Qualcuno salvi questa barca! Si tratta di Flying Fox, un Flying Thirty Five progettato da Uffa Fox, celebre progettista inglese. Da oltre 10 anni la barca si trova in cantiere a Monfalcone e purtroppo per questo bellissimo 48 piedi del 1951 è stata ordinata la demolizione, ma c’è chi vorrebbe salvarla e cerca degli appassionati disposti a dare nuova vita a questa barca. Lo merita.

Flying Fox
Flying Fox è uno sloop di 14,70 metri costruito nel 1951 sull’isola di Cowes, in Inghilterra, per l’irlandese Freddy Brownlee. Lo scopo di questo progetto era quello di fornire una barca di 35 piedi di lunghezza al galleggiamento, ma con un dislocamento, una superficie velica e una superficie bagnata (tutto ciò che sta sotto l’acqua, inclusa la chiglia) pari a circa la metà di un tradizionale ocean racer. Flying Fox, infatti, rispetto agli yacht dell’epoca, vanta un dislocamento ridotto, che lo ha sempre reso uno scafo molto competitivo. È molto spazioso, con un’altezza dello spazio sottocoperta di 1,8 metri lungo tutta la tuga, e può ospitare fino a 7 persone. È dotato di zona da carteggio, cucina e bagno.

La storia di Flying Fox
In base a quanto abbiamo ricostruito, verso la fine degli anni ’50 alla barca era stato aggiunto un albero di mezzana, perché l’armatore riteneva fosse necessaria una maggiore superficie velica rispetto a quanto previsto da Uffa Fox. Dopo qualche passaggio di proprietà, di cui non abbiamo traccia, ammainato il guidone del National Yacht Club, lo yacht arriva a Genova. Circa 30 anni fa ha subito un completo restauro, con elementi nuovi rifatti filologicamente (albero, timone completo di losca, dritto di prua, ecc.) ed è stato dotato di un nuovo motore che tutt’ora ha poche decine di moto. Nel 2010 è stato iscritto all’AIVE ma poco dopo è emerso un problema alla chiglia, che ha poi evidenziato il paramezzale marcio, e lo ha costretto al riposo in cantiere dove giace da allora. Un lavoro difficile ma non impossibile.

Chi è Uffa Fox
Uffa Fox è stato uno yacht designer inglese responsabile di numerose innovazioni nella vela che hanno accresciuto la popolarità di questo sport. I suoi progetti introdussero gli scafi plananti e il trapezio nelle regate di derive. Amico del principe Filippo, il duca di Edimburgo, gareggiarono spesso assieme alla Cowes Week a bordo del dragone “Fresh Breeze” di Fox e del dragone reale “Bluebottle” del Duca. Ha progettato molte delle classi ancora oggi in circolazione, tra cui l’International 14, il Flying Fifteen, il Firefly (singolo alle olimpiadi del 1948) e il Day Sailer (oggi un termine d’uso comune che definisce barche con prestazioni veliche divertenti e una generale facilità d’utilizzo adatta ad equipaggi familiari).

La barca è in regalo!
Il proprietario di Flying Fox è disposto a regalarla, purché venga salvata. Un nostro lettore, disposto ad investirci, sta cercando degli appassionati che vogliano condividere questo progetto. Se qualcuno fosse interessato scriva a andreamarcomoro@gmail.com

Flying Fox – Scheda Tecnica
Lunghezza fuoritutto 14,70 m
Lunghezza scafo 10,67 m
Larghezza max 3,2 m
Pescaggio 1,98 m
Dislocamento standard 7.500 kg
Superficie velica 59,6 mq
Designer Uffa Fox
Cantiere Medina Yards Ltd, Cowes
Giacomo Barbaro
2 commenti su “Salvate questa barca di Uffa Fox, il genio folle della vela. È in regalo!”
…..c’era una volta in un paese lontano lontano,,,,,,,articolo bello ed interessante. .ma vi prego barche simili in buono stato non si vendono per 100/200 mil € a occhio qui ci sono 500/1 mil e 3/5 anni di lavori il grande Toto’avrebbe detto ..”ma mi faccia il piacere”.Arbore invece “meditate gente..meditate”
Semplifichiamo: me la porto via.
La metto in ditta da me che ho spazio. La restauro e me la tengo in acqua gelosamente, ipotizzo ad Albarella, insieme ad altri due indispensabili amici con profonde conoscenze veliche e sul restauro: Riccardo Ricciardi ed Enrico Sandon.
Entrambi, come me, sanno essere fedeli alla storicità degli scafi. Ne abbiamo già restaurati diversi.
Passione.
Io tornerò da Tunisi dopo il 20, entro fine mese sarebbe possibile incontrare l’armatore in cantiere?
Porto su tutta la squadra di lavoro, così potrà riconoscere la bontà dell’operazione.
Dimmi,
Ale
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