Tassa barca: dove si paga in Mediterraneo nel 2023
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Visto il caso sollevato dalla proposta del Governo delle isole Baleari di introdurre una tassa sul lusso, prima di partire per la crociera estiva vogliamo fare chiarezza sui paesi del mediterraneo in cui si paga una tassa per lo stazionamento e il transito delle imbarcazioni (tassa barca). Ecco la nostra guida.
Tassa barca, in quali paesi si paga?
Se l’Italia ha abolito la tassa sul possesso delle imbarcazioni ancora nel 2016, mettendo fine a un capitolo nero della nautica iniziato col Governo Monti nel 2011, che ha causato la fuga di molte barche all’estero e il crollo del mercato interno, ci sono paesi del Mediterraneo dove una tassa è dovuta per il transito (vignetta), lo stazionamento e il possesso. Tra questi vi sono Croazia, Montenegro, Francia, Grecia e Spagna. Importi a volte irrisori, ma è bene saperli prima di partire, perché, per chi non è in regola, il rischio è di pagare due volte: la tassa e la multa.
Tassa barca in Croazia
Con l’ingresso nello spazio Schengen e l’adozione dell’euro da gennaio, quest’anno andare in Croazia sarà molto più facile. Anche se si semplifica la burocrazia le tasse rimangono, ma, con l’eccezione della prima visita, si potranno pagare tutte online. Per navigare nelle acque croate ci sono varie tasse da pagare: quelle per la sicurezza della navigazione, i tributi ambientali contro l’inquinamento marino, la tassa di soggiorno e, se si entra in un parco nazionale, il biglietto d’ingresso.
Per quanto riguarda gli oneri per la sicurezza della navigazione e i tributi ambientali contro l’inquinamento marino (vingetta), questi vengono calcolati in base alla lunghezza della barca e la potenza del motore. Si possono pagare online tramite il portale eNautics, a cui è possibile accedere con lo SPID o la Carta di Identità Elettronica, ma la prima volta che si entra in Croazia bisogna passare in Capitaneria di Porto per la registrazione e si può pagare la tassa anche sul posto (non in contanti).
La tassa di soggiorno è dovuta se l’imbarcazione ha una lunghezza superiore ai 7 metri e si dorme in barca. Può essere pagata in un’unica soluzione in base alla lunghezza della barca, per tutta la durata del soggiorno, o a persona per notte. Il pagamento deve essere effettuato online, sul sito dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo. L’opzione per persona è più noiosa da inserire online e deve essere compilata più volte se si fanno più viaggi in Croazia durante l’anno, ma può essere più economica per soggiorni brevi.
Per ormeggiare in un parco nazionale, come quello delle isole Incoronate, è necessario comprare un biglietto. Lo stesso non è richiesto per la navigazione senza ormeggio. I biglietti possono essere acquistati online e, se fatto in anticipo, spesso si risparmia qualcosa rispetto all’acquisto in loco. Per ulteriori informazioni è consigliabile visitare il sito dell’ente parchi nazionale croato.
Anche il Montenegro richiede la vignetta
Come in Croazia, per navigare nelle acque del Montenegro è necessaria la vignetta, che deve essere acquistata dalla Capitaneria di Porto al momento dell’arrivo e attaccata all’imbarcazione in modo che sia ben visibile. Il costo di questa tassa di navigazione dipende dalla lunghezza dell’imbarcazione e dal periodo di validità (1 giorno, 1 settimana, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi o 1 anno). Sono inoltre previste delle spese per la manutenzione dei fari e amministrative pari a € 2,00. Alle imbarcazioni che fanno scalo per lavori di manutenzione non è richiesto il pagamento della vignetta. Lo stesso vale per chi partecipa a una regata o a un evento. Il requisito è che la regata o l’evento siano stati registrati presso l’ufficio doganale almeno 48 ore prima dell’inizio.
Dopo aver acquistato la vignetta sarà necessario pagare anche la tassa di soggiorno, che dipende dalle dimensioni dell’imbarcazione e dalla durata del soggiorno. Questa copre tutto l’equipaggio a bordo dell’imbarcazione durante il periodo di validità della vignetta.
In Francia la tassa barca si paga solo se sei residente
La tassa annuale sui motori marini da diporto è dovuta solamente se si è residenti fiscali in Francia, a prescindere dalla nazionalità dell’imbarcazione e da dove si naviga. Per maggiori informazioni consigliamo di visitare il sito ufficiale (in francese).
In Grecia c’è la TEPAI
Dal 2019 la Grecia ha introdotto una tassa per la sosta e la navigazione nelle acque territoriali chiamata TEPAI. Questa deve essere pagata da tutte le imbarcazioni con lunghezza superiore ai 7 metri che transitano in acque greche, sia che si tratti di unità private che appartenenti a società di charter (indipendentemente dalla bandiera).
La tassa può essere pagata online, tramite il portale eTEPAI, in anticipo o, al più tardi, il giorno dell’arrivo in Grecia presso l’Autorità Portuale. Il costo dipende dalla lunghezza dell’imbarcazione e dalla durata della permanenza nelle acque territoriali (non si paga se la barca è a terra). Ci sono anche degli sconti in caso di pagamento annuale anticipato o se l’imbarcazione ha un contratto di ormeggio annuale in un porto greco.
Le tasse in Spagna
Per le imbarcazioni che navigano in Spagna è richiesto il pagamento della Tassa sulle Imbarcazioni da Diporto (Tasa T-5), in caso di sosta, della Tassa per gli Aiuti alla Navigazione (Tasa T-0) e, nel caso in cui l’imbarcazione batta bandiera spagnola o l’armatore risieda in Spagna, dell’Imposta di Registro.
Per quanto riguarda la Tassa sulle Imbarcazioni da Diporto, l’autorità portuale competente è responsabile della riscossione e del calcolo della stessa. L’importo è calcolato in base allo specchio d’acqua occupato dall’imbarcazione x la durata della sosta x 0,124 € x un coefficiente che dipende dal tipo di posto barca.
La Tassa per gli Aiuti alla Navigazione deve essere pagata sia dalle imbarcazioni in transito che dai proprietari di imbarcazioni con ormeggio annuale. Per le barche a motore inferiori a 9 metri e a vela fino a 12 metri, la tariffa è forfettaria, negli altri casi è basata su un calcolo della lunghezza x larghezza x un coefficiente. La quota è annuale, ma nel caso in cui l’imbarcazione sia in transito viene calcolata proporzionalmente.
Infine, coloro che abbiano la residenza in Spagna, un codice fiscale spagnolo o un’imbarcazione che batte bandiera spagnola, devono versare anche la tassa di immatricolazione. Questa è dovuta per le imbarcazioni oltre gli 8 metri e per le moto d’acqua. Per i cittadini stranieri è pari al 12% (11% nelle Isole Canarie) del valore dell’imbarcazione.
Giacomo Barbaro
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