La patente nautica italiana è materia bollente. Da maneggiare con cura. Dopo la pubblicazione dello sfogo di Pietro Calvelli (qui per leggere la polemica) che elencava, a suo avviso, cosa non funzionava nella nuova patente nautica, è arrivata la risposta di Confarca, l’associazione delle scuole nautiche.
Confarca, tramite i suoi avvocati, ribatte punto su punto alle affermazioni di Calvelli.
Vi consigliamo di leggere con attenzione le precisazioni di Confarca, sono interessanti e spiegano il perché di alcune scelte a prima vista opinabili. Sta a voi esprimere la vostra opinione. Attendiamo commenti, possibilmente raccontando le vostre esperienze personali.Il dibattito è aperto!
Patente nautica – Le precisazioni e le spiegazioni dell’associazione scuole nautiche
Ecco la lettera ricevuta che contiene interessanti e necessarie precisazioni:
OGGETTO: www.giornaledellavela.com – articolo del 18.10.2022 di Pietro Calvelli
“Patente nautica. La devi fare, ma non ti insegna a andare in barca”
Richiesta pubblicazione di rettifica ai sensi dell’art. 8 Legge n. 46 del 1948.
Egregio Direttore,
abbiamo avuto modo di leggere, con un certo disappunto, l’articolo a firma Pietro Calvelli, pubblicato sul sito internet della Vs. rivista “il Giornale della Vela” in data 18/10/2022 dal titolo: “Patente nautica. La devi fare, ma non ti insegna a andare in
barca”.
Pertanto, in nome e per conto della Confarca, associazione di categoria delle autoscuole, studi di consulenza, scuole nautiche e centri di revisione, anche al fine di tutelare i propri associati, si ritiene opportuno puntualizzare quanto segue.
Quanto alla prima parte dell’articolo: “Patente nautica: business, prevaricazione, inefficienza”, non si comprende perché il termine “business” sia utilizzato in un’accezione negativa, dal momento che ci si riferisce ad attività economiche lecite e correttamente esercitate (fino a prova contraria).
Peraltro, lo stesso Yacht club Romagna, di cui il Sig. Pietro Calvelli risulta Presidente, non sembra affatto disdegnare il vituperato “business”, in quanto organizza e pubblicizza sul proprio sito ufficiale “corsi che ti aiuteranno ad otteneremvelocemente e senza sforzi la tua patente nautica” a partire da € 390,00…
Quanto alla “prevaricazione”, non è dato rinvenire nell’articolo alcuna circostanza, fatto od episodio che possa giustificare l’uso di un termine simile, che appare quindi del tutto immotivato.
Inoltre, al di là del tono polemico, l’articolo contiene una serie rilevante di inesattezze ed errori che meritano di essere segnalati. Andando con ordine:
- Vero che per molto tempo la patente nautica è stata rilasciata dai c.d. Circoli, ma è altrettanto vero che – proprio per arginare le numerose e ricorrenti irregolarità – si rese necessario un provvedimento normativo ad hoc negli anni ’90.
- Quanto ai requisiti richiesti per lo svolgimento dell’attività di insegnante, per cui – secondo il Sig. Calvelli – occorrerebbero: “la patente da 10 anni e le disponibilità per una fideiussione da 60.000 euro ”, la lettura dell’art. 49-septies Codice della Nautica sarà sufficiente a verificare l’erroneità di tali affermazioni. Inoltre, proprio la previsione di una disposizione dettagliata come quella citata, impedirà alle Città metropolitane e/o Provincie di regolamentare in senso più restrittivo l’attività in questione.
- il D.M. dell’ 8 agosto 2021 (non di ottobre, come riportato dal Calvelli) non impedisce affatto alla Lega Navale ed alla Federazione Italiana Vela di organizzare i corsi per il conseguimento della patente nautica, ma chiarisce – una volta per tutte – che queste associazioni (senza scopo di lucro) potranno svolgere tale attività unicamente nell’interesse dei rispettivi associati e, comunque, fuori dal perimetro entro cui operano le scuole nautiche con gli strumenti della concorrenza e del mercato, con un’imposizione fiscale che sfiora il 63%.
- Quanto ai corsi on-line questi, come è emerso in seguito all’utilizzo generalizzato in ambito scolastico durante il periodo di emergenza Covid, non possono assicurare una preparazione adeguata dei candidati ed è un errore ritenere superato il modello di didattica “in presenza” presso le scuole nautiche e, quindi, anche presso i C.I.N..
- Quanto alle certificazioni obbligatorie, ad un anno dall’entrata in vigore della norma, chiunque operi nel settore potrà confermare come la preparazione dei candidati nelle prove pratiche sia notevolmente migliorata. Non crediamo davvero che tale novità possa rappresentare un problema per qualche velista affermato, come non lo è stato per il giovane campione di automobilismo o motociclismo “costretto” a conseguire la patente B come ogni cittadino, in ossequio al principio costituzionale di eguaglianza.
- La figura del privatista non è stata abolita! Per cui è assolutamente priva di fondamento l’affermazione del Calvelli secondo cui vi sarebbe: “l’obbligo di farsi presentare da una scuola ritenuta tale”.
- Nel settore delle scuole nautiche non esiste alcuna situazione di “monopolio” (a rigore: “la concentrazione dell’offerta del mercato nelle mani di un solo produttore”). Le scuole nautiche in Italia sono oltre 2.500. Dunque il Sig. Calvelli potrebbe, volendo, aprirne una, essendo stato il settore “liberalizzato”.
- Quanto alla divisione della prova teorica da quella pratica, questa novità è stata dettata semplicemente dalla necessità di ottimizzare le esigue risorse umane a disposizione delle Capitanerie di Porto e delle Motorizzazioni. Le Commissioni di esame si formeranno e opereranno in maniera più razionale sulla base del numero dei candidati, solitamente minore in sede di esame pratico.
- Quanto ai giorni destinati agli esami, come noto, le Amministrazioni pubbliche operano nei giorni feriali e, pertanto, l’esame patente nautica non può che essere sostenuto in tali occasioni. Si confida che la presente, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47/’48, abbia l’onore di essere pubblicata sulla Vs. prestigiosa ed ottima rivista, con la medesima evidenza concessa all’articolo del Sig. Calvelli.
Cordialmente.
Avv. Enrico Murmura
(ufficio legale Confarca)
22 commenti su “Patente nautica: l’associazione delle scuole replica alle accuse”
Egregio direttore buongiorno.
Leggo la risposta dello Studio Legale di Confarca e mi permetto , da istruttore LNI ma in via del tutto personale, di obiettare su alcuni punti.
Il DM 8 agosto 2021 non impedisce alle associazioni di settore, LNI e FIV di preparare gli allievi ad andar per mare con criterio e formazione marinaresca (scopo principale della nostra Associazione) ma impedisce purtroppo di presentarli all’esame per l’ottenimento della patente nautica. Questo perché i CIN non possono rilasciare la certificazione obbligatoria delle 5 ore di pratica.
E qui vorrei che lo studio legale che segue Confarca mi desse una motivazione valida per la quale SOLO le scuole nautiche debbano essere le depositarie di questo privilegio. Tanto più che gli istruttori esperti velisti, di cui le Scuole nautiche debbono essere dotate per poter esercitare la loro attività, sono ad oggi formati solo da LNI e FIV.
Noi forniamo gli istruttori, che tra parentesi debbono essere presenti anche in commissione d’esame per la patente, ma non possiamo certificare 5 misere ore di formazione pratica.
Altro punto: mi spiace non avere la stessa opinione dell’Avvocato Murmura sul fatto che oggi gli allievi risultino più preparati di prima.
Non è cambiato nulla rispetto a prima, e confermo quanto detto dal Sig Calvelli: i corsi per il conseguimento della patente nautica NON insegnano ad andar per mare ma sono solo finalizzati all’ottenimento di un titolo (business).
Proseguendo: la figura del privatista non è stata formalmente abolita ma se un privatista vuole affrontare l’esame patente DEVE presentare la famosa dichiarazione delle 5 ore di pratica: e indovini chi gliela può rilasciare? SOLO una scuola nautica!
Concorrenza: certo, le scuole nautiche sono tante quindi non c’è monopolio. Vero.
C’è però un MONOPOLIO sostanziale in questo settore delle scuole nautiche che sono riuscite con un’operazione lobbistica, ad escludere il resto delle associazioni dal settore patenti nautiche. Ma non per fortuna dalla formazione marinaresca.
Direi che gli altri punti sui quali l’Avvocato si è soffermato sono poco o per nulla impattanti sul focus principale: se vuoi fare la patente nautica DEVI passare attraverso una Scuola Nautica che certifichi le 5 ore di pratica. Anche se hai fatto decine di giornate e di miglia in barca assieme ad un istruttore esperto velista LNI o FIV.
In altre parole: il pezzo di carta della certificazione conta più della reale preparazione del candidato. Purtroppo.
Con la speranza che l’Avvocato Murmura possa leggere queste mie considerazioni la saluto cordialmente.
Claudio Branchesi
Sono un ex regatante e vado a vela da quando avevo 12 anni. Prima le serve e poi sono passato ad un sesta classe IOR sino ad arrivare ad un 46 piedi..
Condivido il pensiero di Claudio Branchesi e confermo che il conseguimento della patente nautica, sia a vela che a motore, non insegna assolutamente a navigare.
La prova pratica dovrebbe contemplare sia la navigazione (almeno un paio d’ore) che l’ormeggio, ancoraggio compreso. Ovviamente con un vento superiore a 12 nodi.
Grato per l’attenzione, auguro buon vento a tutti.
Avv. Guglielmo Martignetti
Bisogna chiarire una volta per tutte che la patente nautica e un titolo per il comando, tra l’altro un titolo di stato che come le lauree ha valore legale e fa punteggio in molti concorsi statali.
Per questo motivo il corso patente, a differenza di quanto si aspetta l’utente non è e non dovrebbe essere un corso per imparare a navigare.
Il corso prepara all’esame per essere nominato comandante. Non è neanche obbligatorio, infatti la legge prevede di presentarsi da privatista.
Ci si augurerebbe che chi si iscrive al corso, o si presenta all’esame da privatista sia già MARINAIO
Purtroppo per molti è ed è stato l’entry level per navigare. Qui sta il misunderstanding.
In Capitaneria a Ravenna non accettano all’esame privatisti, tantomeno se non hanno 5 ore di esercitazioni pratiche certificate da una Scuola Nautica.
Condivido completamente le affermazioni del sig. Claudio Branchesi.
LNI Chioggia
Caro Branchesi, alla Sua perfetta esposizione (che condivido integralmente) mi permetto di approfondire un solo punto.
Infatti i Decreti invocati come “fonte del diritto ad-excludendum” di Federvela e LNI sono monchi e zoppi: viene inserito l’obbligo per le scuole nautiche a certificare le 5 ore nell’art. 49-septies MA NULLA AGGIUNGE O TOGLIE ALLE ASSOCIAZIONI A LIVELLO NAZIONALE, che sono infatti richiamate e regolamentate dal successivo 49-octies e che sono ESPLICITAMENTE riconosciute come possibili preparatrici agli esami per le patenti nautiche.
Il Decreto in questione modifica molti ma non tutti gli articoli del C.N.D.: per un elementare principio di continuità legislativa ciò che non è stato cambiato, resta in vigore.
Ma sulle “ingenuità concettuali ” della Direzione Generale del Ministero giova ricordare la vicenda degli istituti Nautici: nel “vecchio” Codice erano inclusi nel 49-septies come “attori” al pari delle scuole nautiche, nel Decreto sono stati “espunti” nella riscrittura del medesimo articolo e, quando la Direttrice Scolastica del Polo di Imperia ha scritto al Ministero lamentando che una interpretazione letterale della C.d.P. di Imperia impediva all’Istituto di presentare propri allievi agli esami, un Dirigente del MIMS SMENTIVA entro UN MESE , il 16 febbraio 2022, affermando che “secondo una consolidata tradizione giuridica, costantemente espressa nei regolamenti provinciali di disciplina dell’attività di scuola nautica”, gli Istituti Nautici potevano certificare le ore di pratica. IN SOSTANZA CORREGGEVA L’ART.49-septies DEL DECRETO!
Mentre il 49-octies restava immutato per quanto riguarda la preparazione agli esami.
Un cordiale saluto e, ovviamente, “buon vento!”
Voglio esprimere il mio pensiero sul pezzetto di plastica (patente nautica) sono uno che ha navigato per mare per anni con barche da pesca dove si acquisisce la massima esperienza per conoscere il mare con le sue insidie. A un certo punto della mia vita decido di prendere la patente nautica, 7 mesi di scuola, 800€ di spesa,agli esami carteggio bene,quiz sbaglio 4 risposte,bocciato. Che fregatura!
Premettendo che ammetto serenamente la mia ignoranza desidererei che mi fosse chiarito se le scuole nautiche della Lega Navale Italiana possono ancora preparare i propri soci certificandone anche le prescritte ore di prove pratiche in mare. Se si, cosa dovremmo indicare e richiedere alla Capitaneria di Porto competente. Ringrazio e porgo cordiali saluti.
Domenico buonasera, la risposta è facilissima: i CIN della Lega Navale e FIV possono preparare gli allievi all’esame patente ma NON possono certificare le 5 ore di pratica.
Quest’ultima cosa è, ad oggi, a solo appannaggio delle scuole nautiche.
Ciò vuol semplicemente dire che se, per assurdo, oggi chiudessero tutte le scuole nautiche NESSUNO potrebbe più prendere la patente nautica.
Buon vento.
Gentile avvocato murmura,
Probabilmente lei vive dove non c’è il mare oppure fa finta di vedere la realtà.
Cordiali saluti Michelangelo Impagnatiello
@ Domenico Argento: potrebbero presentare un gruppetto di alluevi per gli esami.
La C. P. Li rifiuta sostenendo che i C.I.N. non possono certificare le ore.
Il C.I.N. denuncia per abuso di ufficio il sottoufficiale/ufficiale che ha fatto il rifiuto,. e rivolge istanza al Ministero di chiarire i dubbi ( come ha fatto per gli Istituti Nautici.), pena la richiesta al TAR del Lazio di sospensiva di tutti gli esami .
Salve, ho la patente nautica a motore entro le 12 miglia, da quasi 20 anni. Volevo avere anche quella vela ed ho fatto un corso di vela presso la lega navale, ma non possono certificarmi le 5 ore di navigazione a vela previste dalla normativa. E nella provincia di Siracusa, dove la tradizione marinara si tramanda dai tempi di Archimede non c’è nessuno che e’ abilitato a rilasciarla. Vorrei capire a chi dovrei rivolgermi???
Buongiorno a tutti. Si o un istruttore lega navale e il mio pensiero è questo: a cosa servono le 5 ore di attestazione? Devono verificare se so andare in barca e conosco la normativa? Indipendentemente dal numero esiguo di ore che sicuramente non mi trasmetteranno nulla a cosa servono poi gli esami con la guardia costiera? O devono attestare che sono idoneo a sostenere gli esami? È un vero peccato perché quell’attestato te lo fanno pagare molto caro
Carissimi tutti, sono un patentato da ormai più di 30 anni e da SEMPRE la patente nautica non ti insegna ad andare per mare, ma le regole per farlo, per la tua e la sicurezza altrui.
Il resto è solo e sempre stato esperienza.
Sono favorevole alla patente? Certamente si, meno favorevole a c
erti “imbrogli” burocratici tipo la cassetta medica o la non previsione di un telefono satellitare oltre un certo limite di navigazione dalla costa …… ma siamo in Italia che ci vuoi fare?
Questa è l’Italia e noi Italiani vediamo solo quello che ci conviene
La lobbi delle autoscuole è potente e a vinto anche per la moto e l’auto ecc. Devi passare da loro pagando profumatamente
“Questa è l’Italia e noi italiani”…”è potente e a vinto”
Beh, visto che ci siamo complimenti per l’italiano è la sa grammatica 🙂
Assolutamente nulla di strano! I corsi della LNI insegnano le basi ma di certo non l’esperienza! Così come i corsi di scialpinismo del CAI non insegnano a sciare! L’esperienza è il collante indispensabile tra i corsi di navigazione ed il divertimento, finalità alla quale tutti puntiamo avendo in mano la patente.
Sono d’accordo con quello che dice il Sig. Branchesi, ma vorrei aggiungere anche, io ho la patente nautica da 25 anni, vela e motore oltre, sono andato a scuola per due mesi due sere la settimana, ho imparato un sacco di cose molto importanti per la navigazione, ora mi chiedo, chi prende la patente oltre, in quelle scuole dove in tre fine settimana, cosi dicono ,ti preparano per l’esame, quando vai a navigare non ti ricordi piu niente, non sai nemmeno leggere una carta nautica, io che navigo spesso fra Italia e Grecia, ce ne sono tante di quelle persone.
Saluti
Paolo
Buongiorno, con la presente vorrei porre un quesito.
La Cp Cagliari Sezione Diporto e patenti nautiche, alla presentazione del certificato attestante l’effettuazione di 5 ore complessive di manovre ai sensi dell’articolo 3, comma 1 del Decreto 10 agosto 2021 , rilasciato dal Sig. A. Melis, titolare della Scuola Nautica “SHARDANAUTICA” sita in Sassari (SS), risponde come segue: La presente per informarla che la dichiarazione da Lei presentata presso questo ufficio non potrà essere considerata valida in quanto il punto 5 dell’art 2 del regolamento provinciale Citta Metropolitana di Cagliari prevede che : “ Le esercitazioni pratiche devono essere svolte nell’ambito del compartimento marittimo ove saranno sostenuti gli esami”.
Il Decreto del 10 agosto del 2021 all’Art.3 Disposizioni generali sulle prove di esame riporta quanto segue:
1. L’esame per il conseguimento delle patenti nautiche e’ pubblico e consiste in una prova scritta e in una prova pratica di manovra, da tenersi in giornate e con commissioni d’esame diverse secondo modalita’ di organizzazione proprie dell’ufficio competente. E’ ammesso all’esame il candidato che abbia effettuato almeno cinque ore complessive di manovre, svolgendo il programma di cui all’allegato D, su imbarcazioni o navi da diporto utilizzate per l’insegnamento professionale, attestate da una scuola nautica. L’esame si intende superato all’esito favorevole di entrambe le prove.
Nel decreto non si parla di compartimenti marittimi, ma semplicemente di scuole abilitate chiedo cortesemente di poter avere delucidazioni in merito.
In attesa di Vostro positivo riscontro porgo distinti saluti.
Carlo Raffaele Marcialis
Forse i misunderstanding sono rimasti troppi, visto che in Capitaneria a Ravenna non esaminano candidati che non abbiano la certificazione di aver frequentato 5 ore di esercitazioni pratiche presso una Scuola Nautica.
Neppure se prima ha vinto la Giraglia.
Premetto di essere un istruttore FIV (allenatore), socio LNI, esperto velista, ecc ecc…
Sulla querelle “patenti nautiche” temo che abbiano ragione un po’ tutte le parti:
– ha ragione la LNI nel sostenere che sono gli unici enti che promuovono il diporto (però vorrei consigliare ad alcuni presidenti di sezione di curare con maggiore zelo la preparazione dei propri istruttori…)
– hanno ragione le scuole nautiche a denunciare la concorrenza sleale delle associazioni senza scopo di lucro, che di fatto lucrano vendendo le patenti nautiche senza l’imposizione fiscale che hanno loro in quanto aziende.
Il legislatore ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte lasciando tutti scontenti: CIN, scuole nautiche e utente finale.
Personalmente adotterei il sistema britannico: se vuoi andar per mare vai pure, la responsabilità è solo tua. Probabilmente avremmo molti meno problemi e incidenti nautici dal momento che oggi un documento ti autorizza a navigare anche se non sai navigare (e tanti si sentono comandanti grazie a un documento our non avendo le competenze).
Il vero problema è la nostra cultura italiana superficiale: consideriamo la patente nautica un punto di partenza quando dovrebbe essere un punto di arrivo.
Personalmente ho aperte tutte le opzioni: scuola nautica attraverso la mia società, scuola di vela FIV, CIN della mia sezione LNI…mi adatto a quello che proporrà il legislatore.
Ma il vero punto della questione è la coscienza con cui vengono fatte le cose. Qualunque strada verrà presa, siamo pronti (TUTTI: CIN e scuole nautiche) a portare agli esami velisti preparati? Sotto tutti i (tanti) aspetti della marineria? Non basta aver vinto una Giraglia per essere ottimi comandanti, come non è sufficiente una memoria di ferro per imparare i quiz dell’esame.
Serve umiltà in mare; rispetto del mare e degli altri. Umiltà di essere coscienti di dover imparare sempre e comunque qualcosa: quando si va per mare non si smette mai di imparare.
Non penso che sia un problema legislativo, qualunque strada sceglierà il legislatore (e sottolineo di essere aperto a tutte le opzioni sul tavolo, sono pronto a tutte le alternative; quindi mi sento fuori dalla contesa). È un problema di buon senso e di cultura e ci vede tutti responsabili.
Impegniamoci tutti a rispettarci a vicenda: i CIN senza fare concorrenza sleale alle scuole nautiche e le scuole nautiche insegnando vela e marineria (e ne conosco tante di scuole nautiche dove si impara ad andare per mare molto meglio che in tanti CIN delle LNI!)
Sarebbe già un bel punto di partenza.
La cosa più grave è stata di fatto abolire la possibilità sostenere l’esame da privatista. Oltretutto la potente lobby delle scuole nautiche, che pare siano le uniche a rilasciare il certificato delle 5h di pratica, guarda caso non offre la possibilità di fare solo 5h, ma vende pacchetti da più uscite a partire da 4/500 euro.
Questa Italietta è sempre più un colabrodo capitalista.