Route du Rhum: vittoria con record di Caudrelier, ma c’è un tragico epilogo
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Doveva essere una festa a Point a Pitre, in Guadalupa, l’arrivo del primo concorrente della Route du Rhum, Charles Caudrelier sul maxi trimarano Edmond de Rothschild, ma un brutto incidente ha cambiato completamente l’atmosfera dell’arrivo. Una barca a motore, con a bordo membri dello staff dell’organizzazione e alcuni giornalisti, nelle fasi a ridosso dell’arrivo di Caudrelier, si è ribaltata e due persone hanno perso la vita.
Il comunicato della Route du Rhum
Con alcune righe diffuse ai media l’organizzazione della regata ha dato la tragica notizia:
“Questo mercoledì 16 novembre, nella baia di Pointe-à-Pitre, durante l’arrivo del vincitore della Route du Rhum – Destinazione Guadalupa, una barca a motore si è rovesciata con undici persone a bordo. Le condizioni dell’incidente sono ancora da accertare, ma ha provocato la tragica morte di due passeggeri, due membri della società OC Sport Pen Duick, che organizza la regata transatlantica. “I nostri pensieri sono rivolti alle famiglie dei nostri due dipendenti e a tutti i nostri team che sono stati profondamente colpiti da questo incidente”, ha dichiarato Hervé Favre, Presidente di OC Sport Pen Duick”.
La vittoria con record di Caudrelier
Un tragico evento che ovviamente toglie il sapore di festa alla vittoria di Caudrelier, che tuttavia ha un grande valore tecnico e sportivo. Lo skipper di Edmond de Rothschild, già vincitore di un Volvo Ocean Race come skipper di Dongfeng, ha dominato la regata rimanendo in testa per la maggior parte del tempo. E a proposito di tempo, c’è da stropicciarsi gli occhi a leggere il cronometro fatto segnare dal francese: 6 giorni, 19 ore, 47 minuti e 25 secondi. Il tempo di riferimento è stato sbriciolato, migliorando di 19 ore il record di 7 giorni e 14 ore che apparteneva a Francis Joyon dal 2018. Circa due ore dopo ha tagliato il traguardo anche François Gabart su SVR Lazartigue, anche lui quindi sotto il tempo di riferimento.
Le parole del vincitore della Route du Rhum tra gli Ultim
“Questa Route du Rhum è stata una gara di velocità permanente. All’inizio è stato faticoso e dopo cinque ore di gara i miei muscoli erano tesi, mi sembrava che i bicipiti stessero per scoppiare. E alla fine il dolore è passato, il corpo si abitua a tutto! Ricordo il passaggio alle Azzorre dove ero a contatto con François (Gabart n.d.r.). L’ho chiamato sul VHF e gli ho chiesto se stava bene. Ha detto “sono molto felice di essere qui”, il che significava in contatto. Così ho spinto a fondo, pensando che non mi avrebbe seguito, perché mi sono detto che la sua barca è più leggera, più fine e forse meno resistente della mia. Abbiamo superato i limiti del ragionevole. Andavamo a 40-45 nodi con mare grosso e avevo un po’ di paura. Ero molto stanco e a un certo punto volevo addormentarmi. C’erano 20 nodi di vento, la barca ne faceva 40 e il pilota è andato in stallo. Ho fatto appena in tempo a buttarmi sul timone e ho evitato per un pelo una strambata. Ho visto lo schermo dell’anemometro e il vento era effettivamente aumentato a 33 nodi, non me ne sono nemmeno accorto. La gara sarebbe potuta finire lì. Stavo approcciando la Guadalupa e avevo il ricordo di come era andata a François l’ultima volta (perse la regata per un problema tecnico nel 2018 a poche miglia dal traguardo n.d.r.). Avevo molta paura che andasse male”.
Mauro Giuffrè
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