Les Voiles de Saint Tropez: le gioie e i “dolori” dei maxi italiani
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Vanno in archivio Les Voiles de Saint Tropez 2022, che hanno visto in acqua dalle piccole sportive ai grandi J Class, per concludere con la settimana dedicata ai maxi yachts.
Unico grande assente è stato il vento che, complice una vasta alta pressione, ha soffiato sempre leggero durante tutta la settimana di regate, non superando mai i 7-8 nodi d’intensità e rendendo le cose più difficili ai tattici.
Les Voiles de Saint Tropez – Fanno festa due italiane

In classe maxi 2 la vittoria è andata al Maxi 72 Cannonball di Dario Ferrari, che ha preceduto in classifica North Star di Peter Dubens e il mitico Wally 100 Magic Carpet Cubed. L’armatore Dario Ferrari, 73 anni, milanese, è il fondatore di Intercos, una delle più grandi multinazionali del beauty nel mondo. Il maxi 72 è un progetto Botin & Partners. La barca è stata costruita da Premier Composite Technologies sotto la guida dei project managers Ilan Graetz e Micky Costa. Un maxi per molti aspetti rivoluzionario, a partire dai volumi di prua inversi.
Cannonball non è l’unica italiana a essere salita sul podio, in classe 3 infatti c’è stato il secondo posto di Capricorno, armata da Alessandro e Rinaldo Del Bono, altra barca mitica della vela italiana.

Il Capricorno di cui vi parliamo infatti è il Reichel Pugh 78’, ex Morning Glory, di cui Nauta Design ha curato l’upgrade completo di coperta interni nel 2005, trasformandolo da racer puro e fast cruiser di lusso per girare il mondo e goderselo a vela su una barca che emoziona ancora.
Dopo i lavori di aggiornamento Capricorno ha vinto l’ARC (con il tempo di 11 giorni, 5 ore, 32 minuti e 30 secondi) a conferma che anche dopo i lavori le performance della barca sono rimaste di grande livello, non a caso il record è rimasto imbattuto per diverse edizioni della transatlantica.
Capricorno con il risultato de Les Voiles si è portato a casa il Mediterranean Maxi Inshore Challenge 2022, Trofeo che racchiudeva le principali prove inshore che si svolgono in Mediterraneo come Palmavela e la Maxi Yacht Rolex Cup oltre che Les Voiles de Saint Tropez. Per i Del Bono potrebbe essere vicino un nuovo inizio, dato che entro il 2024 dovrebbe nascere un nuovo Capricorno, ancora top secret.
Les Voiles de Saint Tropez – I dolori di FlyingNikka
Non possiamo certo dire che sia stata una settimana in discesa per l’equipaggio di Roberto Lacorte che ha dovuto fare i conti con le condizioni peggiori che possa incontrare il foiler disegnato da Mark Mills: il vento leggero. Con aria ben al di sotto dei 10 nodi FlyingNikka, che ricordiamo essere dotata anche di bulbo, per le caratteristiche progettuali che ha non riesce a volare sui foil. In modalità dislocante la barca ha buone prestazioni per essere un 60 piedi, ma doveva vedersela con barche tutte molto più grandi di lei, tra cui anche dei 100 piedi e l’ultimo posto è diventato inevitabile.

Fra l’altro il rating IRC di FlyingNikka le assegna di fatto un numero irreale che non tiene conto di queste situazioni in cui la barca non vola e in generale appare estremamente punitivo nei confronti del foiler anche se ci fossero sempre condizioni perfette per stare sui foil.
Sarà interessante infatti vedere cosa succederà quando la barca correrà in ORC, dove il certificato di stazza, pur con dei fisiologici buchi, si annuncia decisamente più competitivo per la barca di Lacorte. in ogni caso giova ricordare che si tratta di una barca nata per battere i record in tempo reale più che per regatare in compensato, Les Voiles e la Maxi Yacht Rolex Cup erano dei test a cui il team si è sottoposto per sviluppare la barca.
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