Fare regatare la barca da crociera, cosa fare con le vele

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fare regatare la barca da crociera
Itacentodue, Ice 61 (18,85 m) di Adriano Calvini progettato da Umberto Felci, un esempio di come fere regatare la barca da crociera con successo

Nella prima puntata su come fare regatare la barca da crociera abbiamo parlato del lavoro da fare su attrezzatura e carena. Adesso facciamo un passo avanti, andiamo a trattare il delicato argomento vele e qualche concetto importante sulle regolazioni dell’albero.

Fare regatare la barca da crociera – le vele

Non spaventiamoci, non è indispensabile fare vele in carbonio o in materiali ultra sofisticati. Se il nostro budget è ridotto possiamo scegliere il dacron o materiali comunque economici. La cosa importante è il disegno e la forma delle vele.

Sarà fondamentale affidarsi a una veleria che dia molta importanza all’operazione di “matchare” le vele nuove con il piano velico e il rig della nostra barca. Più sara “custom” il progetto, più le vele nuove saranno efficaci. Per questo motivo è fondamentale che il velaio venga a bordo a fare le dovute misurazioni, incluso valutare per esempio quanto flette l’albero e quanto sia potente il paterazzo. Servirà a determinare quanto fare più o meno magri i profili di una randa, con il suo giro d’albero, o di un fiocco. Una buona randa in dacron triradiale, inferita senza carrelli, con stecche parziali come si usano sui profili da regata, più allunata rispetto a una da crociera, potrà fare al caso nostro. Con la randa inferita e più allunata guadagneremmo qualche cavallo in più, avremo una barca più orziera e quindi più boliniera già con aria leggera.

Fare regatare la barca da crociera – fiocchi e andature portanti

Per la vela di prua, se regatiamo con l’avvolgifiocco, bisognerà optare per una scelta non troppo estrema, che ci consenta di navigare senza rollare la vela anche con 18-20 nodi di vento. Va bene anche in questo caso il dacron, ma vale quanto detto sopra a proposito di disegno e forme.

Per le vele da andature portanti, se optiamo per avere i gennaker, sarà fondamentale scegliere bene il profilo. Le velerie hanno dei codici, che di solito per le vele in nylon partono dall’A1, una vela per angoli stretti e vento leggero. Per una barca da crociera che vuole partecipare a delle regate a bastone serve a poco. Non ci consente di poggiare a sufficienza, sarebbe da valutare solo se intendiamo fare delle costiere o regate offshore.

Meglio optare per un A1,5 o un A2, vele con forma più rotonda e profonda, che ci consentono degli angoli di poggia più efficaci. Una barca da crociera fa fatica, per le sue caratteristiche di peso e forma dello scafo, a navigare veloce oltre i 140-150 gradi se abbiamo il gennaker e non lo spi e il tangone. Per questo motivo è importante scegliere dei gennaker con profondità ed orecchia generose, che ci consentiranno di fare buone velocità anche alla poggia.

Fare regatare la barca da crociera –  attenzione al rake

L’ultimo accorgimento sarà la regolazione dell’albero. Premettiamo subito che sarà opportuno eseguirla con un rigger professionista, che valuterà in base al nostro albero che tensioni dare alle sartie, e se le stesse abbiano bisogno o meno di essere sostituite.

La regolazione del rake, ovvero la distanza che c’è dalla testa d’albero e un punto posizionato al centro della poppa, è cruciale. Molto spesso le barche da crociera hanno gli alberi con troppo poco rake, quasi appruati. Questo ci impedirà di avere buoni angoli di bolina, con il nostro rigger valuteremo quindi la massima misura di rake possibile da dare alla barca in base alle sue caratteristiche e tenendo anche conto del tipo di vele che abbiamo.

Mauro Giuffrè

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