La vita infinita delle belle barche a vela

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Passano gli anni, la polemica resta. Lo storico senso di superiorità dei velisti nei confronti dei motoristi prosegue. Chi va a vela crede di saper andare in barca meglio di quelli che vanno a motore. Si autoproclama di essere più educato, ecoresponsabile, capace, colto, profondo. Potrei andare avanti all’infinito a esaltare il senso di superiorità pratica e morale del velista. Ma poi se l’80% delle nuove barche che vengono vendute nel mondo sono a motore e solo il 20% sono a vela, qualche dubbio ci assale.

Barche a vela, dove siete?

La maggioranza degli umani è così stupida da preferire acquistare una barca a motore invece che a vela? Non credo, il motivo è solo che andare a motore è più semplice che andare a vela. Anche se poi quelli che pensano che sia uguale a guidare un’auto si devono ricredere.

Vento e mare sono ben diversi da una strada che al massimo sarà non asfaltata o bagnata. ma di certo non si muove in continuazione come l’acqua. Vi ho fatto questo sproloquio iniziale per inquadrare la situazione.


“La barca è bella, indipendentemente dalla sua età. Proprio come gli oggetti d’arredamento”


Perché poi, se giri per un porto turistico o un marina vedi che quella percentuale così a favore delle barche a motore si riequilibra. Vi basta dare un’occhiata e vedrete che il rapporto tra barche a vela  e a motore ormeggiate, se non è il 50% poco ci manca.

barche a vela
A proposito di belle barche a vela, senza tempo. Ecco uno Swan 48 (14,60 x 4.15 m), Jacobite. Lo Swan 48 fu costruito dal cantiere Nautor dal 1971 al 1975 in 46 esemplari su progetto di Sparkman & Stephens. In questo caso sono state effettuate delle modifiche per rendere più facilmente manovrabile e sicura la barca, ma senza alterarne l’intrinseco valore storico.

Com’è possibile se, da quando le barche sono costruite in serie (fine anni ’60), la percentuale a favore dell’acquisto di barche nuove è enormemente a favore di quelle a motore?

Semplice, la vita delle barche a vela naviganti è più lunga, molto più lunga di quelle a motore. Il perché ce l’ha riassunto un lettore, così: una bella barca a vela d’epoca o con qualche decina d’anni resta bella, attuale, senza tempo. “Ditemi se non sono belli gli Swan o i Baltic o semplicemente la mia King Arawak, disegnata dagli studi Sciomachen di Bologna.

barche a vela
King Arawak, Sciomachen Vagabond 58’

Barche che non hanno nulla di inferiore rispetto alle barche costruite in legno, perché sì, gli scafi sono in vetroresina, ma gli interni sono tutti in legno! Altrimenti anche la nostra ammiratissima nave scuola Vespucci, che ha lo scafo in acciaio, non potrebbe essere equiparata a una nave d’epoca! È la bellezza che deve essere considerata, non l’età!”.

Paragone azzeccato, calzante, perfetto. Le barche a vela se sono belle, non diventano vecchie, fuori moda. Le barche a motore si, nella maggior parte dei casi. Eccezioni ce ne sono anche qui. Ad esempio un motoscafo Riva d’epoca resta un oggetto meraviglioso, anche lui senza tempo.

chiase longue barche a vela
La Chaise Longue LC4 disegnata nel 1928 da Le Corbusier è la più famosa poltrona mai prodotta in serie nella storia dell’arredamento. Ancora oggi è attuale, un oggetto senza tempo, semplicemente bello. Non invecchia. Come le belle barche a vela

Per fare un parallelo, se un oggetto di arredamento ha un bel design, il tempo non lo rende obsoleto. Pensate alla lampada Arco disegnata da Achille Castiglioni (quella originale di Flos) che è del 1962. E che dire dell’attualità della poltrona “Chaise Longue LC4” disegnata nel 1928 da Le Corbusier.

Sono le firme, la genialità di chi le ha disegnate a rendere anche l’oggetto barca unico. Quelle a vela, mi spiace per i motoristi, di più. Non a caso quest’anno alla VELA Cup abbiamo istituito una classifica speciale per le Classic Boats, ovvero le barche con più di 25 anni di età, costruite tra il 1967 e il 1998.

Anche l’associazione delle barche d’epoca, l’AIVE, se n’è accorta e da quest’anno ammette ai suoi raduni anche barche più giovani e pure in vetroresina. Perché alla fine degli anni ’60 nessuno sapeva bene quanto sarebbe durato questo materiale che ha permesso di produrre le barche in più esemplari e non più una per una come pezzo unico. Adesso dopo più di 50 anni lo possiamo dire, una barca in vetroresina ha una vita infinita e invecchia meglio. E se è bella, è bella. E basta.

Luca Oriani

Tre “chicche” sulle Classic Boats

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

3 commenti su “La vita infinita delle belle barche a vela”

  1. Mariano Russo

    Considerazioni entusiasmanti quelle che ho appena letto sulle barche a vela di un tempo.
    Avete accresciuto e animato la mia energia che con i miei anni, 70, continuo a navigare con una delle 14 alla 12.70 costruite a cavallo degli anni 70.
    Grazie e continuo a seguirvi con stima e affetto.

  2. La bellezza delle barche è intrinseca, indipendentemente dalla loro età. Ma ci sono elementi che rendono ogni barca unica e preziosa, come le firme e la genialità di chi le ha disegnate. Proprio come un oggetto d’arte, una barca può raccontare una storia, la sua vita e la sua manutenzione. Mi permetto con l’occasione di presentare quello che stiamo facendo con la nostra applicazione per la nautica.
    DiportoChain è una piattaforma blockchain che utilizza la tecnologia NFT per consentire ai proprietari di natanti di registrare la storia, la vita e la manutenzione della propria barca in modo sicuro ed efficace. Grazie alla tecnologia blockchain, è possibile creare un registro immutabile che preserva i dati relativi al natante nel tempo, evitando possibili frodi o manipolazioni.

    Per utilizzare DiportoChain, è necessario creare un contratto intelligente che definisca i parametri della registrazione del natante, comprese le informazioni sulla costruzione, la manutenzione, le riparazioni, la storia e così via. Successivamente, si può creare un NFT che funga da prova della proprietà del natante e registri tutti i dati relativi ad esso.

    Ma DiportoChain è molto di più di una semplice registrazione. Grazie alla tecnologia NFT, ogni barca può diventare un’opera d’arte unica e irripetibile. Proprio come un oggetto d’arredamento di design, la tua barca può diventare una vera e propria opera d’arte grazie alla sua storia, alla sua vita e alla sua manutenzione. In questo modo, DiportoChain permette di creare un legame unico e indissolubile tra il proprietario e la propria barca.

    DiportoChain è la soluzione ideale per chiunque voglia proteggere e preservare la storia, la vita e la manutenzione della propria barca in modo sicuro ed efficace, creando al contempo un legame unico e speciale con il proprio natante. Scopri come utilizzare la tecnologia blockchain e NFT per valorizzare la tua barca su http://www.diportochain.it e unisciti a noi per creare un futuro migliore per la tua barca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri l’ultimo numero

Sei già abbonato?

I nostri social

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Tre vostri classici dello IOR, piccoli gioielli da celebrare

Tra il finire degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘90 troviamo quella che fu, forse per nostalgia, forse per merito, la Golden Age della vela, quasi un trentennio di scoperte, regate eccezionali e di barche inimitabili. Fu il tempo dello IOR, (di