Solaris 39, uno IOR sempreverde (con costruzione al top)

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Solaris 39
Solaris 39′ | Se.Ri.Gi & Frans Maas | 1981

Nei primi Anni ‘80, sull’onda delle introduzioni sorte con il finire del decennio precedente, iniziano a mutare linee e volumi, nascono imbarcazioni più ‘moderne’, con scafi più filanti e galleggiamenti più vicini al fuoritutto. Sono gli anni dello IOR (International Offshore Rule) e del grande pubblico, anni di progetti sempre più performanti e resi più ‘accessibili’ dalla diffusione e dal perfezionamento della lavorazione in vetroresina. In questo calderone di innovazione e progresso crescono e si assodano cantieri destinati a diventare i ‘grandi’ che conosciamo oggi e, tra loro, Solaris (allora Se.Ri.Gi – 1974; Aquileia) che nel 1981 darà luce ad una barca sicura, resiliente e di gran qualità: il Solaris 39′.

Solaris 39′

Progettato da Frans Maas e realizzato dai Cantieri Se.Ri.Gi, il Solaris 39’ fu uno scafo competitivo sulla carta, ma più impostato con la crociera in mente, conferma che viene subito fornita da un primo sguardo agli arredi interni, ricchi di teak, massello e rifiniture di prim’ordine. Lungo 12.02 metri fuori tutto, il 39’ vanta infatti ben 8 tonnellate di stazza, di cui 3400 chili in zavorra, su volumi non certo lenti, ma comunque propensi alla lunga navigazione di piacere, suo focus principale.

Solaris 39

Solaris 39’ – Progetto e Costruzione

Realizzato dal cantiere Se.Ri.Gi di Aquileia (alto Adriatico), il Solaris 39’ di Mass è un progetto caratterizzato da un’estrema rigidità strutturale, abbinata ad una qualità artigianale allora tra le migliori. Costruito in sandwich di vetroresina e Airex su due semi-stampi di carena (spessore medio 20 mm), mantiene la caratteristica linea a coppa di champagne tipica del progettista e presenta notevoli spessori anche nella stampata di coperta, realizzata con 15 mm di sandwich di Airex. Una soluzione, quest’ultima, che mantiene leggerezza e coibentazione equivalenti a quelle della balsa, offrendo però proprietà meccaniche più robuste. La coperta, a sua volta, è rivestita in listelli di teak massello, rigorosamente invecchiato in maniera naturale, onde evitare inconvenienti di natura igroscopica.

Sotto il galleggiamento, lo scafo mantiene un disegno morbido, filante, con un baglio appena pronunciato (3.75 m), con linee che sottolineano una barca dal buon passaggio sull’onda e che predilige la bolina, calando invece di prestazioni con il vento in ruota. Il timone, dotato di skeg ricavato direttamente nella stampata, si dimostra particolarmente resistente e sicuro, e ancora morbido anche in bolina con venti importanti. Il bulbo infine, zavorrato a 3.5 tonnellate di piombo in prima fusione con il 4% di antimonio, conta 12 perni in inox da 24”, a irrigidire la struttura, garantendo così, sonni tranquilli.

Solaris 39′ – Depliant Pubblicitario 1980

Solaris 39’ – Coperta e Piani Velici

Spostando l’attenzione alla coperta, pulitissima e particolarmente piacevole, abbiamo un layout tipico di molte delle imbarcazioni dell’epoca. Il pozzetto è arretrato, non particolarmente profondo, ma protetto dall’acqua da ampie spalle. Qui troviamo il timone a ruota e tre distinte sedute, mentre sulle spalle sono montati 4 winch, originariamente due da 48 a tre velocità per le vele prodiere, e due da 44 per lo spinnaker. Impeccabile in questo senso la disposizione, che rende ogni manovra ben accessibile senza lasciare il pozzetto, dove troviamo anche il trasto della randa e una pompa a mano d’emergenza, collegata in sentina. Appena oltre, un accenno di tuga porta al tambuccio, quasi a picco sugli interni, mentre oltre procede un flush-deck pulitissimo, interamente in teak. La tuga si protrae da qui, dolce, fin oltre il piede d’albero, dove si innesta in coperta senza gradini o spigoli, in totale pulizia estetica.

Generalmente parlando, il ponte si presenta particolarmente sgombro per l’epoca, salvo i carrelli delle vele prodiere, che ne impegnano porzioni le porzioni a poppavia dell’albero. Sull’albero, o ai suoi piedi, troviamo infine le manovre fisse, mentre due osterigi portano luce sottocoperta dai fianchi obliqui della tuga. A prua, un classico passauomo consente accesso alla cala vele, pensata qui più come una cabina, essendo una barca dal più caratteristico assetto da crociera. Il dettaglio, come vedremo per gli interni, risulta qui maniacale, come nel caso della falchetta interamente progettata e realizzata appositamente per il 39.

Solaris 39’ – SE.RI.GI – 1981; F. Maas
Piani Velici
Armo e Piano Velico
Sloop armato in testa d’albero
Superficie Velica Complessiva (R+G)
95 mq
Superficie Velica Randa
30 mq
Superficie Velica Genoa
65 mq
Superficie Velica Spinnaker
136 mq

In termini di armo e piano velico, il Solaris 39’ si presenta come un classico sloop armato a testa d’albero e presenta un buon equilibrio tra i centri velici e di deriva, sebbene non di rado i primi siano stati modificati, in favore di un albero maggiorato a vantaggio di una barca più invelata. É infatti vero che, se con venti medi e formati si presentasse come uno scafo veloce, il 39’ di Maas accusa invece la sua mole nelle condizioni meno ventose, soluzione cui appunto in molti hanno trovato rimedio sovra-invelando i piani originali, a sfavore però degli equilibri complessivi, così sfavoriti in condizioni più difficili.

Da progetto, armato di randa, genoa e spinnaker, il Solaris 39’ si rivelava una barca generosissima in crociera. Confortevole e sicura, regalava il meglio di sé al rinfrescare del vento, lasciandosi ben gestire al timone, sempre morbido, e originariamente invelata il giusto, così da non trovarsi mai in eccessivo affanno, soprattutto nel difficile. 

Solaris 39’ – Interni

Per quanto riguarda gli interni, tutt’oggi ricordati come tra alcuni dei meglio rifiniti del suo tempo, il Solaris 39’ presenta un layout classico, con tre cabine complessive oltre la dinette. I posti a dormire? Cinque comodi, ma fino a sette ci si sta tranquillamente.

SOLARIS 39′ – Layout interno

A partire da poppa troviamo infatti due cabine, una per mura, di cui la più grande a sinistra. Non appena in dinette troviamo invece un carteggio a dritta, dirimpetto alla cucina sulla sinistra, e appena oltre un ampio salone, con un divano a C servito da tavolo a sinistra e, dirimpetto, un secondo divano con cuccetta o spazio per stivaggio elevato, appena oltre. A prua, ovviamente, una cabina doppia, fruibile anche come cala vele, mentre, tra questa e la dinette, un servizio chiuso e completo. In termini di arredo, tutto è rifinito sin nel più piccolo dettaglio, il teak spadroneggia ovunque e ogni fodera e imbottitura rasenta la perfezione. L’aerazione è a sua volta eccellente, come anche la libertà di movimento, con spazi non stretti, ma tutti resi sicuri da appoggi e tientibene immediatamente a portata di mano.

Solaris 39’ – Mercato e Considerazioni

In termini di mercato, il Solaris 39 tende a essere una barca difficile, non tanto per il suo prezzo, ma per la sua reperibilità. Tendenza vuole che, chi ne abbia uno, ci tenga anche a tenerselo. Probabilmente a ragione. Ma, congetture a parte, risulta una barca generosa e ogni-tempo, uno scafo cui sono fedeli i croceristi e i velisti appassionati alla tradizione, allo standard IOR. Certo è che, se velocità superiori i 10 nodi e planate sono quanto si cerchi, assolutamente non è questa la barca cui rivolgersi. In termini di prezzo invece, quando reperibile sul mercato, il valore di acquisto oscilla, sia per interesse che per condizioni e manutenzione, mantenendosi, attualmente, vicino i 55.000 euro.

Solaris 39’ – Scheda Tecnica

Solaris 39’ – SE.RI.GI – 1981; F. Maas
Specifiche
Lunghezza Fuori Tutto (LOA)
12.02 m
Lunghezza al Galleggiamento (LWL)
9.70 m
Baglio Massimo
3.75 m
Pescaggio
2.12 m
Dislocamento
8 t
Zavorra
3.5 t
Superficie Velica Randa
30 m2
Superficie Velica Genoa
65 m2
Motorizzazione Originale
Volvo Penta S/Drive 36 HP
Serbatoio Carburante
200 L
Serbatoio Acqua Dolce
600 L
Cuccette complessive
7
Progettista
F. Maas
Cantiere
SE.RI.GI
Articolo a cura di Doi De Luise

Sempre sull’onda della nostra serie relativa i grandi progetti del passato, siano barche intramontabili, youngtimer, o semplicemente piccole gemme perse nella memoria, non perdete gli articoli precedenti, come quelli che verranno. Nel dubbio, qui i link ai precedenti Ziggurat 916; Dufour 35 e Nautor Swan 65, rispettivamente progettati da Andrea Vallicelli, Michel Dufour e Sparkman & Stephens.

 

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