Ineos Britannia vara il prototipo T6 e stupisce per le scelte estreme

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Ineos T6. Si nota un doppio spigolo sullo scafo: oltre a quello che da prua corre verso poppa se ne intravede uno meno netto a poppa, più basso.

Non c’è dubbio sul fatto che quando Ineos Britannia vara una barca per l’America’s Cup spesso c’è da rimanere stupiti. Avevano sorpreso le forme degli AC 75 inglesi della scorsa Coppa, rivelatesi poi fallimentari. e non sono meno sorprendenti quelle del prototipo, nome in codice T6, che gli uomini di Ben Ainslie hanno varato presso la loro base a Palma di Maiorca.

Ineos Britannia – Il nuovo prototipo

L’operazione è simile a quella di Luna Rossa, ovvero realizzare un prototipo della massima lunghezza consentita dal Protocollo, ovvero 12 metri. Una barca laboratorio sulla quale potere sperimentare soluzioni progettuali da applicare poi sul futuro AC 75 con cui si correrà l’America’s Cup nel 2024.

Il T6 di Ineos, progettato con la collaborazione del team di progettazione Mercedes di F1, stupisce per le sue forme “spigolose”, con un doppio spigolo sullo scafo: oltre a quello che da prua corre verso poppa se ne nota uno meno netto, più basso. Lo spigolo principale sembra orientato soprattutto a prua a limitare il rischio di ingavonata, mentre a poppa potrebbe essere utile per limitare lo scarroccio laterale quando la barca tocca l’acqua.

Viene riproposta la “chiglietta”, che sembra più pronunciata nella zona centrale rispetto a quella del prototipo di Luna Rossa, e molto affilata nella parte posteriore. La forma del ponte invece ricorda quella di un’ala, soluzione vista sul prototipo italiano ma che qui sembra essere stata estremizzata con un angolo più evidente.

Ineos Britannia – osare o rimanere conservativi?

Facendo un paragone tra le linee di T6 e quelle del prototipo di Luna Rossa potremmo dire che quest’ultimo, almeno in apparenza, sembra più conservativo e fedele alle linee vincenti dell’AC 75 di Team New Zealand nella scorsa Coppa. Quello inglese mostra un concetto simile, con un’ampia zona piatta in carena utile ad aumentare il lift della barca, ma con soluzioni di design più estremizzate.

Il prototipo di Luna Rossa

Per quanto riguarda la scelta dei foil Ineos è andata in modo netto su quelli piatti inaugurati dai kiwi, mentre Luna Rossa ha navigato in un assetto asimmetrico, con un foil a Y aperta e uno piatto. Difficile potere dire quale dei due progetti possa essere più performante e funzionale in ottica AC 75, ma certamente si tratta di due approcci in parte diversi. Chi avrà ragione? A dirlo sarà l’acqua.

Mauro Giuffrè

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