
Ha suscitato un polverone di polemiche la decisione del colosso Banque Populaire di licenziare la skipper francese Clarisse Cremer, con la quale lo sponsor era legato per la campagna verso il Vendée Globe 2024. Il motivo del licenziamento infatti non sarebbe affatto di natura tecnica, ma riguarda il rischio che la velista transalpina non si qualifichi al prossimo giro del mondo. Il motivo? La maternità della Cremer, che ha messo al mondo una bambina lo scorso novembre ed è rimasta fuori dalle regate nell’ultimo anno.
Il caso sta facendo così scalpore in Francia che la ministra dello Sport francese, Amélie Oudéa-Castéra, ha chiesto un chiarimento sulla vicenda e se ne sta interessando personalmente.
Clarisse Cremer non ci sta
Con un comunicato di fuoco sulla propria pagina Facebook la giovane velista parigina, che ha terminato il Vendée Globe 2020 in dodicesima posizione su una barca di vecchia generazione, punta il dito contro lo sponsor. Clarisse si dichiara pronta a tornare in barca e anzi avrebbe affrettato i tempi del suo recupero fisico dopo la gravidanza, ed è convinta di potere ancora ottenere la qualifica al Vendée Globe 2024 dato che ci sono ancora diverse transatlantiche e praticamente due stagioni veliche davanti. Il rischio però secondo lo sponsor c’è, e da qui arriva la clamorosa decisione.
Le regole del Vendée Globe sono cambiate
Il tutto va letto nell’ottica del cambiamento di regole del giro del mondo in solitario. La Cremer, con le vecchie regole, avendo concluso l’edizione 2020, sarebbe stata di diritto qualificata alla successiva. Quest’anno però le cose sono cambiate, e anche a lei tocca fare tutta la trafila delle miglia di qualifica durante le regate in solitario ufficiali della classe Imoca 60. Pare che il Vendée Globe non sia disposto ad ammettere una regola per il suo caso, considerando anche che si tratta non di una esordiente ma di una velista che ha dimostrato di sapere portare a termine una regata estrema come questa.
Banque Populaire gioca a scarica barile
A uscire chiaramente “a pezzi” dalla polemica è il colosso Banque Populaire, scopertosi incredibilmente fragile. La difesa del gruppo bancaria è apparsa poi quanto mai debole, limitandosi a sostenere di avere chiesto una soluzione al Vendée Globe che però non ha accettato deroghe. Secondo lo sponsor, nonostante un biennio di regate davanti, la Cremer non sarebbe in grado di garantire la qualifica alla regata.
Il licenziamento della Cremer sarebbe stato dal punto di vista dello sponsor un modo per tutelarsi e avere uno skipper certo alla partenza. Una mossa che sembra non avere minimamente tenuto conto delle conseguenze che erano facilmente prevedibili.
In un momento storico in cui lo sport e la società in generale stanno lavorando per cercare di abbattere le distanze di genere, i pregiudizi, e le differenze di accesso tra uomini e donne nel mondo del lavoro, quella di Banque Populaire appare come una decisione totalmente fuori tempo e dai contorni difficilmente giustificabili. Sui social spopola l’hashtag #banqueimpopulaire ed è nata una petizione per chiedere ufficialmente il reintegro di Clarisse. Difficile credere che in seno a Banque Populaire nessuno potesse immaginare cosa avrebbe suscitato questa scelta. Citando un passaggio del comunicato della Cremer, “sono disposti a sostenere i rischi di un trimarano di 100 piedi, le incognite delle corse in mare, ma non la mia maternità”?