spazio a bordo per le leccornie.”.
Giacomo Barbaro