Il design è uno dei punti forti dell’Italia, il Made in Italy è un “marchio” riconosciuto a livello internazionale. Tra le aziende che hanno di più contribuito alla riconoscibilità dello stile italiano c’è indubbiamente la Piaggio, con la sua iconica Vespa. Forse non tutti sanno che, subito dopo la Vespa, vide la luce in Piaggio un’altra grande icona, una piccola rivoluzione in ambito nautico: la Vespa dei mari, il fuoribordo Moscone. E non si tratta solo di un fuoribordo Piaggio, ma di uno dei primi fuoribordo a conquistare davvero il mercato italiano. Era il lontano 1949…
Fuoribordo Moscone Piaggio, la Vespa dei mari
La Vespa, il Ciao, e perfino l’efficientissimo Porter. Tutte icone di casa Piaggio ma, a noi “sea lovers”, piace ricordare anche lui, il mitico Moscone, tra i primi fuoribordo di massa del Belpaese. La Vespa dei mari (così veniva pubblicizzato) fu la rivoluzione per tantissimi, piccoli pescatori in primis, che trovavano un amico pronto ad alleviare le loro fatiche. Ma vediamo meglio l’epica vicenda del Moscone.

Moscone Piaggio – La storia
I motori fuoribordo esistono, in realtà, da quasi cent’anni. Con gli anni ‘30 cominciano infatti a guadagnare grande fortuna, ma l’uso cui erano destinati era prettamente velocistico. Sono dei motori, da 250, 500 e 1000 cc, sviluppati e impiegati per la pura competizione, nell’era delle grandi corse sull’acqua. Non hanno ancora nulla a che vedere con il vasto impiego che oggi conosciamo. Insomma, erano motori fini a sé stessi, pura potenza da erogare per uno sprint unico e la lungimiranza della Piaggio si colloca proprio in questo frangente.
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Nel secondo dopoguerra Enrico Piaggio realizza l’assenza del fuoribordo sul campo del pratico impiego. Ovvero, si rende conto del grande potenziale che se ne potrebbe trarre, adattandolo dal mondo delle corse a quello del quotidiano, sia per il diporto che per i lavoratori di settore. Legato alle questioni marinare per famiglia (viene da una famiglia genovese), Piaggio decide che sarà lui a introdurre questa piccola rivoluzione, comprendendone, forse per primo, il grande e potenziale contributo. Del resto, si tratta della stessa concezione applicata nella realizzazione della Vespa: utilità, praticità ed economia.
Con il finire del 1947 quindi, in Piaggio c’è fermento. Corradino d’Ascanio, Goffredo De Betta e l’intero staff lavorano e ragionano sullo sviluppo di questo motore, soprattutto relativo la pompa rotativa dedicata al raffreddamento, che hanno deciso deve essere ad acqua. Nel 1948 il progetto vero e proprio prende forma, per essere battezzato nel maggio del 1949, all’Idroscalo di Milano, subito dolo la sua presentazione del precedente mese, alla Fiera Campionaria. La Vespa del Mare è un immediato successo.
In Piaggio, però, non si sono limitati al Moscone e basta, ma hanno infatti progettato una barca apposita (hanno inventato il “package”!), da vendere in coppia con il fuoribordo, per non limitare la produzione al singolo bisogno di fuoribordo. Si tratta di un modello di scafo tipo “dinghy” costruito nei cantieri di Finale Ligure, nel savonese (gestiti dal fratello di Enrico, Armando).
La coppia viene a costare 218.000 lire, mentre il singolo motore si ferma alle 98.000. Un successo inevitabile: 405 esemplari costruiti nei primi 9 mesi, oltre 1000 all’anno nel decennio a seguire, conquistando una fetta di mercato importante, sia nel turistico che in quello professionale.
Moscone Piaggio – Scheda Tecnica:
Moscone Piaggio | 2 cilindri orizzontali sovrapposti |
Distribuzione | comandata dall’albero motore |
Alesaggio | 40 mm |
Corsa | 39.6 mm |
Cilindrata | 99. cc |
Fonti | www.museopiaggio.it |