Il giro di boa in regata: la sequenza per una manovra ben riuscita

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Barche che si preparano a un giro di boa al Campionato Italiano Altura 2022.

Il giro di boa in una regata, con la conseguente issata di spinnaker o gennaker, รจ una manovra che segue un suo ritmo, una sequenza precisa da rispettare, con l’equipaggio che deve muoversi in modo coordinato. Andiamo a vedere come impostare la manovra e quali sono le sue fasi.

Giro di boa – Muoversi con ordine e al momento giusto

L’equipaggio deve avere la capacitร  di eseguire la manovra in uno spazio di tempo ridotto, in modo tale da non doverla anticipare. Se la anticipiamo troppo avremo piรน persone (il prodiere, il secondo prodiere, il drizzista, un tailer) che si muoveranno spostando i pesi a bordo e alterando l’assetto della barca. Se per esempio stiamo cercando di prendere la boa senza eseguire altre virate, abbiamo una lay line stretta, spostando in anticipo l’equipaggio per preparare la manovra rischiamo di non riuscire nel nostro intento ed essere costretti a eseguire una virata. Per questo motivo l’equipaggio deve rimanere fino all’ultimo in falchetta, sia essa sottovento o sopravvento a secondo delle condizioni del vento.

Giro di boa – Inizia la manovra

Se la regata prevede uno “stoccheto” al traverso prima dell’issata, cosa comune a molti percorsi, sarร  nelle ultime fasi di questo che prepareremo la manovra. Si muovono per primi i due prodieri e il drizzista che li seguirร  nelle loro chiamate, con il tailer che, giร  sottovento per regolare il fiocco, andrร  a preparasi la scotta sul winch. Solo a issata avviata rientrerร  in pozzetto anche un eventuale grinder per la scotta se il vento lo richiede.

I prodieri oltre ad armare il gennaker o spinnaker che sia, dovranno preoccuparsi di una cosa per la buona riuscita del giro di boa: tirare fuori la bugna della vela e stenderla almeno fino alle sartie. Cosรฌ facendo non appena la vela prende vento si gonfierร  piรน velocemente diminuendo anche il rischio di “caramelle”.

Giro di boa – I prodieri issano il drizzista segue

La barca poggia, viene aperta la randa e mollato un po di vang per aggevolare la poggiata. L’issata a questo punto รจ giร  partita: il prodiere all’albero drizza a grandi bracciate, il drizzista lo segue recuperando la cima in bando. Proprio il drizzista deve stare attento in questa fase ad alcune cose: per recuperare la cima in bando non serve passarla sul winch, errore che fanno molti, ma basta recuperare a braccia con un po’ di ritmo in modo tale da non fare formare accumuli di cima ai piedi del prodiere che dall’albero sta drizzando.

Una volta che la vela arriva a fine corsa il prodiere all’albero griderร  verso poppa “testa”. A questo punto la palla passa al tailer e al timoniere che aggiustando rotta e regolazione faranno gonfiare la vela.

Giro di boa – Gonfiare la vela e regolare le tensioni

Il tailer, con la base della vela che il prodiere ha steso portando la bugna verso poppa, attenderร  la fine dell’issata e a quel punto non dovrร  cazzare ulteriormente la scotta, ma piuttosto lascarla. In questo modo la vela si allontanerร  dalla randa e prenderร  aria gonfiandosi. Il timoniere, soprattutto con poco vento, orzerร  di 2-3 gradi in modo da consentire piรน facilmente alla vela di gonfiarsi.

Il drizzista o il suo aiuto ammaineranno il fiocco, e si occuperanno, se il vento รจ sotto i 15-18 nodi, di mollare leggermente la drizza della randa rispetto alla bolina. Il randista invece lascherร  il paterazzo. A questo punto la manovra รจ completa.

Mauro Giuffrรจ

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