Dufour 35, il piccolo grande capolavoro in vetroresina (10m) di Michel Dufour

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Dufour 35 – Michel Dufour; 1971-1982
Dufour 35 (10,75 x 3,48 m), progetto di Michel Dufour; in produzione dal 1971 al 1982

Con gli Anni Settanta si raggiunge una sorta di nuova frontiera della nautica, la vetroresina entra prepotentemente sul mercato del diporto e le prime Whitbread Round the World Race lanciano la vela verso una stagione nuova. Sono gli anni delle grandi regate e delle grandi barche, ma sono anche gli anni del boom della piccola nautica, l’era d’oro del diporto e dei piccoli-grandi capolavori. Tra questi ultimi, sebbene in sordina sfuggita alla grande celebrazione, è indubbiamente presente una piccola, ma grande, francese, barca potente, atlantica: il Dufour 35.

Dufour 35, capolavoro di Michel Dufour

Prodotto e venduto in 450 esemplari, dal 1971 al 1982, il Dufour 35 è un 10 (dieci e settantacinque) metri eccellente, barca particolarmente marina e dai volumi sorprendenti, abbondanti e confortevoli. Scafo d’eccezione, soprattutto con venti medio-forti, fu a suo modo rivoluzionario, tanto da essere ancora apprezzato oggi, nonostante un colpo d’occhio forse più difficile di altri. Larga al baglio e dalla breve tuga un po’ pronunciata, non è infatti una barca immediatamente iconica, ma certe bontà sono da scoprirsi per gusto acquisito.

Dufour 35
Dufour 35

Dufour 35 – Progetto e Navigazione

Disegnato dalle sapienti mani di Michel Dufour, già autore del tanto iconico quanto rivoluzionario Arpège (1969), il Dufour 35 è un connubio di tradizione e innovazione, uno scafo dalle linee potenti e bilanciate, gentile sull’acqua e maneggevole oltre sorpresa.

Lungo 10.75 metri fuori tutto (LOA), 8.48 al galleggiamento (LWL) e ben 3.48 al baglio massimo, si tratta di uno scafo generoso, pensato per la navigazione più impegnata, stabile con mare formato e particolarmente propenso alle andature boliniere, dove eccelle con venti medi e/o sostenuti. Figlio dell’Arpège, ne riprende le linee e l’ampio baglio, assicurando così generosi volumi a barca sbandata, tali da aumentarne il galleggiamento e la conseguente velocità critica, come anche slanci pronunciati a rendere la navigazione morbida anche su mari formati.

Dufour 35 – Michel Dufour; 1971-1982

[NOTA] Secondo la concezione per cui uno scafo (dislocante) non andrà mai tanto più veloce di quanto la sua lunghezza al galleggiamento (LWL) non possa concedergli, teoria vuole che più lunga sia la LWL, più veloce possa andare uno scafo. Di conseguenza, aumentandone il baglio, oltre alle necessarie qualità marine recepite, all’aumentare del vento, con lo sbandare dello scafo aumentava per necessità anche la LWL, incrementando così la velocità limite della barca stessa.

Oltre a linee d’acqua così generose , lo scafo è tra i primi compositi in vetroresina, con spessori particolarmente abbondanti rispetto gli standard odierni e presenta una coperta in sandwich di balsa, dettaglio che ne alleggerisce le sovrastrutture, mantenendo i pesi verso il basso, migliorandone la coppia raddrizzante. In termini di appendici, la deriva è a pinna incapsulata e zavorrata per circa 2.6 tonnellate su di un dislocamento complessivo di 6/7. Il timone invece, a barra o a ruota in base alle configurazioni, è dotato di skeg, e presenta un pala lunga e profonda, sebbene in realtà di piccola superficie, qualità che sottolinea il notevole equilibrio delle linee d’acqua, per un ottimo rapporto tra centri velici e di deriva.

Dufour 35
Dufour 35 #12 in cantiere; si noti il timone profondo e relativamente snello

Piccola, ma solida e dallo slancio potente, il Dufour 35 è un piccolo gioiello, agile nella manovra e generoso in navigazione. Non appena superati i 12/15 nodi rivela appieno le sue qualità, scappando veloce nelle raffiche, mantenendo però sicuro e protetto il suo equipaggio, accoccolato in un pozzetto profondo, quasi sventato dalla tuga, che ben devia spruzzi e mare. Oltre i 20 nodi e a incrementare, prese le giuste mani e con le corrette vele di prua, scivola potente nell’acqua, rimanendo morbida al timone e ben sicura, solida nel suo spostarsi anche con mare in prua, quasi trasmettendo fiducia nel suo stesso scafo, apparentemente pronto ad affrontarne sempre di più.

Boliniera affezionata, anche a barca sbandata offre manovre correnti agevoli e riparate, riportate in pozzetto o sulla tuga, concedendo all’intero equipaggio il riparo del pozzetto, salvo per drizze e terzaroli, posti all’albero, ma gestibili in sicurezza, grazie a mole e volumi che non concedono molto spazio al mare, a vantaggio di un rollio morbido che fa sentir sicuri.

Dufour 35
Dufour 35 #12 in cantiere; si evidenziano qui bene volumi e baglio abbondante

Dufour 35 – Armo

Armato in testa d’albero, il Dufour 35 è uno sloop dal piano velico particolarmente equilibrato, tendente ad essere sotto-invelato per i venti più leggeri, ma eccellente con venti medi e superiori. Dotato di un albero passante particolarmente ‘abbondante’, non soffre in condizioni impegnative, in particolar modo se il centro velico è ben gestito, fattore a cui viene in aiuto un secondo strallo prodiero su cui armare yankee, trinchette e tormentine, vele che continuano a garantire ampia potenza anche con oltre 20 nodi, situazione in cui in realtà la barca si rivela ancora particolarmente piacevole.

Per le andature portanti, era originariamente previsto uno spinnaker, spesso però sostituito da vele asimmetriche, quali gennaker o mps, più gestibili ad equipaggio ridotto e libere dal tangone. Ovviamente, in questi ultimi casi, si rende necessario un bompresso, non previsto nei progetti originali e quindi spesso installato in maniera ‘artigianale’ dagli armatori, solitamente amovibile e installato tra pulpito e musone, soluzione che si rivela comunque funzionale, sebbene teoricamente imprevista.

In termini di manovre, in pozzetto troviamo due coppie di winch per mura, destinate alle e vele prodiere, mentre la randa, dotata di trasto carrellabile, si presenta subito a poppa del tambuccio, servita da paranco con strozzatore. Sulla tuga invece, due ulteriori winch per mura servono le regolazioni di vang, base, amantiglio e quant’altro vi si voglia portare, mentre ulteriori 2 winch all’albero sono destinati alle drizze e ai terzaroli. Lungo la coperta corrono i carrelli delle vele prodiere, separati in due tronconi nelle prime versioni, ma successivamente portati a singola rotaia.

Dufour 35 – Cantieri Dufour, 1971. Armo e Piani Velici originali
Tipologia di Armo Sloop armato in testa d’albero
Randa 25 mq
Genoa (Medio) 49 mq
Genoa (Pesante) 43 mq
Fiocco 1 32 mq
Fiocco 2 23 mq
Yankee variabile
Trinchetta variabile
Tormentina 7.5 mq
Spinnaker 103 mq
Fonte: Cercle Voiliers Dufour

Dufour 35 – vivibilità e interni

Per quanto riguarda gli interni, è necessario contestualizzare il periodo, la dimensione e la tipologia di utenza cui la barca apparteneva. Negli Anni Settanta le compartimentazioni interne erano innanzitutto mirate alla fruizione in navigazione, soprattutto sulle barche da crociera come questo 35’, barche pensate per poter affrontare viaggi impegnativi e conseguentemente attrezzate per poter gestire le possibili condizioni incontrate. In luce di questa sua destinazione d’uso, il Dufour 35 presenta infatti volumi particolarmente abbondanti per un 10 metri, volumi garantiti appunto dal baglio più che generoso, funzionale quindi non solo alla performance, ma anche all’abitabilità della barca stessa. Oltremodo spazioso per la sua classe, il Dufour 35 alloggia infatti fino a 8/9 persone, sebbene in spazi molto condensati, ma dalle altezze confortevoli, intorno al metro e novanta, numeri tutt’oggi rari per la stazza.

Dufour 35 – Interni della variante con cuccetta poppiera

Progettato per la navigazione oceanica, si presenta quindi come una barca particolarmente confortevole, con arredi essenziali ma non necessariamente spartani, dominati dal legno e da ampi appoggi e tientibene correnti. In termini di layout, si tratta di una compartimentazione convenzionale, con cuccetta poppiera, cucina quadrato, bagno e triangolo di prua. Accedendo dal pozzetto infatti, un scala amovibile (accesso vano motore) affaccia a sinistra sulla cucina e a dritta sul carteggio. Ambedue ergonomicamente piacevoli, si rivelano postazioni sicure anche con mare formato, dove gli spazi ridotti garantiscono appoggi sicuri.

A poppavia del carteggio, nelle versioni in cui è prevista, si trova invece la cuccetta poppiera, non particolarmente comoda da raggiungere e, altrimenti, sostituita da un secondo ampio gavone in pozzetto. In quadrato un divano a C con tavolo centrale abbassabile ed espandibile ospita facilmente 8 persone, affacciando sulla panca di dritta, mentre a murata sono presenti due ulteriori cuccette sopraelevate, offrendo 5 posti letto già solo in salone. Procedendo verso prua, un bagno privato con doccia separa gli spazi, per arrivare al triangolo prodiero, dotato di ulteriore cuccetta e ampie compartimentazioni di stivaggio.

Dufour 35 #12 in refit – si notino le cuccette alte a murata, chiuse in questo caso, per accedere ai comparti di stivaggio. Quando aperte, le sponde diventano schienali per i divani. Prive di materasso, le cuccette posso essere luoghi di stivaggio a loro volta. Oltre la paratia poppiera, cucina e carteggio.

Dufour 35 – mercato, vantaggi e svantaggi

Osservando invece il mercato, il Dufour 35 si rivela una barca desiderata oltre ogni aspettativa e non solo per le sue qualità, ma anche per il rapporto qualità prezzo. I prezzi infatti, in base alle condizioni dello scafo, oscillano tranquillamente tra i 15 e i 40.000 euro, con picchi di 45/50 per barche pressoché nuove e aggiornate in toto. Una fascia di prezzo a dir poco eccellente sia per coloro con un portafoglio più ampio, sia per chi volesse invece uno scafo di qualità e fosse disposto a metterci mano. Insomma, un mercato che offre sia scafi pronti e perfetti per l’uso, sia barche da sistemare, o progetti ideali. Ovviamente, da considerarsi rimane l’età dell’imbarcazione, che oscillerà tra i 40 e i 50 anni, richiedendo quindi ispezioni un po’ più attente, soprattutto per quanto riguarda le condizioni dello scafo, della coperta e degli impianti elettrici. In termini di motorizzazione, difficile trovare barche ancora dotate dell’originale, nota che vale anche per la strumentazione e gli impianti di bordo, che influenzeranno di conseguenza i range di prezzo.

In termini di note positive, ovviamente si tratta di una barca sicura, estremamente marina e capace di offrire comfort anche nelle navigazioni più impegnative. Certo, l’età presenta i suoi rovesci di medaglia, perché se poche barche sono così spaziose entro le sue lunghezze, si ha anche a che fare con standard ormai ben diversi e, quindi, è da tenersi a mente la notevole differenza tra il nostro contemporaneo e il suo tempo. Inoltre, l’età richiede attenzioni differenti, con controlli magari più frequenti ed eventuali refit da prevedersi.Complessivamente però, rispetto al valore di mercato, il vantaggio risulta particolarmente sorprendente e, fatte le giuste considerazioni e tenute a mente le proprie necessità, un Dufour 35 potrebbe essere una vera e propria svolta nel proprio approccio al mare.

Dufour 35 preparato per una circumnavigazione del globo

Sempre sull’onda di articoli legati alle barche del passato, siano grandi classici, intramontabili youngtimer o semplicemente piccole gemme perse nella memoria, non perdete gli articoli precedenti, come quelli che verranno. Nel dubbio, qui il link al precedente e iconico Nautor Swan 65, progettato da Sparkman & Stephens nel 1969.


Dufour 35 – Scheda Tecnica

Dufour 35 – Cantieri Dufour; 1971 – 1982 Caratteristiche Tecniche da Progetto
Lunghezza Fuori Tutto (LOA) 10.75 m
Lunghezza al Galleggiamento (LWL) 8.48 m
Baglio Massimo 3.48 m
Pescaggio 1.81 m
Tipologia di Carena Deriva Strutturale a pinna e timone con skeg
Dislocamento 6,298 kg
Zavorra  2,622 kg
Velatura  74.35 mq
Materiale Costruttivo Vetroresina + Sandwich in Balsa
Motorizzazione Originale Linea d’Asse – Volvo MD 2B 25 HP
Serbatoio Carburante Originale 130 L
Serbatoio Acqua Dolce Originale 300 L
Cabine 1
Posti letto 8/9
Servizi  1
Esemplari prodotti #450 (1971-’82)

Articolo redatto anche attraverso le esperienze dirette dell’autore (scafo #12; 1972).

A cura di Doi De Luise

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2 commenti su “Dufour 35, il piccolo grande capolavoro in vetroresina (10m) di Michel Dufour”

  1. Grazie, tutto vero, verissimo. Sono un felice possessore di un Dufour 35, acquistato anni fa (era in condizioni pietose) refittato personalmente, opera morta portata a zero sabbiatura trattamento anti osmosi, murate e coperta riverniciate, impianto elettrico, etc etc. Oggi abbiamo una barca meravigliosa e sicura.
    Ho la barca a Porto Garibaldi e in una uscita c’è stato un salto di vento 51 nodi di bora, con i giusti accorgimenti, nessun problema.
    Grazie ancora per l’articolo
    Alberto Tassinari

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