Nodi di ormeggio, quali sono i principali che devi sapere

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

nodi di ormeggio
Nodi di ormeggio – In questo articolo vi spieghiamo quali sono quelli giusti (foto di Giovanni Mitolo)

Dar volta ad un cavo su una bitta o fare un nodo d’ormeggio deve essere per un velista come sollevare la tazzina per il bevitore di caffè. Un gesto semplice e naturale. Anche quelli “molto bravi” commettono però spesso l’errore di utilizzare per nodi di ormeggio inventati invece per ben altri usi. Tipico (ma errato) è l’esempio di bloccare la cima d’ormeggio con una gassa d’amante, nodo ideato invece espressamente per serrare saldamente le vele senza rovinare il tessuto.


Nodi di ormeggio, le caratteristiche

L‘essenza dei buoni nodi di ormeggio può essere così riassunta:

  • Il nodo non deve sciogliersi mai, se non (e con estrema facilità!) quando lo si desideri, anche se la cima risulta fortemente tesata. Questo per potere lasciare l’ormeggio con estrema velocità se una emergenza lo rendesse necessario, cosa invece impossibile ad esempio con una gassa d’amante in tensione perché essa può essere sciolta solo se la scotta è mollata.
  • Il nodo deve consentire alla cima di lavorare al massimo delle sue potenzialità. Quindi il più possibile per trazione, cioè senza troppe curvature a basso angolo. E’ da notare che la gassa è penalizzata anche per questo motivo. Il nodo di blocco riduce di un fattore 4 il carico di rottura.

Nodi di ormeggio – Una volta e due mezzi colli

Il più semplice dei nodi d’ormeggio, ed anche uno dei più veloci e sicuri in assoluto, è senz’altro quello chiamato una volta e due mezzi colli (ha anche altri nomi, ma questo è il più diffuso): si fa fare alla cima un giro (una “volta”) attorno alla bitta, all’anello o alla bricola d’ormeggio (operazione già sufficiente per tenere ben salda la barca) e poi due mezzi colli sulla parte del cavo che andrà in tensione.

nodi di ormeggio - una volta e due mezzi colli
Nodi di ormeggio – Una volta e due mezzi colli. Il nodo più semplice

Come si può vedere nell’immagine sopra la cima lavora sicuramente a trazione, purché il suo diametro sia almeno quattro volte più piccolo di quello della bitta su cui viene avvolto. I due mezzi colli assicurano invece una perfetta tenuta del nodo e contemporaneamente la possibilità di un facile e rapido scioglimento quando lo si desideri, anche sotto il massimo sforzo.


Nodi di ormeggio – Nodo parlato

II nodo parlato (Figura figura sotto) è l’altro classico nodo per le operazioni di ormeggio, molto usato soprattutto per fissare i parabordi alle draglie. È formato da due mezzi colli appaiati e incrociati, in modo che sia il lato della cima in tensione che il capo rimangano entrambi interni ai mezzi colli. Da notare che il nodo parlato è identico ai due mezzi colli visti poc’anzi, ma mentre il parlato viene eseguito per serrare una cima attorno ad un oggetto, quando si parla di due mezzi colli si intende espressamente che il nodo di blocco è eseguito sul dormiente dello stesso cavo.

Nodi di ormeggio – II nodo parlato viene utilizzato soprattutto per legare i parabordi alla battagliola; qualora sia utilizzato su una grossa bitta è bene predisporre anche due mezzi colli di blocco, perché potrebbe sciogliersi se viene tesato e lascato ritmicamente, come in caso di risacca.

Il nodo parlato può confondersi anche col bocca di lupo (Figura sotto), ma in questo caso i mezzi colli non sono incrociati ma appaiati e opposti, così che dormiente e corrente (cioè lato della cima che andrà in tensione e capo da noi utilizzato per effettuare tecnicamente il nodo) escono entrambi dallo stesso lato del nodo. Il bocca di lupo è a tutti gli effetti un nodo scorsoio, mentre il parlato no.

nodi di ormeggio - nodo scorsoio a bocca di lupo
Nodi di ormeggio – Nodo scorsoio a bocca di lupo

Occorre fare attenzione che il nodo parlato tende ad allentarsi se il cavo non è sempre in tensione (ad esempio se a causa di risacca la barca allenta e tesa ritmicamente l’ormeggio), per cui è consigliabile fare due mezzi collo di blocco come visto per il nodo precedente. Nessun problema invece per la legatura dei parabordi, in quanto il loro stesso peso fa rimanere la cima in tensione e il nodo non si scioglie.


Nodi di ormeggio – Sulla galloccia

Per fissare la cima alla bitta o alla galloccia in coperta si deve seguire la procedura illustrata nella sequenza sottostante (da leggersi in senso orario partendo alla prima immagine in alto a sinistra).

nodi di ormeggio - sulla galloccia
Nodi di ormeggio – La sequenza per fissare correttamente la cima alla galloccia.

Dopo avere tesato la cima, le si fa fare un intero giro attorno alla base (questo, come già detto, è sufficiente per reggere senza sforzo anche una tensione notevole), poi si da volta incrociando a forma di 8 e strozzando con un mezzo collo, cioè facendo fare al cavo un giro su se stesso.

Spesso per fretta o inesperienza viene eseguita la legatura riportata nella figura sotto, ma è sbagliata perché tende velocemente ad allentarsi non appena la cima va in forte tensione.

nodi di ormeggio - sequenza errata
Nodi di ormeggio. SBAGLIATO! Un modo errato di dare volta sulla galloccia: non appena si molla la presa, la parte superiore del falso nodo si allenta.

Nodi di ormeggio – Consigli

Nel predisporre i cavi d’attracco su di una bitta a terra a cui sono già legate diverse barche, abbiate sempre l’accortezza di porli sotto quelli altrui, specie se pensate di essere gli ultimi a mollare gli ormeggi. Se si intende restare poco tempo in banchina, allora è preferibile fare passare direttamente le cime a doppino, così da rendere poi assai più agevole la manovra di salpare.

 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri l’ultimo numero

Sei già abbonato?

I nostri social

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Upwind CD Sails

CD Sails: velai di professione

  La Veleria CD Sails rappresenta un punto di riferimento nel mondo della vela, nasce dalla passione e competenza di Claudio Demartis, velaio di professione con decenni di esperienza alle spalle. Fondata nel 2020 per la produzione di vele Optimist

Equipaggio American Magic - America's Cup 2024

INTERVISTA – Cosa indossano i velisti di Coppa America?

Come si vestono i velisti che volano sulle barche di Coppa America? Lo abbiamo chiesto a Øyvind Vedvik, VP Ski, Sailing & R&D di Helly Hansen, marchio norvegese che ha curato per la seconda campagna consecutiva l’abbigliamento del team statunitense

A bordo dell'X-55 si trova MarineCork, una delle soluzioni più innovative, ecologiche e affidabili per il decking della vostra barca. Il sughero ha una storia millenaria e caratteristiche da materiale hi-tech.

La sostenibile leggerezza del sughero

  La ricerca di materiali che possano rendere performanti e competitive le barche, sia esse a vela o a motore, è inarrestabile. Questa edizione dell’America’s Cup ci mostra come la ricerca di performance e sostenibilità possa portare alla riscoperta di