Ridurre la superficie velica senza fare danni. Ecco come fare

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ridurre la superficie velica
Ridurre la superficie velica รจ fondamentale quando “picchia” il vento. In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che dovete fare

La velatura esposta al vento deve sempre essere commisurata allโ€™intensitร  del vento stesso, affinchรฉ gli sforzi non risultino mai gravosi per lโ€™attrezzatura, pur consentendo la massima velocitร  possibile rispetto allo stato del mare (e alla capacitร  dellโ€™equipaggio).

Ridurre la superficie velica

Con le vele a segno, sappiamo che il vento puรฒ generare, per ogni metro quadrato di tessuto, una pressione dinamica PD pari a:

PD= 0,0627 V2

dove 0,0627 รจ un coefficiente che tiene conto della densitร  media dellโ€™aria a livello del mare e V รจ la velocitร  del vento espressa in metri al secondo. Lโ€™essere PD proporzionale al quadrato di V implica che se la velocitร  del vento raddoppia di intensitร , la forza sulle vele quadruplica.

Ecco quindi che se abbiamo a riva tutta la velatura possibile per 20 nodi dโ€™aria (10 m/sec), รจ sufficiente che essa passi a 28 nodi (14 m/sec) per essere costretti a dimezzare lโ€™area delle vele.

Partendo da vento debole, quando il vento rinforza dapprima si alza un genoa pesante al posto dellโ€™eventuale genoa leggero (nel caso non utilizzate una vela di prua rollabile), poi con continuitร  si deve diminuire la superfรฌcie di entrambe le vele affinchรฉ lo sbandamento della barca non risulti mai eccessivo.

A seconda del tipo di armamento di cui si dispone le modalitร  possono essere differenti. In generale per uno sloop armato in testa dโ€™albero si consiglia di iniziare a ridurre tela prendendo una o piรน mani di terzaroli, dopo che a prua sia giร  stato issato un fiocco di tessuto resistente e prima di passare a ridurre la vela di prua.

ridurre la superficie velica - 1
Ridurre la superficie velica non significa solo tenere meno area di tessuto esposto al vento, ma anche cercare di abbassare il centro di pressione CP per diminuire lo sbandamento. Ad esempio con una mano di terzaroli CP risulta spostato in basso e un poco piรน verso prua; ammainando tutta la randa la barca risulterebbe assai poggiera; bisogna perciรฒ ridurre in modo il piรน possibile simmetrico, affinchรจ la velatura sia sempre ben bilanciata.

Questa operazione comporta lo spostamento verso prua e piรน in basso dellโ€™intera forza trasmessa dal vento alle vele (Figura sopra), perchรฉ sappiamo che questa โ€œspintaโ€ si puรฒ immaginare come tutta concentrata in un unico punto, detto centro di pressione CP (soprattutto nelle andature portanti possiamo pensare CP posizionato circa nel centro geometrico dellโ€™area di tessuto esposto).

In altre parole: quando il vento rinforza la barca riceve una spinta maggiore; per mantenere la stessa velocitร  (cioรจ sfruttare la stessa โ€œquantitร  di spintaโ€ di prima), si diminuisce la velatura a riva; piรน lโ€™area esposta al vento รจ in basso e minore risulterร  lo sbandamento che oltre un certo valore produce solo un enorme spostamento di acqua e un grande sforzo di tutta lโ€™attrezzatura (oltre a una oggettiva difficoltร  di vita a bordo).

Ridurre la superficie velica – Cambio dei fiocchi

Nel ridurre la superficie velica dobbiamo sempre ricordare che se lo yacht ha poca velocitร  ha anche poca manovrabilitร , cosa che puรฒ essere altrettanto pericolosa quanto avere una velocitร  eccessiva. Durante il cambio dei fiocchi (nel caso non utilizziate il rullafiocco) occorre quindi essere assai rapidi per non restare a lungo senza vele di prua, specie in presenza di onda formata.

Lโ€™ideale sarebbe di non trovarsi mai senza fiocco. Ciรฒ รจ relativamente semplice se si dispone di strallo cavo a doppia canaletta: prima si alza il secondo fiocco sulla canaletta libera e si mette a segno la tensione della sua scotta, poi si ammaina quello di area maggiore.

Lโ€™operazione si puรฒ effettuare anche con le vele munite di garrocci. In questa circostanza si staccano dallo strallo uno o due garrocci del fiocco esposto al vento, tra i piรน vicini al punto di mura, cosรฌ da liberare lโ€™inferitura per una lunghezza sufficiente ad incocciare tutta la nuova vela (sempre partendo dal punto di mura e andando verso la penna). Questโ€™ultima dovrร  poi essere preparata bene in chiaro sul lato di sopravento della coperta, vicino alla battagliola.

Infatti il cambio sarร  effettuato al meglio durante una virata: quando la barca entra nella zona di controvento e il fiocco issato comincia a fileggiare, esso deve essere rapidamente ammainato prima che la virata sia completata, cosรฌ che tutto il suo tessuto risulterร  raccolto in coperta dalla parte opposta a quella in cui si trova il fiocco piรน piccolo.

Il prodiere toglie quindi tutti i garrocci della vela appena ammainata e incoccia la drizza di quella da portare a riva, mentre un membro dellโ€™equi-paggio fisserร  le scotte e si preparerร  allโ€™issata, che risulterร  agevolata come se la coperta fosse completamente sgombra. La vela ammainata deve poi essere velocemente gettata sottocoperta, per evitare che possa fornire ulteriore elemento di resistenza alle onde che dovessero irrompere a prua (con mare formato รจ assolutamente da evitare il tenere le vele legate alla battagliola).

Una cosa importante: lavorare a prua in condizioni di mare in tempesta puรฒ essere piuttosto pericoloso per i frangenti che regolarmente spazzano la coperta e per il rischio che lo scafo si ingavoni in un cavo dโ€™onda, con la prua che si immerge e rende problematico anche il semplice tenersi stretti. Quindi: i prodieri debbono assolutamente indossare la cintura ed essere ben legati ad un punto vincolato saldamente alla barca.

Ridurre la superficie velica – Prendere i terzaroli

Mentre a prua si cambiano i fiocchi, la randa viene terzarolata, cioรจ viene abbassata e serrata sul boma per mezzo di una serie di cimette dette matafioni. Ricordiamo la procedura corretta, anche per quanti non dispongono di vang rigido, ma hanno lโ€™amantiglio del boma.

1 – Mettere in tensione lโ€™amantiglio, mollare la scotta di randa e il vang e alzare un poco il boma, sempre agendo sullโ€™amantiglio; questโ€™ultima parte dellโ€™operazione facilita la successiva raccolta della vela, in quanto la parte inferiore della randa รจ piรน โ€œgrassaโ€, cioรจ presenta una eccedenza di tessuto: alzando il boma รจ possibile serrare la parte terzarolata senza che la balumina vada in tensione, impedendo di fatto la manovra.

2 – Calare di drizza e ammainare la randa fino al nuovo punto di mura, fissando il corrispettivo occhiello alla trozza (un uomo alla scotta deve essere attento a mollare o tesare la scotta di randa per ridurre al massimo il brandeggio del boma, facilitando quindi il compito a quanti stanno lavorando allโ€™albero); รจ da notare che la drizza va mollata unicamente quanto basta per incocciare lโ€™occhiello, per non avere poi troppo da recuperare o tessuto in eccedenza che sbatte e non agevola certo la manovra.

3 – Tesare la corrispondente borosa della mano di terzaroli (ovvero tesare la nuova base); se si hanno dubbi sulla sua tenuta, mettere subito una cima di rinforzo anche con piรน volte che, passando nellโ€™occhiello della borosa, abbraccino il boma (questo perchรฉ se la borosa cede รจ matematico che i matafioni riducono la randa a tante fettine).

4 – Rimettere in tensione la drizza, facendo attenzione a tenere lascata la scotta prima di cazzare la drizza a ferro; a questo punto si puรฒ lascare lโ€™amantiglio e tesare nuovamente vang e scotta.

ridurre la superficie velica - randa
Figura 228 – Quando si arrotola la randa, bisogna sempre farlo in modo che una volta legata al boma non si trasformi m una lunga grondaia, capace di trattenere decine di litri di acqua; quindi ricordiamoci che cโ€™รจ sempre un verso preferenziale.

5 – Avvolgere la randa (letteralmente โ€œarrotolarlaโ€ ben stretta) e serrarla al boma mediante i matafioni; fate attenzione che nel legare i matafioni la randa venga a trovarsi dalla parte del boma dove non faccia un โ€œeffetto grondaiaโ€, ma lโ€™eventuale acqua piovana possa scivolare via senza essere trattenuta (Figura sopra).
Quando si vorrร  togliere la mano di terzaroli per issare nuovamente tutta la randa, si potrร  seguire esattamente la procedura inversa.

Ridurre la superficie velica – Il nodo di terzaroli

I matafioni debbono poter essere legati e slegati con estrema facilitร  e rapiditร ; ovviamente il nodo non deve assolutamente cedere.

ridurre la superficie velica - nodi di terzaroli
Ridurre la superficie velica – Il nodo di terzaroli

Per questo motivo come nodo dei terzaroli viene usato un nodo semplice con una delle estremitร  rivolta a doppino, cioรจ come quando si fa il nodo delle scarpe ma con un solo fiocchetto (Figura sopra).

Ridurre la superficie velica – Le vele avvolgibili

Ormai tutti montano comodi avvolgifรฌocchi e avvolgiranda e non si puรฒ dare certo loro torto, se si pensa a quanta fatica in meno fanno fare questi oggetti. Certo la resa รจ un poco inferiore, ma ci si guadagna in relax ed estrema facilitร  dโ€™uso. Infatti รจ normalmente sufficiente mollare di scotta e tesare una apposita cima di riavvolgimento e la vela viene velocemente ridotta (naturalmente se il sistema avvolgibile funziona, ma questi sono problemi che riguardano la qualitร  del sistema, non il suo principio di funzionamento).

Ridurre la superficie velica – A paritร  di area di tessuto esposta al vento, una vela avvolgibile presenta il centro di pressione posizionato piรน in alto rispetto ad una vela tradizionale.

Se la superficie issata al vento di una randa โ€œrullataโ€ non presenta grosse differenze di una terzarolata tradizionalmente (naturalmente a paritร  di area esposta), lโ€™avvolgifiocco presenta invece un difetto: nellโ€™issare un piccolo fiocco non solo si diminuisce lโ€™area, ma si abbassa anche il centro di pressione; questo non succede (o succede solo parzialmente) coi sistemi avvolgibili.

Infatti, per la necessitร  insita nel sistema di dovere raccogliere il tessuto in modo simmetrico, il fiocco avvolgibile, una volta ridotto, presenta lโ€™area esposta al vento a diversi metri di altezza, contribuendo fortemente allo sbandamento.

Per ovviare allโ€™inconveniente il consiglio รจ di predisporre uno strallo di trinchetta, trasformando lโ€™attrezzatura a cutter, contemporaneamente allโ€™installazione del sistema avvolgibile : se il vento รจ davvero forte, si toglie tutta la velatura a prua estrema e si arma una trinchetta. In questo modo i vantaggi sono molteplici: ottima facilitร  di manovra in ogni condizione e, in condizioni estreme, il centro di pressione viene ad essere posizionato piรน vicino al baricentro, quindi maggiore effetto Venturi, ridotto lo sbandamento, la tendenza allโ€™ingavonamento, alla straorza e al beccheggio.

Ridurre la superficie velica – Riassumendo

In Tabella sotto รจ raffigurata la sequenza ideale per diminuire la velatura su un classico sloop in testa dโ€™albero. E perรฒ da sottolineare che ogni barca puรฒ avere un suo โ€œmodo idealeโ€, soprattutto tenendo conto del tipo e dellโ€™etร  delle vele di cui dispone.

ridurre la superficie velica - tabella
Ridurre la superficie velica – Tabella riassuntiva

Infatti un genoa ormai โ€œspanciatoโ€, cioรจ impossibile da rendere piatto verso poppa nonostante si cazzi a ferro la scotta, puรฒ produrre fenomeni di forte sbandamento o straorza simili a quelli normalmente provocati dallโ€™avere troppa randa issata. In questo caso si dovrร  sostituire questo fiocco (o maggiormente ridurlo) il piรน rapidamente possibile, anzichรฉ terzarolare la randa.

Per quanto concerne gli armamenti frazionati (e comunque in generale per tutti gli yachts con lโ€™albero molto avanzato), essi hanno invece bisogno di mantenere il piรน a lungo possibile issata la randa per sfruttarne tutta la potenza: la riduzione della velatura si deve perciรฒ effettuare ben prima partendo dalla vela di prua.

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2 commenti su “Ridurre la superficie velica senza fare danni. Ecco come fare”

  1. Il Genoa ingarrocciato possiamo buttarlo. Sulle barche di serie ormai รจ norma lo strallo con doppia canalina su rollafiocco per J2/solent. Lasciamolo dov’รจ e montiamo uno stralletto in dyneema per le trinchetto. Quando รจ ora di ROLLARE il fiocco, poggiamo e laschiamo, apriamo la trinchetto sopravvento e cazziamo la scottina dell’avvolgitore. Easy e senza perdere velocitร . Benvenuto nel XXI secolo, eh…

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