
Navigare a vela con le corrente, anche in crociera, è una delle “skills” più difficili che ci siano quando siamo su una barca, per questo motivo esistono degli accorgimenti specifici sulle regolazioni e sulla conduzione per affrontare questa situazione. In alcuni casi, come avviene per esempio in alcune zone in nord Europa, o anche nello Stretto di Messina, può risultare quasi o del tutto impossibile risalire la corrente a vela in alcuni momenti della giornata.
Non tratteremo questi casi estremi, ma quelli in cui navigare a vela con la corrente è ancora fattibile. In base alla direzione della corrente il coefficiente di difficoltà aumenta, andiamo a vedere allora quali sono gli accorgimenti, soprattutto di bolina con vento medio leggero, per limitare gli effetti della corrente e lo scarroccio che ne deriva in alcune situazioni.
Navigare con la corrente – quando ce lo dicono log e gps
C’è un modo semplice per calcolare l’intensità della corrente, confrontando le velocità di Log e Gps. Ricordiamo che quest’ultima è quella che reggistra l’avanzamento sulla crosta terreste e non viene influenzata della corrente, come avviene invece col numero del Log che regista la velocità sull’acqua. Se velocità GPS e LOG sono uguali significa che non siamo in presenza di corrente o se c’è questa è laterale e incide solo sullo scarroccio. Se la velocità del LOG è maggiore di quella del GPS significa che abbiamo corrente contraria. Se per esempio la velocità log è di 7,5 nodi, e quella GPS di 7, avremo 0,5 nodi di corrente contro. Viceversa la corrente sarà a favore.
Questo dato ci dice la possibile intensità favorevole o contraria, ma non la sua esatta direzione e provenienza. La corrente al mascone per esempio influisce sul log, ma non è esattamente sulla prua. Starà alla nostra osservazione quindi tenere d’occhio anche l’eventuale scarroccio, oltre ai numeri di Log e Gps.
Navigare con la corrente – Come avere le appendici efficaci
La cosa più importante quando si naviga con la corrente è avere sempre delle appendici efficienti. Cosa significa? Le appendici delle barche a vela iniziano a perdere gradualmente efficienza a basse velocità. Più la barca rallenta, meno la deriva sviluppa la sua azione di anti scarroccio, meno il timone sarà preciso. Quando navighiamo, per citare un esempio pratico, mure a dritta di bolina, con una corrente sostenuta che arriva da sopravvento al mascone, se siamo troppo orzati avremo una barca lenta che aumenterà il suo scarroccio, accentuato dalla corrente, a causa delle appendici poco efficienti.
Se vogliamo limitare i “danni” che ci procura la corrente sarà necessario portare la barca, sopratutto se la brezza è leggera, con un angolo di bolina leggermente meno stretta e quindi più veloce, ne gioveranno le appendici e diminuirà lo scarroccio.
Navigare con la corrente, come affinare la regolazione
Cercheremo di tenere sempre il timone “carico”, dando potenza alla randa con il carrello in modo che la barca abbia una tendenza orziera che possa contrastare la corrente e al tempo stesso dare mordente al timone per farlo rimanere efficace. Navigheremo quindi con il paterazzo morbido, compatibilmente con l’intensità del vento, e il carrello della randa sopravvento rispetto alla mezzeria, con la scotta un po’ più aperta del dovuto, per ricercare la massima potenza sulla vela.
Allo stesso tempo terremo le drizze di randa e fiocco leggermente più morbide rispetto a quanto faremmo di solito con una data intensità di vento, a meno che questa non sia dai 18 nodi in su e ci imponga quindi un certo tipo di conduzione. Unendo una rotta al vento appena più larga e vele potenti avremo già alcune armi da usare contro la corrente e lo scarroccio laterale.
Navigare con la corrente, occhio alle traiettorie
Ci sono dei metodi, e una formula, per calcolare lo scarroccio, ma quello che ci interessa in questa sede è piuttosto capire come potere adattare la conduzione della nostra barca e la rotta alla corrente. Di bolina, con brezza medio leggera, e corrente dal mascone di destra, questa avrà un impatto importante: se dobbiamo raggiungere un obiettivo contro vento servirà “aggiustare” le traiettorie per assorbire lo scarroccio.
La nostra rotta ideale sarà di qualche grado sopravvento alla meta da raggiungere, ciò implica che se la metà da raggiungere è per esempio a ore 1 rispetto a noi, la layline di destra andrà calcolata più ampia. Faremo un bordo mure a sinistra più lungo del dovuto, in modo tale da avere dopo la virata una rotta di avvicinamento più alta della meta da raggiungere e limitare il rischio di dovere fare altre virate. In caso la corrente si attenuasse, potremo allargare leggermente l’angolo di bolina e guadagnare qualche decimo di velocità.
Mauro Giuffrè
2 commenti su “Navigare a vela con la corrente: limitare lo scarroccio lavorando sulla conduzione”
Sig. Giuffrè, ritengo il suo articolo molto Interessante anche per i diversi spunti di riflessione che offre a chi naviga a vela. Colgo l’occasione per ricordare che lo spostamento laterale dell’unità determinato dalla Corrente è definito “deriva” e non scarroccio. Quest’ultimo, invece, risulta essere lo spostamento laterale dell’unità determinato dall’effetto del vento.
Claudio
Articolo molto interessante x i futuri velisti!