Yvan Bourgnon ha raccontato balle o non hanno capito il senso della sua impresa?
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Yvan Bourgnon ha “barato”? Pare che il velista svizzero, celebre per le sue imprese fuori dal coro (come la circumnavigazione del globo su un catamarano di 6,2o m nel 2013-2015: trentamila miglia, 27 scali, tre oceani e tredici mari attraversati, 300 scuffie e un naufragio), abbia dormito in hotel, abbia ricevuto assistenza e sia stato addirittura trainato da una barca a motore durante il suo tentativo di record in solitario (71 giorni, nel 2017) per la traversata del mitico Passaggio a nord-Ovest (la rotta, percorsa per la prima volta da Roald Amundsen nel 1906, che unisce l’Oceano Atlantico al Pacifico attraverso l’arcipelago artico del Canada) ed è comparso davanti a un tribunale di Parigi.
Yvan Bourgnon ha raccontato frottole?
Bourgnon aveva attirato l’attenzione mediatica dopo aver compiuto l’ardua traversata sul suo microcatamarano a vela (senza motore) nei ghiacci, raccontando di aver combattuto contro orsi polari e temperature rigidissime. Da solo, senza aiuto.
Tuttavia, una causa in corso nei tribunali francesi, che ruota attorno a una “querelle” sui diritti di sfruttamento delle immagini del documentario dell’impresa, rischia di sbugiardare Bourgnon: secondo la causa, pare che il velista 50enne abbia trascorso numerose notti in un hotel nell’Artico canadese. E non solo, si dice anche che abbia ricevuto assistenza e sia stato persino trainato da una barca a motore olandese in alcuni tratti del Passaggio a Nord-Ovest: un articolo del giornale tedesco NZZ, già nel 2018, sosteneva che Bourgnon fosse stato trainato per oltre 150 chilometri fornendogli anche riparo e viveri a bordo per sei giorni, in un periodo di gelo e bufera.
Scrive Marine Industry: “L’articolo riporta anche le dichiarazioni di un marinaio che sostiene di aver fornito a Bourgnon una catena per l’ancora e che lui le avrebbe chiesto di mantenere il segreto“.
“Io non stavo facendo alcun record!”
Ma come si difende Bourgnon? Nega con convinzione e respinge tutte le accuse. Ha dichiarato di essere stato trainato per un paio di centinaia di metri “in un’occasione” per lasciare una rada.
Ma che prove ci sono? Scrive sempre Marine Industry: “Il Times riporta che la società di produzione del documentario, che aveva montato sei telecamere sul catamarano di Bourgnon durante il viaggio, ha dichiarato al tribunale che le riprese non hanno catturato le prove di alcuni dei racconti più estremi di Bourgnon, tra cui quello di aver respinto un orso polare con un colpo di pistola dopo che questo era salito a bordo del suo catamarano. Mentre si dice che il velista abbia insistito in precedenza sul fatto di aver trascorso l’intero viaggio esclusivamente a bordo del suo catamarano, Bourgnon respinge le accuse negando di aver battuto alcun record“.
“Ho dormito in un albergo, e allora?”, avrebbe dichiarato al quotidiano francese Le Figaro. “Avrei dovuto abbandonare l’impresa?”.
Bourgnon risponde alle accuse anche sulla sua pagina Facebook, raccontando che non ci fosse alcuna intenzione di record senza scalo: “Fare il viaggio senza scalo era un desiderio, non un impegno... Lo racconto anche a pagina 96 del mio libro “Conquerant des Glaces” pubblicato nel 2018. Ho trascorso 4 notti a Taloyoak (nel territorio canadese del Nunavut, ndr) in un alloggio estivo tipo algeco (prefabbricato, ndr)…”.
Se Yvan Bourgnon abbia effettivamente “barato” lo stabiliranno i giudici. La decisione del tribunale è attesa per il prossimo 6 dicembre.
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