E’ stato il suo sport preferito. Amava dire “La vela è l’unico sport che non richiede alcun sforzo fisico”. Albert Einstein non fu solo il più grande scienziato del XX secolo, ma fu anche un ottimo velista malgrado la sua salute fosse cagionevole. E fu proprio a causa di una malattia al cuore che si dovette ritirare a Caputh, vicino a Berlino, in una casetta che dava sul lago. Finalmente avrebbe potuto praticare il suo sport preferito.

LE BARCHE DI ALBERT EINSTEIN
Il 14 marzo 1929, giorno del suo 50esimo compleanno, alcuni ricchi amici gli regalarono la barca dei suoi sogni, il Tummler (delfino). Si trattava di un delizioso sloop di 7 metri esatti, largo 2,35 m, con una deriva mobile che ruotava su perno che portava il pescaggio da 0,33 a 1,25 m, dotato di un entrobordo da 6 cv.
Il piano velico, moderno per l’epoca, aveva una grande randa di 16,05 mq, una trinchetta di 3,95 mq e un bel fiocco di 8,25 mq. Sottocoperta una cabina con due cuccette. Tummler era costruita in legno su progetto dell’ingegner Adolf Harms, che ne era anche il costruttore. “Quando le sue mani impugnano il timone, Albert Einstein racconta con entusiasmo le sue ultime idee scientifiche ai suoi amici. Conduce la barca con la gioia e la leggerezza di un bambino” scrive il suo biografo Rudolf Kaiser.

Ma nel gennaio 1933 Einstein deve scappare in America, a seguito della presa di potere di Hitler. La sua barca viene sequestrata e venduta a un dentista. A guerra finita, nel 1945, il grande scienziato cerca di ritrovare la sua adorata barca. Le ricerche sono vane. Ma Einstein non smette mai di praticare la vela.
Sceglie per la sua vecchiaia una barca meno impegnativa di 5 metri, il Tinef, con cui usciva appena poteva a Huntington, Long Island, vicino all’università statunitense dove insegnava. Sino alla sua morte, nel 1955.