La Route du Rhum di Giancarlo Pedote: “è stato frustrante ma so quanto valgo”
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Giancarlo Pedote e Prysmian Group hanno chiuso al 16mo posto la Route du Rhum tra gli Imoca 60, un risultato “sofferto” per il velista toscano che puntava, coma altre volte ha dimostrato di saper fare, di regatare in top 10. La perdita del fiocco J2 a inizio regata, una vela che si utilizza soprattutto di bolina fino ai 25 nodi di vento, è stata il momento decisivo che ha condizionato il resto della corsa di Prysmian, pur con una seconda parte in grande rimonta.
Giancarlo Pedote racconta la sua Route du Rhum
Per Giancarlo Pedote questa Route du Rhum era una tappa di avvicinamento al Vendée Globe 2024, in vista del quale lo skipper conta di portare a termine alcuni importanti upgrade al suo Imoca. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente in Guadalupa, per farci raccontare a caldo se sensazioni dopo questa prova non facile che è stata comunque portata a termine. Abbiamo sentito un Pedote molto determinato da un lato, nella convinzione di potersela giocare nella parte buona della classifica, ma anche un po dispiaciuto per come è andata questa Route du Rhum e con un pizzico di frustrazione per non avere ancora a disposizione un mezzo competitivo.
Forse è stata la regata più “difficile” da quando vai in classe Imoca?
No, non direi, quest’anno ho avuto spesso problemi al pilota e quella è roba molto più grave perché mette a rischio la sicurezza della barca, però le performance quelle si sono state compromesse. Questo della vela era un problema che è accaduto e sul quale alla fine c’era poco da fare. La mancanza della vela ha pesato molto sull’aspetto strategico e di classifica della regata, perché ti mette in una condizione di pura frustrazione, soprattutto nel mio caso che parto con una barca che non mi consente di stare coi primi. Perdendo la vela è diventata durissima, con alcune scelte strategiche che non erano fattibili perché avrei avuto troppa navigazione da J2, nonostante una buona prima parte di cui sono contento, e un’ottima seconda parte nell’Aliseo.
Come si sopperisce alla mancanza del J2 in una regata come la Route du Rhum?
Non c’è una soluzione efficace al problema, dato che è una vela che sarebbe servita per quasi metà regata. Ho provato alcune differenti configurazioni: ho navigato con la randa e il J3, completamente sbilanciato perché il 3 è molto piccolo, con un sacco di carico sui timoni, per averne di meno dovevo terzarolare ma allora perdevo molta velocità. Ho provato a usare il FR0, che è una vela tipo un code molto piatto, che si può usare in certe condizioni anche in bolina, ma appena il vento saliva era problematico gestirlo. Insomma alla fine ho cercato di arrangiarmi con quello che avevo, ci sono riuscito e finalmente siamo entrati nell’Aliseo e abbiamo abbandonato le condizioni di bolina da J2, ma è stata dura da digerire.
La seconda fase nell’Aliseo ha dato inizio a un’altra regata, hanno pagato anche i lavori alla nuova prua?
Sulla velocità che avevo fondamentalmente paga il risultato della prua e del lavoro di 4 anni, anche se abbiamo un piccolissimo team sono molto contento del lavoro di sviluppo. Se rivediamo la regata nell’Aliseo rispetto alle barche della stessa generazione della mia sono quello che ha tenuto le medie migliori. E questa è la cosa che un po’ mi lascia del rammarico, perché sono un competitore e vorrei giocare dove penso di esser in grado di giocare. Credo che adesso serva fare un salto in avanti nei mezzi da investire sulla barca -avevo le stesse vele del Vendée Globe – che resterà questa, ma arriveranno i foil nuovi e io ritengo che sia necessario allargare anche il team per essere più competitivo. Servono professionalità più eterogenee che mi aiutino a sviluppare le performance in tutti i settori, e il nostro piccolo team ancora non è a questo livello.
Quale sarà la prima regata in cui vedremo la barca con i nuovi foil e come saranno?
Ripartiamo subito per l’Europa, e andremo in cantiere per iniziare i lavori per i foil nuovi, che non saranno a C ma piuttosto classici come le altre barche. Per la Primavera del prossimo anno ci saranno i primi test ufficiali dei nuovi foil e li proveremo anche in regata, vedremo quando in base a quanto dura il cantiere. Poi la Jacques Vabre sarà l’appuntamento clou della prossima stagione.
Mauro Giuffrè
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1 commento su “La Route du Rhum di Giancarlo Pedote: “è stato frustrante ma so quanto valgo””
Ebbene sì, il romanticismo del navigatore solitario che con due amici e un paio di pacche sulle spalle attraversa competitivo l’oceano è definitivamente tramontato.
Novizi, penso ad una novizia in particolare, che approdano nella classe IMOCA inquadrati in un team di comprovata esperienza che forniscono un pacchetto rodato con un po’ di malizia e talento riescono da subito a fare bene.
Giancarlo, vali sicuramente più di quanto credi, tutti valiamo più di quanto immaginiamo e le circostanze a volte fanno sembrare altrimenti…
Non dimentichiamo che in questo istante vi sono ancora più di 60 regatanti in corsa… e si stanno facendo un mazzo per portare a termine la loro prestazione!