Il nuovo Y9 (27 m), ovvero la ricerca della perfezione secondo YYachts
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I cantieri Premium nel mondo delle barche a vela sono nati per accontentare i sogni più sofisticati degli armatori più esigenti. Un cantiere che costruisce barche custom o semi custom ha quindi il compito di accontentare le esigenze più specifiche dei suoi clienti, ma anche di tenere fede alla propria filosofia e proporre agli armatori la propria visione. L’Y9 di YYachts (27,40X6,80 m) è nata, da un’idea del vulcanico Michael Scmidt, per andare incontro alla richiesta di un armatore che però cercava qualcosa di diverso, almeno inizialmente.
“In realtà”, svela Schmidt, per l’Y9 “i clienti erano interessati ai 100 piedi di lunghezza. Tuttavia, da questa dimensione in su – secondo la mia esperienza – gli yacht diventano sproporzionatamente costosi perché molti componenti devono essere per forza costruiti su misura. Con la nostra esperienza, abbiamo quindi portato il comfort di uno yacht di 100 piedi su una lunghezza di 90 piedi. Con il nostro nuovo Y9 entriamo nel segmento dei super yacht”.
Y9 – Estetica e progetto
La linea della barca, il cui progetto è stato concepito dall’archi star americano Bill Tripp, è molto omogenea con gli altri modelli della produzione YYachts. Il cantiere tedesco costruisce si barche dall’anima custom, ma ci tiene comunque a mantenere una certa somiglianza tra i modelli prodotti cosi da renderli identificabili. Per questo motivo anche l’Y9 non rompe gli schemi: la tuga è bassa e mostra un “occhio” di vetro che la contorna e la arricchisce esteticamente. Come si usa nei maxi yacht la tuga si arresta a poppa dell’albero, aprendo un’ampia superficie piatta pulita verso prua.
A rompere un po’ con la tradizione del cantiere c’è stata una precisa richiesta del cliente, la realizzazione di una copertura rigida, quasi totale, del pozzetto. Si tratta di un hard top che lascia all’ombra il quadrato esterno, lasciando scoperta solo la zona dei winch, spostata a poppa, e la timoneria. Una scelta fortemente voluta dall’armatore per offrire il massimo comfort alla zona pranzo esterna, che anche in piena estate resterà in ombra.
Il fondatore di YYachts Michael Schmidt ha raccontato: “Con i suoi 90 piedi di lunghezza, lo yacht ha anche un buon rating e con il suo piano velico può essere in grado di vincere alcune regate come la St Barths Bucket, la Superyacht Cup o la Maxi Rolex Cup” . Il proprietario voleva anche avere uno yacht che in rada, all’ancora, fosse privo di rumori. YYachts ha utilizzato quindi dei pannelli solari sulla tuga in modo che non sia necessario utilizzare il generatore di notte”.
Y9 – La filosofia
Per il resto c’è la filosofia che il fondatore di YYachts predica semplicità: per essere veramente godibili, da un armatore con media esperienza nel mondo delle barche a vela, queste devono essere essenzialmente semplici. Per Schmidt infatti prima di aggiungere una manovra nuova o un nuovo elemento a bordo occorre riflettere sulla sua utilità e se il proprietario abbia realmente bisogno di quest’elemento. Più cose si aggiungono su una barca come questa più possono esserci maggiori difficoltà costruttive e potenziali difficoltà per l’armatore. Per questo motivo il piano velico dell’Y9, per esempio, è studiato per essere performante anche senza rinunciare al fiocco autovirante.
Sviluppandolo verticalmente, il piano ha sufficiente potenza ma non necessita di vele con la base molto lunga, quindi più facili da manovrare in navigazione. Ampio spazio anche alle manovre automatizzate, che consentono di potere navigare a vela senza avere un equipaggio numeroso: basta l’armatore e un paio di marinai per avere le forze necessarie a fare veleggiare questo maxi di 90 piedi.
LA PRESENTAZIONE COMPLETA DELLA BARCA SUL NUMERO DEL GIORNALE DELLA VELA CARTACEO DI DICEMBRE-GENNAIO
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