Doktor Faust. Così hanno salvato una barca mitica dall’oblio

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Il Doktor Faust “dimenticato” in un capannone (sopra) e riportato a nuova vita (sotto)

Cercavo disperatamente una barca dell’epoca IOR e la volevo in alluminio. Che volete farci, era una fissa. Erano le sette del mattino di un giorno a inizio 2020, faccio un giro su subito.it e la vedo. ‘Barca IOR in alluminio’, recitava l’annuncio. Alle 7.31 mi ero messo in contatto con l’armatore, alle 7.45, a scatola chiusa, ho effettuato il bonifico per l’acquisto”.

Così è rinata Doktor Faust

Parole di Cesare Filograna, che ha salvato una barca mitica dall’oblio: Doktor Faust, Peterson 42 (12,71 x 3,97 m) del 1982, giaceva ai cantieri di Olbia. Un guscio polveroso con la pinna smontatata, fermo da 20 anni. Filograna ha portato la barca in Puglia, la sua terra, dove Doktor Faust ha ripreso vita dopo due anni di lavori certosini e, come vi racconteremo, non facili.

doktor faust
Il Peterson 42 Doktor Faust in una foto d’epoca e adesso, dopo il radicale refitting

Filograna, armatore di un Dufour 34 (“Ma non sono un grande regatante, lo ammetto!”) ha deciso di affidare il restauro della barca, progetto del mago dello IOR (e della Coppa America) Doug Peterson, a Maurizio Cossutti.

In tanti conoscono lo studio Cossutti Yacht Design per i suoi progetti vincenti nel mondo delle regate ORC (vari modelli Italia Yachts, Arya 415, NM 43, M45…), le centinaia di ottimizzazioni su scafi di successo, oppure per le barche di serie per un grande cantiere come Bavaria (per cui lo studio, che ha come socio Alessandro Ganz, ha disegnato l’intera gamma “C-Line”).

Ma Cossutti è anche un grande appassionato estimatore dell’epoca dello IOR (“Ho iniziato a regatare su queste barche”, ci racconta il designer friulano) e lo testimoniano i refitting che ha curato chirurgicamente negli ultimi anni: come quello dello Swan 44 Pride, la barca che nel 1981 fu la sfidante della prima edizione della Nioulargue, che poi diventerà Les Voiles de Saint Tropez, quello dell’half-tonner Cagliostro che a breve toccherà l’acqua o dello Swan 38 Mascalzone Latino. Ma non divaghiamo.

La “sfida” di Cossutti

Un compito non facile, per il pur esperto Cossutti, riportare a nuova vita il Doktor Faust, rispettando il progetto originale di Doug Peterson del 1978. La barca, gemella della vincente (e più celebre) Karina Von Forell, fu realizzata nel 1982 su commissione del chirurgo Faraco (poi passò in mano al figlio Ernesto Faraco) in uno dei cantieri migliori dell’epoca per la costruzione in alluminio. Il mitico SAI Ambrosini di Passignano sul Trasimeno, in Umbria, fondato dall’ingegnere aeronautico milanese Angelo Ambrosini, dove presero vita ben tre Peterson 42: prima il già citato Karina Von Forell, poi il Doktor Faust e Orangebay.

I lavori di restauro sono stati lunghi e complessi, spiega Cossutti, a cui fa eco Filograna: “Si è trattato di mettere le mani su pezzi lavorati e ideati da grandi esperti dell’alluminio. In primis non dovevamo fare danni“. Una volta che la barca è stata portata in Puglia, ha iniziato il suo “tour” dei cantieri: dal fabbro per le modifiche sullo scafo in alluminio (alcune cruciali, come ci racconterà a breve Cossutti), in falegnameria per gli interni, la verniciatura in un altro capannone.

Addio skeg

Il primo, radicale intervento è stato fatto sulla chiglia“, spiega Cossutti. “Abbiamo deciso di eliminare lo skeg (l’estensione/protezione a poppa della chiglia delle barche che hanno un timone montato sulla linea centrale, ndr) e sostituirlo con un più moderno timone sospeso in carbonio realizzato da Apulia Composites.

doktor faust rimozione skeg
Da sinistra a destra, come è cambiata la carena del Doktor Faust con la rimozione dello skeg

Togliere lo skeg è già di per sé un’operazione difficile, figuratevi farlo in uno scafo in alluminio, dove è stato necessario rimodellare le strutture interne, spostare il piede d’elica, ri-effettuare gli allineamenti. Ovviamente, abbiamo mantenuto il timone a barra. Per quanto riguarda la chiglia trapezoidale originale, abbiamo agito in maniera conservsativa“.

Coperta, rigging, piano velico

Poi, la coperta: “Per rendere la barca più moderna e facilmente gestibile, abbiamo “deforestato” il ponte semplificando il piano di coperta (guardate il progetto qui sotto per capire l’operazione di semplificazione, ndr) e rinviando le manovre nel pozzetto e approntando barber per fiocchi. Il risultato è un vero e proprio “flush deck”“.

piano di coperta doktor faust
Il progetto di razionalizzazione del piano di coperta del Doktor Faust

Cambiamenti importanti sono arrivati anche nel rigging e nel piano velico. “Abbiamo, assieme a Ciccio Manzoli che aveva realizzato in passato un profilo per la barca, modificato l’albero. L’armo è passato da testa d’albero a frazionato e abbiamo acquartierato le crocette per eliminare le volanti (e spostato le lande a poppa. Anche in questo caso è stato un bel lavoro!)”.

piano velico doktor faust
L’evoluzione del piano velico di Doktor Faust

Doktor Faust naviga ed è velocissima

Adesso la barca naviga, finalmente, nella sua nuova livrea azzurro chiaro. La parola passa nuovamente a Cesare Filograna: “Far rivivere il Doktor Faust è stato un immenso dispendio di energie e costi (a proposito, grazie al mio amico Giuseppe Solidoro, un braccio destro imprescindibile).

poppa doktor faust
La poppa del Doktor Faust, piccola e triangolare, tipica dei progetti IOR di Doug Peterson

Ma ne è valsa la pena. La barca era un pezzo di storia della vela che meritava di essere recuperata, senza se e senza ma. Una barca nata e pensata per la regata, che doveva tornare sui campi di regata ad ogni costo. A lottare – e vincere – contro progetti che oggi chiamano cruiser-racer, ibridi. Perché a pensarci bene, è come se una Formula 1 degli anni ’80 (il Doktor Faust) si mettesse a competere con le macchine sportive di oggi. Può decisamente dire la sua!”.

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Il Peterson 42 Doktor Faust nella sua nuova livrea

Prosegue Filograna: “La barca di bolina va fortissimo, alle portanti nonostante il disegno IOR, con il baglio massimo a centro barca e la poppa stretta non balla, grazie al lavoro di ottimizzazione di Maurizio e alla nuova pala del timone. Fino a che si naviga in dislocamento, è incontenibile: dopo vent’anni che era ferma, alla sua prima regata, con vele di fortuna riadattate (che ci hanno fornito dal Comet 50 Verve) e senza gennaker, alla prima boa di bolina abbiamo girato secondi in reale. Ho ospitato a bordo anche Ernesto Faraco, che mi ha donato tutti i trofei vinti dalla barca negli anni. E’ stato bellissimo”.

Bentornata Doktor Faust!

Se volete seguire tutti gli aggiornamenti sulla barca e sulle sue avventure, esiste una pagina Facebook dedicata.

Eugenio Ruocco

 

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2 commenti su “Doktor Faust. Così hanno salvato una barca mitica dall’oblio”

  1. ‘Abbiamo navigato e regatato dall’89 al 93 sul Doktor quando era di proprietà di Lello Gazzotti era una barca divertentissima con un sacco di vele che si usavano all’epoca: tall boy, blooper, drifter. In vacanza anche in equipaggio ridotto. Sono feliice che sia rinata.

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