Barca orziera o neutra: cos’è meglio quando navighiamo a vela?
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A volte capita di sentire dire a un timoniere con disappunto: “la barca è orziera“, o piuttosto con soddisfazione “è neutra“. In quest’ultimo caso significa che potremmo anche lasciare la barra o ruota e la barca a vela, di bolina, andrebbe dritta senza cambiare direzione. In apparenza potrebbe sembrare questa una dote, dato che uno scafo neutro generalmente sarà “facile” da timonare e poco impegnativo. Tuttavia il fatto che la barca non inizi ad avere una lieve tendenza orziera a partire dagli 8 nodi non è segnale di buone performance.
Barca orziera – a cosa serve
Avere una barca orziera, che inizia a darci mordente sul timone dagli 8 nodi di vento, si traduce in qualche grado all’orza guadagnato di bolina, utile sia se facciamo regate sia se in crociera dobbiamo navigare a vela per raggiungere una meta controvento, e non abbiamo voglia di accendere il motore. C’è di più: soprattutto quando navighiamo con vento sotto i 10 nodi e a barca poco sbandata, avere una leggera tendenza orziera ci aiuta ad aumentare il carico sulle appendici, sul timone in particolare, migliorando la loro efficienza. Riusciremo quindi a contenere un po’ anche lo scarroccio, ottenendo numerosi benefici almeno fino ai 15 nodi di vento. Sopra quest’intensità avere una barca troppo orziera significa dovere scontrare spesso il timone, rallentandola, e lascare molta randa. Occorre trovare un equilibrio, adattando la forma delle vele e trovando un compromesso con la regolazione dell’albero.
Barca orziera – molto dipende dal rake
Il rake è la misura che c’è tra la testa d’albero e un punto al centro della linea di poppa della barca. Più questa lunghezza si accorcia, con la testa che si avvicina alla poppa, più avremo una barca orziera, e viceversa. Il rake di una barca si regola principalmente in due modi: la lunghezza dello strallo e la posizione del piede d’albero. Più spostiamo quest’ultimo in avanti, più la testa andrà indietro, modificando il rake e aumentando il carico all’orza grazie allo spostamento del centro velico.
Barca orziera – la lunghezza dello strallo
Scegliere la giusta lunghezza dello strallo, aldilà della regolazione che andremo poi a fare sulla tensione, sarà decisivo per potere modificare il rake. Per questo è importante, se acquistiamo uno strallo nuovo, sia esso per regata con tuff luff o con avvolgitore, non sbagliare con chi ce lo fornisce la lunghezza del cavo. Sbagliare in difetto, con uno strallo troppo corto, penalizzerà la bolina perché avremo un albero troppo appruato. Viceversa, se lo strallo è lungo, si può intervenire con la regolazione dell’arridatoio o in casi estremi accorciandolo. Capire quale sia la lunghezza dello strallo giusta, e quanto rake dare alla barca, sono delle operazioni che vanno eseguite sotto la guida di velai e rigger professionisti e cambiano da barca a barca e in base all’utilizzo che se ne fa, crociera o regata.
Mauro Giuffrè
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1 commento su “Barca orziera o neutra: cos’è meglio quando navighiamo a vela?”
Avete dimenticato di ricordare l’influenza anche del taglio delle vele e della corretta regolazione (a livello di di drizza e di scotta) della randa, del fiocco e dello spinnaker (o altra vela equipollente) e dell’insieme randa+fiocco oppure randa+spinnaker (o altra vela equipollente)…