Clarisse Cremer torna in pista: verso il Vendée Globe con Alex Thomson come coach

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Alex Thomson e Clarisse Cremer

C’è un lieto fine per la storia di Clarisse Cremer, prima  “scaricata” dallo sponsor Banque Populaire perché con la sua gravidanza metteva a rischio la qualificazione al Vendée Globe (giro del mondo in solitario su IMOCA 60), adesso tornata in pista con un nuovo progetto. A metterci lo zampino c’è il Boss Alex Thomson che aveva acquistato l’Imoca 60 ex Apivia destinato a Clarisse, non appena aveva saputo che Banque Populaire aveva licenziato la skipper.

Clarisse Cremer: un dreamteam con Thomson

La vicenda di Clarisse aveva destato un certo scalpore, perché aveva il sapore della discriminazione, un fatto inaccettabile se il mondo della vela vuole proporre modelli inclusivi senza differenze di genere e possibilità d’accesso alla vela professionale. Thomson ha prima acquistato il suo Imoca ma senza dichiarare ufficialmente che fosse destinato a lei. Ha lavorato in silenzio con la sua società dedicata ai progetti sportivi oceanici, in attesa che la Cremer trovasse anche un nuovo sponsor. Questo si è palesato con l’Occitaine en Provence, azienda che si occupa di cosmetici che ha già preso parte allo scorso Vendèe Globe.

L’Imoca 60 Apivia, che è stato di Charlie Dalin ed era destinato a Clarisse Cremer sotto lo sponsor Banque Populaire. Adesso diventerà l’Occitaine en Provence.

“Vogliamo dimostrare che diventare madre non cambia nulla dell’atleta che sei” ha dichiarato Thomson a conferma della volontà di mandare un messaggio al mondo della vela. “Metto tutte le mie energie nella riuscita di questo progetto per dimostrare che con voglia, determinazione e i partner giusti, possiamo rendere la società, gli affari e lo sport migliori” gli fa eco Cremer.

Che ruolo avrà il britannico nella sfida di Clarisse? Di fatto sarà una sorta di allenatore, la aiuterà a scoprire e a preparare l’Imoca 60 con cui correrà fin dalle prossime regate, l’ex Apivia che si è dimostrata in mano a Charlie Dalin la barca più efficiente dell’ultima generazione. Un Imoca veloce e ben rodato, che può consentire alla Cremer di giocarsela per la vittoria sia nelle transatlantiche che verranno sia in ottica Vendée Globe. Prima però servono le miglia di qualifica e per Cremer il 2023 sarà decisivo, con la Transat Jacques Vabre in arrivo a fine anno.

Clarisse Cremer, chi è la ragazza “terribile”

Parigina, nata nel 1989, si fa notare ai suoi inizi nella classe Mini 650 dove ottiene un clamoroso secondo posto alla Transat del 2017. Fa subito il salto passando ai Figaro 3, e poi direttamente agli Imoca 60 senza passare dai Class 40. In molti la definiscono come il talento femminile più cristallino dai tempi di Ellen MacArthur che Clarisse in un certo senso ha già superato.

Nel 2021 infatti ha battuto il record che deteneva l’inglese, diventando la donna più veloce di sempre a terminare il Vendée Globe con un’ottima 12 posizione e in meno di 100 giorni. A novembre 2022 è diventata mamma di una bambina avuta con il marito Tanguy le Turquais, anche lui velista oceanico di alto livello.

Alex Thomson, chi è il Boss

In alto, dentro la “pancia” dell’Imoca 60 Hugo Boss con Alex Thomson.

Alex Thomson, classe 1974 da Bangor, in Galles, da noi ribattezzato “Boss” ai tempi in cui correva con Hugo Boss.  Piaccia o meno il suo stile, è l’uomo che ha rivoluzionato il mondo delle regate oceaniche negli ultimi 20 anni. Alex Thomson ha cambiato in modo radicale il mondo della comunicazione nella vela, imponendo un nuovo stile, con i suoi celebri “keel walk”, “mast walk”, coi i video da bordo con la faccia spiritata mentre Hugo Boss navigava con 40 o 50 nodi di vento nel frastuono del carbonio.

Tra i suoi successi in carriera, prima di ritirarsi dalle regate, si segnalano la Clipper Race vinta nel 1999, un terzo e un secondo posto al Vendée Globe (su 5 partecipazioni). Detiene il record di miglia nelle 24 ore, in solitaria e su un monoscafo (536,81), record di traversata atlantica in solitaria nel 2012, record alla Route du Rhum del 2018. In quest’occasione fu il primo sulla linea d’arrivo dopo essere finito a scogli a poche miglia dal traguardo ed avere azionato il motore per disincagliarsi, fatto che gli valse una penalizzazione in classifica e il terzo posto in luogo del primo ottenuto sull’acqua.

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