Coppa America: la scuffia di Alinghi e le manovre dei team
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Prima o poi doveva succedere e la scuffia di Alinghi Red Bull Racing con l’AC 75 non è una sorpresa, anche se è avvenuta in una situazione atipica. Alinghi si sta allenando a Barcellona dopo avere acquistato la barca numero 1 di Team New Zealand, non impiegata nella scorsa America’s Cup. L’equipaggio dell’AC 75 era al traino quando è stato raggiunto da un violento temporale.
La scuffia di Alinghi a Barcellona – cosa è successo
Alinghi beneficia di una norma del Protocollo in vigore per la Coppa America 2024, che gli concede di scendere in acqua per allenarsi prima dei suoi avversari. Questo perché il team di Ernesto Bertarelli è una “new entry” e il Protocollo concede a in virtù di questo status una finestra di allenamento in più. Queste sono infatti rigidamente regolate e limitate nel numero dal Protocollo.
Con la prima barca dei kiwi Alinghi sta effettuando i test a Barcellona. Durante uno di questi è arrivato un veloce temporale che ha colpito l’AC 75 mentre si trovava al traino. Le raffiche di vento particolarmente intense avrebbero fatto sbandare la barca, che con i foil in assetto da traino si sarebbe sbilanciata. Sembrerebbe questa la dinamica della scuffia di Alinghi, che non ha provocato conseguenze all’equipaggio. La barca è lievemente danneggiata, ma presto tornerà a navigare.
Coppa America – cosa fa Luna Rossa
Dei movimenti dell’equipaggio di Luna Rossa vi avevamo già parlato, a proposito degli ingressi dei nacristi Vittorio Bissaro e Ruggero Tita. Pietro Sibello invece è ormai destinato a rimpolpare le fila di Alinghi, dove, insieme al kiwi Dean Barker, non dovrebbe avere un ruolo a bordo ma è una sorta di coach per guidare l’equipaggio alla scoperta degli AC 75. Per Luna Rossa sono confermati Spithill e Bruni, sarà interessante capire chi prenderà le due ruote del timone, se la “vecchia guardia” Bruni-Spithill o i giovani e rampanti Tita e Bissaro, e che ruolo avrà eventualmente uno dei talenti esclusi.
Luna Rossa nel frattempo è all’opera anche su un altro fronte. Non solo la progettazione del futuro AC 75, ma anche un lavoro di mediazione tra il Comune di Cagliari e Team New Zealand, per portare una tappa delle World Series nel capoluogo sardo. Le World series dovevano svolgersi a Cagliari già nel 2020 se non ci fosse stato il Covid. La città vuole la regata, nei prossimi giorni si capirà se la scelta verrà confermata e se sarà l’unico evento preliminare della Coppa America 2024.
Coppa America – Cosa fanno gli altri
La scuffia di Alinghi è certamente l’argomento del momento, anche perché è l’unico sfidante che al momento naviga. Ci sono notizie però che riguardano anche gli altre due sfidanti, il Challenge of Record Ineos Britannia e American Magic.
Gli inglesi hanno deciso di fare base per l’inverno a Palma di Maiorca, dove navigheranno già tra qualche settimana con l’AC40, il monoscafo foil che verrà poi usato per la Youth e Women America’s Cup e che i team possono impiegare per allenarsi. Palma è in una posizione strategica perché ha buone condizioni meteo anche in inverno. E il team potrà contemporaneamente lavorare all’allestimento della base di Barcellona, non lontana.
American Magic invece conferma per il suo ritiro invernale lo “spot” di Pensacola, in Florida, dove aveva già sostenuto la preparazione alla precedente edizione della Coppa America. American Magic è il team che forse ha messo a segno il “colpo” di mercato più prestigioso, avendo portato tra le sue fila l’australiano, con passaporto americano, Tom Slingsby, già oro olimpico Laser e stella di Oracle. In un pozzetto dove ci sarà anche Paul Goodison e non Dean Barker come nella passata edizione.
Mauro Giuffrè
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13 commenti su “Coppa America: la scuffia di Alinghi e le manovre dei team”
Riprova di quanto sono pericolosi sti scarrafoni volanti e, progettualmente, gli arm foil senza una deriva sono una cagata pazzesca! E anche Lacorte presto si renderà conto di aver buttato un mare di soldi con flyng Nikka solo per vincere in tempo reale il trofeo Cetilar e le poche prove inshore del maxi Rolex.
50 nodi a vela “una cagata pazzesca”…ma dai…
Se con le paperelle scuffiano a rimorchio… È evidente che sono instabili. Per quello Flyng Bocca ha la sua bella deriva e metà del peso nel bulbo. Ma Lacorte si accorgerà che la IMA non cambierà le regole solo per la sua barca.
1) anche le F1 o moto GP sono più brutte e pericolose delle auto o moto “tradizionali” delle concessionarie ma le loro gare sono comunque avvincenti e appassionanti. Inoltre sono la massima espressione della ricerca ingegneristica che poi spesso si traduce in un vantaggio tecnico nella produzione di serie. Analogamente accade per le barche di AC/VOR e quelle da diporto.
2) Flyingnikka ha un bulbo di raddrizzamento altrimenti non avrebbe potuto avere un certificato di stazza. Secondo me se ne vedranno altre così molto presto e comunque a Lacorte andrà riconosciuto il coraggio di essersi mosso per primo esplorando un campo ignoto.
Che ne vedremo altre è sicuro, ma non gli arm. Persico ha già disegnato lo F70 coi foil a C retrattili e timone col trim fatto a posta per volare a pelo d’acqua anche con mare formato e regatare con le special rule, aspettano solo un cliente di lancio.
Anticooooo!
Luna Rossa: spero come tutti di vedere i timoni in mano a Tita-Bissaro e il vecchio Spit alla tattica e pronto a subentrare se dovesse servire con la sua esperienza nelle partenze. Bruni… Boh, lo facessero giocare con lo AC40 o meglio se -non- fa qualcosa sul gommone! Le sue cazzate contro i kiwi ci sono costate 5 delle 7 sconfitte in finale e troppo “spacchiuso” per ammetterlo, non credo che Spit possa sopportare a bordo uno che fa il contrario di quello che gli ordini. Bruni è un fenomeno sui moth, da SOLO!
A mio avviso è stato grave perdere Sibello sia per il suo ruolo a bordo, sia perché è andato a portare le sue conoscenze su Alinghi. Su Checco Bruni non sono d’accordo né sullo “spacchiuso” né sulle sue responsabilità sulla sconfitta. I kiwi erano semplicemente più forti e avevano una barca che mediamente faceva i knt in più di LR a parità di angolo. La vela è uno sport di squadra e non di singoli. È tutto il team a dover crescere indipendentemente da quelli che saranno alla scrivania a progettare, a bordo barca o sul gommone.
Guarda, ti rispondo come ho risposto ad Acquafredda su FB: tre fatti documentati e distinti: un errore da lui ammesso coi bottoni dei foil, gara 4 mi pare, può succedere. Gara 5 si trovava sopravento ai kiwi, toccava a Spit che aveva visuale decidere le manovre e invece di accompagnarli verso il boubdary per costringerli a orzare che ha fatto Bruni? Lo ha scavalcato e deciso lui di splittare sulla parte del campo con meno vento: l’unico sorpasso di tutta la 36 edizione. Infine, penultima regata, ultima boa con un lato di vantaggio, calo di vento, Bruni a chiamare la manovra e che ha fatto? Lo stesso errore dei kiwi alla bolina precedente: la jibe sulla boa murata dalle barche del pubblico e caduto ripassando nel suo sporco, invece di poggiare largo sull’altra con una virata in più. In barca deve comandare uno solo.
Quindi la narrativa che Te Rheutai era troppo superiore al lasco e i kiwi conoscevano meglio il campo (questa vera) se la raccontano per consolarsi. La verità è che con gli AC75 vince chi parte avanti sulla startline e arriva in testa alla prima boa. E Spit li ha surclassati mettendo la prua avanti cinque volte. Magari perdevano lo stesso 7-5 e forse avrebbe bruciato ancora di più.
Ma nessuno mi toglierà dalla testa che senza quei tre errori di Bruni, L.R. si sarebbe potuta trovare avanti 5-1 con due match point e tutt’altro morale a bordo
Io sono contento cosi’. Bisogna solo ringraziare il Sig. Bertelli Patrizio che ci fa fatto e ci farà godere anche tra due anni e se, poi, si vince anche la vecchia brocca, godremo come ricci. Lunga vita a te Sig. Bertelli perché, fin quando tu vivrai, in noi non si spegnerà mai la speranza e la visione di un Sogno: chiamato Americus Cup. Grazie di nuovo, a nome di tutti gli italiani..
Che bel commento. Rispetto!