Swan 65 S&S, la barca icona (19m) che è il sogno di ogni velista

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Shirlaf
Swan 65 S&S – Shirlaf

Esistono barche destinate a popolare i nostri sogni, quasi ossessioni. Scafi che sanno offrire un senso di libertà altrimenti irraggiungibile, fendendo l’acqua in un tripudio di adrenalina ed emozioni. Non più oggetti, ma creature vive, da comprendere, addomesticare. Oggetti sacri con cui entrare in simbiosi. E, forse, è ancor più vero quando ci si guarda alle spalle, quando si ripensa a quelle icone e a quelle young timer d’eccezione che dal secolo scorso continuano a farsi valere travolgendo un’epoca intera, classici senza tempo. E nessuna raggiunge lui, iconico tra i cigni di Pietersaari, lo Swan 65 firmato Sparkman & Stephens, vincitore della prima Whitbread Round the World Race (oggi the Ocean Race), coronamento delle filosofie degli anni Sessanta e primi anni Settanta.

Swan 65 S&S, la barca icona (19m) che tutti cercano

Al suo debutto lo Swan 65 è lo scafo più grande costruito dal cantiere, un progetto ambizioso, apice della produzione Nautor Swan. Progettato da Sparkman & Stephens, è una barca eccellente, connubio perfetto tra performance e lusso. Filante e slanciato, lo Swan 65 rispetta tutti gli standard IOR Mk III (International Offshore Rule), e si qualifica come risposta ideale alla crescente richiesta di scafi sempre più grandi e performanti. Verrà prodotto in ben 41 esemplari, dal 1971 al 1989, e diventerà presto il cruiser-racer per definizione, canone di tanti progetti a venire. Per Sparkman & Stephens è il coronamento di una linea di sviluppo che porta ai grandi racer degli Anni Settanta, glorificata dall’incredibile vittoria ottenuta dal Sayula II nella Whitbread Round the World Race del 1973/74 e dalle fortunate partecipazioni successive, coronate da un 2° e 5° posto nel 1977/78.

Sayula II
Swan 65 S&S – Sayula II

SWAN 65 S&S – Progetto e Navigazione

Lungo 19.86 metri (LOA) e largo 4.98 al baglio massimo, lo Swan 65 è un progetto forte della lunga collaborazione tra Nautor e Sparkman & Stephens. Un flush-deck particolarmente pulito caratterizza le linee di coperta, maturazione di soluzioni già messe a punto sullo Swan 48, mentre le compartimentazioni interne sono riprese in maniera eccellente dallo Swan 55, coronamento lussuoso per uno scafo già eccellente in performance. Dal disegno classico, tipico degli anni sessanta, la poppa ha un taglio tradizionale, slanciato fuori dall’acqua, e la lunghezza al galleggiamento (LWL) lo dimostra appieno, con oltre 5 metri di differenza da quella fuori tutto (LOA 19.86 m – LWL 14.33 m). Caratteristica che sul 65 favorisce le andature boliniere, a barca sbandata, aumentandone la lunghezza al galleggiamento e, conseguentemente, il respiro e la velocità della barca.

In navigazione con venti degni di nota lo Swan 65 si trasforma, infatti, in un qualcosa di unico, pura estensione del suo equipaggio. Non appena la raffica inizia a sdraiare lo scafo, con la falchetta verso l’acqua, è sorprendente come sembri subito prendere vita, rivelando pienamente i suoi bisogni, perché possano essere soddisfatti, agevolati. Nonostante carichi e forze siano particolarmente evidenti, risulta snella, leggera, e mantenerne l’assetto in equilibrio è quasi istintivo. L’acqua si apre sotto lo scafo con una naturalezza rara e l’esperienza di bordo risulta quasi diversa da qualsiasi altra, con lo scafo palesemente vivo sotto di sé e i carichi altissimi che lo trascinano oltre, come chiedendo sempre di più. Eppure, nonostante le superfici veliche e i volumi abbondanti, il complesso risulta sempre e comunque gestibile, con linee d’acqua gentili e un centro velico equilibratissimo che la rendono ‘docile’ al timone, pacata, nonostante tutta l’energia che sembra come intrappolata nello scafo, pronta a sfondare.

Swan 65 S&S - Kanenas #40
Swan 65 S&S – Kanenas (#40) di bolina (foto dell’autore)

Realizzato interamente in GRP (Glass Reinforced Polyester – Vetroresina), lo Swan 65 presenta volumi e tonnellaggi importanti, con un rateo dislocamento-zavorra che varia dal 31% dei primi 19 scafi prodotti, al 39% di tutti i successivi. Un aumento di oltre 3.5 tonnellate di zavorra varia infatti tra le due versioni, con 31.8 tonnellate complessive (10.t di zavorra) nei primi esemplari, e oltre 35.3 nei successivi, di cui ben 13.9 t di sola zavorra. Soluzione mirata a incrementare le performance dello scafo, specialmente in condizioni meteo-marine particolarmente complicate, dove la nuova coppia raddrizzante aiuta nella gestione complessiva.

Swan 65 S&S - Sayula II - Image Courtesy The Weekend Sailor
Swan 65 S&S – Sayula II naviga in mari formati – The Weekend Sailor –

Coperta e tuga sono invece realizzati in sandwich, con un nucleo in schiuma rivestito in vetroresina, alleggerendo così il più possibile i pesi alti, dove viene poi aggiunto il successivo rivestimento in teak. I rinforzi strutturali sono sempre in fibra di vetro, e corrono lungo lo scafo per irrigidirne tutte le componenti portanti, mentre la deriva risulta appesa e imbullonata. Anche la motorizzazione è situata il più in basso possibile, a centro barca, in dinette, appena sopra la sentina, dove un motore tra gli 89 e i 149 cavalli in linea d’asse risulta facilmente accessibile su ogni lato, appena sotto il pagliolato.

SWAN 65 S&S – Armo

Principalmente armato a Ketch per favorire la distribuzione e il bilanciamento della superficie velica, lo Swan 65 è stato prodotto anche armato a Sloop, soluzione che aumenta l’altezza dell’albero per mantenere equilibrato il centro velico. In ambedue le versioni gli alberi sono passanti, con due ordini di crocette in maestra e uno singolo nella mezzana. L’armo è classico, con strallo prodiero in testa d’albero anziché frazionato, gli alberi sono in alluminio e il rigging e le manovre fisse in acciaio inossidabile.

Kings'Legend
S&S Swan 65 – King’s Legend, 2° classificato alla  Whitbread Round the World Race 1977-78.

Per quanto riguarda i piani velici, ambedue gli armi prevedono un ampio set di vele prodiere, con un Genoa al 150% di 126.3 m² nell’armo a Ketch e di 141.4 m² nello Sloop. Il triangolo prodiero offre una copertura fino a 84.2 m² nel Ketch e 94.2 m² nello Sloop, dove la randa copre circa 78 m², mentre è ridotta a 57.6 m² nel ketch, cui però si aggiungono i 25.3 m² della mezzana. In aggiunta, nell’armo a Ketch, può essere issata anche una trinchetta di mezzana di 66.4 m², o una carbonera in soluzioni alternative. Ambedue gli armi prevedono infine uno spinnaker, con superficie di ben 303 m² nell’armo a Ketch, e 339 m² per lo Sloop. Per ovviare i rischi dovuti alla manovra di un tangone (oltre 7 metri) in condizioni difficili, sono previsti due targoni, uno per murata.

Piano Velico / Sail Plan
Swan 65 Sloop
Swan 65 Ketch
Spinnaker
339 m²
303 m²
Triangolo Prodiero / Fore triangle
94.2 m²
84.2 m²
Genoa (150%)
141.4 m²
126.3 m²
Randa / Main
78 m²
57.6 m²
Mezzana / Mizzen
25.3 m²
 Trinchetta di mezzana / Mizzen staysail
66.4 m²

SWAN 65 S&S – Vivibilità e interni

Per approcciare gli interni e la vivibilità dello Swan 65 è, innanzitutto, necessario contestualizzare il tipo di barca e di epoca cui si fa riferimento e, soprattutto, gli usi cui un progetto è inteso. Entrato in produzione nel 1971, lo Swan 65 è figlio degli anni Sessanta, e recupera e migliora molte delle soluzioni sviluppate su modelli precedenti. La coperta presenta, infatti, un ampio flush-deck in teak, con un impennaggio prodiero curvilineo che ne disegna la tuga in maniera morbida, correndo dalla maestra verso poppa, dove delimita e protegge il pozzetto e la timoneria.

Da questo punto di vista è una barca spartana, essenziale, dove forma segue funzione (ciò si delinea in una tradizione classica, con manovre separate e distanti tra loro, per agevolare al meglio gli utilizzi da parte dell’equipaggio) in ergonomie che consentono sempre posizioni agevoli. Ne sono un ottimo esempio i winch più poppieri, posizionati sulla spalla tra pozzetto e coperta, ergonomici sia nell’utilizzo interno che a cavalcioni della spalla stessa, che offre appoggio e protezione anche a barca sbandata.

La timoneria è arretrata, quasi a fondo barca, perché eventuali onde e frangenti in coperta perdano d’intensità prima di arrivarci aprendosi verso i fianchi deviate dalla tuga. Oltre l’albero di mezzana sono posizionate le manovre della randa e delle vele del secondo strallo, mentre, salvo modifiche, la maggior parte delle manovre fisse è a piede d’albero, dove sono installati due pulpiti a protezione di chi si trova a lavorarci. L’accesso sottocoperta è verso il un centro-barca, a un terzo della via tra i due alberi, e porta direttamente nell’ampia zona living.

Swan 65 S&S - Layout Coperta
Swan 65 S&S – Layout Coperta

Gli interni non corrispondono, ovviamente, allo standard moderno. Sono, infatti, pensati per accogliere al meglio durante la navigazione e resi in maniera tale da essere confortevoli nella maggior parte delle condizioni meteo, soprattutto in quelle peggiori. Abbiamo, quindi, una barca studiata, innanzitutto, per essere marina anche sottocoperta, con luci non particolarmente luminose a garanzia di maggior sicurezza e contenimento termico. L’intera lunghezza è popolata da tientibene a soffitto per agevolare ogni spostamento e ogni angolo è soppresso, smussato a limitare ogni rischio. I volumi sono a loro volta studiati per offrire appoggi e appigli, come nel caso della cucina, dove gli spazi non accolgono più di una o due persone, ma garantiscono comfort e sicurezza anche nelle navigazioni più impegnative.

Swan 65 S&S - Interni
Swan 65 S&S – Salone (CCBY)

Il layout è classico, con accesso centrale in affaccio alla dinette, qui si trovano una cucina sulla sinistra e un ampio carteggio a dritta. Il salone offre un ampio divano a C con tavolo centrale e un secondo divano dirimpetto. Procedendo verso prua si trovano due cabine doppie gemelle, con letti singoli a castello sfasato, ognuna dotata di bagno privato. Dalla cabina di dritta si procede oltre, verso quella prodiera, pensata come cala vele, ma in grado di ospitare due cuccette per evenienza. A poppavia si trova invece un’ampia armatoriale a tutto baglio, con bagno privato, carteggio e eventuale divano o seconda cuccetta.

In navigazione gli spazi interni, che talvolta risultano un po’ cupi rispetto agli standard odierni, si rivelano una manna dal cielo offrendo sicurezza e libertà di movimento anche in condizioni particolarmente spiacevoli, con barca sbandata, falchetta in acqua e con onda importante. In questi casi specifici, non ci sono interni migliori di quelli della tradizione, dove ogni passo è assistito, ogni spigolo eliminato e ogni volo o inciampo ridotto da un elemento vicino che accoglie amico.

Swan 65 S&S - Interni
Swan 65 S&S – Interni

SWAN 65 S&S – Mercato

In termini di mercato, lo Swan 65 diventa una barca decisamente più complicata di quanto non lo sia da navigarsi. Infatti, dato lo stato iconico, l’eccellente qualità costruttiva, e i relativamente ‘pochi’ esemplari prodotti, non solo mantiene pressoché lo stesso valore di mercato che poteva avere al momento del suo acquisto (ovviamente, a prezzi aggiornati), ma è anche ricercatissima. Insomma, difficile trovarne uno sotto i 400.000 mila euro, e spesso le condizioni a prezzi così ‘bassi’, non sono delle migliori, richiedendo parecchio investimento per un eventuale refit. Dei 4 scafi presenti sul mercato al momento della redazione di questo articolo, la media si aggira, infatti, sui 510.000 euro, con picchi vicini ai 700.000 €.

 

SWAN 65 S&S – Scheda Tecnica

 

Lunghezza Fuori Tutto (LOA) 19.68 m – 64.57 ft
Lunghezza al Galleggiamento 14.33 m – 47.50 ft
Baglio Massimo 4.96 m – 16.40 ft
Pescaggio 2.9 m – 9.6 ft
Dislocamento 31800 kg – 70000 lbs
Zavorra/ Ballast (primi 19 scafi) 10400 kg – 23000 lbs
Zavorra / Ballast (dal 20° scafo) 13900 kg – 30600 lbs
Motorizzazioni di Serie (3 varianti)
Volvo Penta MD32 89 hp – Perkins H6.354M 115 hp – TMD41A, 148 hp
Serbatoio carburante 1000 l
Serbatoio acqua dolce 757 l
Cabine 3+1
Posti letto 6 (+2 +2)
Bagni 3
Scafi Prodotti #41 (1971-1989)
Design Sparkman & Stephens Inc.
S&S Swan Association: https://www.classicswan.org/swan_65.php

Articolo basato, in parte, anche sulle esperienze dell’autore, che ha navigato sugli scafi #27 e #40.


A cura di Doi De Luise

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