La grande epopea IOR rivive nei vostri racconti (e nelle vostre barche)

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Dal nostro primo invito a scriverci e raccontarci delle vostre Classic IOR, in tantissimi ci avete contattato, inviando foto e storie delle vostre barche. Un flusso di mail e messaggi che ci ha visti ricevere dozzine e dozzine di barche e storie, storie che pian piano vi raccontiamo qui, in questa serie di articoli dedicati a omaggiare questi grandi progetti. Ecco quindi altri Classic IOR, le loro storie e le caratteristiche.

Continuate a mandarci le vostre barche IOR e le loro storie, meritano di essere raccontate! Scrivetecele, allegando anche foto, a deluise@panamaeditore.it


Se vi foste persi gli articoli precedenti:


Dai One Tonner di Sciomachen ai 3/4 Ton di Jezequel

Tra le storie più appassionate, cariche di barche e di ricordi, troviamo quella di Gianluca de Vito, che ci porta tra classi e decenni differenti, citando barche sempre più entusiasmanti…

“Acquistato a Lavagna nel 1992, in stato di abbandono, Argo è un prototipo di 3/4 Ton progettato da Jezequel nel 1985, realizzato in lamellare dal Cantiere Riva del Garda. Armo? Canclini frazionato, con sartie volanti strutturali.

Armato e timonato da Adriano e Gianluca de Vito e dal loro affiatato equipaggio, Argo ha partecipato in diversi eventi velici del Medio Tirreno fino al 2002, ben figurando nei Campionati Invernali di Cala Galera, Riva Traiano, Pasqua Vela ed (ultima) la Settimana del Bocche. Venne poi rivenduto, per passaggio a 31′ IMS.”

Argo; Anni ’90

“Prima di Argo però, si è corso per diverse stagioni con il proto Domino, un one tonner di Schiomachen in vetroresina, per il quale venimmo ingaggiati dal Cantiere Blasi di Fiumicino, che ne stava avviando la serie. Che barche assurde! I frazionati erano la vela pura… fu un periodo sportivo esaltante e innovativo dell’altura! Fino all’estremo!

Se ricordo i 7 alberi frazionati venuti giù in una sola regata ad un invernale dell’Argentario… fino al collasso strutturale del lamellare (che andava per la maggiore in mancanza del carbonio allora) del povero Parsifal! Poveretti.

Senza dimenticare le barche di Peterson, del cantiere Ambrosini-Metal-Allumini-Trasimeno, con i suoi Two Tonner Karina Von Forell di Galgani; Dr.Faust di Faraco; Orange Bay di LoFaro, Miranda e il super Dida di Calandriello… Che sfide epiche a Punta Ala, ad Alassio, alla Giraglia e alla Sardinia Cup dal 77 all’ 83…”

Karina von Forell; Two Ton IOR, Peterson; Stagione 77-81. A bordo, i F.lli de Vito

C&C 37, un 11m di Cuthbertson & Cassian in vendita sul mercatino

Realizzato in Italia da Benello, ma progettata dai canadesi Cuthbertson & Cassian, il C&C 37 (11.16 metri LOA) fu una barca molto chiacchierata, apprezzata per le sue qualità boliniere. Presenta un baglio massimo particolarmente arretrato, slanci particolarmente ridotti e una carena piuttosto piana, per linee d’acqua particolarmente filanti.

Particolare della sua costruzione, contestualizzando agli anni ‘70, fu lo studio condotto sulla stratificazione della vetroresina, un’analisi portata avanti da Cassian che, memore del suo retaggio aeronautico, si avvalse di un nuovo metodo in grado di definire strutture e spessori differenziati in base agli sforzi cui dovessero esser sottoposte.

Per quanto riguarda gli interni, il layout del C&C 37 è classico, con quadrato centrale arredato, cucina e carteggio a murata, cuccetta di quarto e, immancabile, cabina prodiera doppia a V. Trovate QUI il C&C 37 in vendita.

C&C 37

Dullia S30, l’Half Tonner per la crociera veloce

Infine, ci scrive anche il sig. Boscarol, per ricordarci di un piccolo Half Tonner italiano, il Dullia S30, progettato da Santarelli nel 1978.
Lungo 9.06 metri LOA, 7.15 al galleggiamento e 3.12 al baglio massimo, il Dullia S 30 fu un Half Tonner di serie progettato per la crociera veloce, derivazione di un prototipo in composito e kevlar, partecipe invece della stagione agonistica del ‘78. Facile da portare e poco nervoso, si rivelò una barca molto centrata, positiva nella maggior parte delle andature. Il piano velico ammontava a circa 49.50 metri.
In termini di layout interno, sono presenti le classiche compartimentazioni dell’epoca, con doppia cuccetta prodiera, quadrato arredato, cucinino e cuccetta di guardia. Complessivamente, fino a 5/6 persone possono trovare posto a dormire.

 


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