TEST Sun Odyssey 380, il nuovo cruiser (11m) di Jeanneau
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Siamo stati a bordo del nuovo Jeanneau Sun Odyssey 380 (11,75 x 3,76 m) a Marina di Scarlino, dove si trova 43° Parallelo, dealer e centro prove Jeanneau per Toscana, Liguria di Levante, Sardegna e Lombardia. Vi raccontiamo in video la nostra esperienza a bordo della barca con il tester del Giornale della Vela Fabio Portesan e le testimonianze di Dario Zana e Andrea Calamai di 43° Parallelo. Buona visione!
Jeanneau Sun Odyssey 380 – Test video
Jeanneau Sun Odyssey 380 – L’idea
L’ obiettivo dichiarato del nuovo 380 Sun Odyssey fin dall’inizio era ambizioso: “Carena, appendici, piani velici, design ed ergonomia, layout, risparmio di peso… tutto è stato pensato nei minimi dettagli per fare di questa la migliore barca a vela della sua categoria” aveva dichiarato il progettista, Marc Lombard, nel momento in cui venne presentato il progetto dal cantiere Jeanneau.
Se l’obiettivo sia stato veramente raggiunto, ovvero essere leader degli 11 metri da crociera, questo probabilmente lo deciderà nei prossimi mesi il mercato, quando la barca esordirà ai prossimi saloni nautici di fine estate. Noi nel frattempo vi raccontiamo l’esperienza a bordo dei nostri tester, vissuta durante la prova in mare che si è svolta a Scarlino, in Toscana, in una giornata di vento da 7 a 20 nodi.
Jeanneau Sun Odyssey 380 – Scafo e coperta
La carena ha ormai il consueto spigolo della nuova linea Jeanneau, parte pronunciato da poppa e corre verso prua, soluzione che da un lato consente una maggiore stabilità in navigazione, a barca inclinata, dall’altro aumenta gli spazi a disposizione sottocoperta. Esteticamente la barca ricorda il Sun Odyssey 410, soprattutto nelle uscite di prua, e in generale è ben accordata con il family feeling della gamma che va avanti da qualche anno sulla nuova produzione.
Dritti di prua e poppa sono verticali, anzi, l’angolo di prua è inverso in modo tale da migliorare l’ingresso sull’onda e per distribuire meglio il peso. In generale i volumi di prua della barca non sono troppo affilati ma al contrario abbastanza generosi.
Rispetto al 389, barca che va fuori produzione per fare spazio al 380, la lunghezza dello scafo – non quella fuoritutto – è di ben 38 cm maggiore (10,77 contro 10,39 m), il che in navigazione sarà un fattore che si farà sentire, e ovviamente significa anche un po’ di volume in più all’interno.
Altro importante dettaglio, già visto sui Sun Odyssey di ultima generazione (come il 410 o il 490), i passavanti corrono senza ostacoli e su un unico piano lungo la coperta: potrete camminare da prua a poppa senza scalini, arrivando fino alle sedute sullo specchio di poppa dalle quali è possibile stare comodi alle due ruote del timone (che comandano la doppia pala).
Il boma rispetto al suo predecessore è stato leggermente abbassato, per accedere più facilmente alla vela ma soprattutto per aumentare la superficie della randa. Non c’è un trasto dedicato, ma viene riproposto il sistema con un doppio paranco posizionato sulla tuga. Non è come avere un vero carrello della randa, ma è comunque un modo per potere regolare un minimo la forma della balumina.
A prua trova spazio una importante delfiniera integrata, che consente di avanzare il punto di mura di gennaker e asimmetrici tipo Code Zero, migliorandone sensibilmente l’efficienza, oltre che fungere da musone dell’ancora e impedire che tocchi lo scafo in fase di calumo.
Jeanneau Sun Odyssey 380 – Le manovre
In coperta il layout standard è a 4 winches: due a ridosso della timoneria per governare randa e fiocco, con la prima che si rinvia sul winch sopravvento e il secondo su quello sottovento. Gli altri due invece sono quelli classici per le drizze posizionati in tuga.
Interessante la soluzione per il tavolo in pozzetto: forse esteticamente non è il massimo e si presta poco a un uso sportivo della barca, ma è dotato di robusti maniglioni che con mare formato aiutano a reggersi.
Jeanneau Sun Odyssey 380 – Opera viva
Parlando di opera viva, sono due le opzioni di chiglia a L: quella corta pesca 1,56 metri, quella lunga, consigliabile per migliorare le qualità veliche della barca, va fino a 2. Esiste anche possibilità di avere la lifting keel, con pescaggio che varia da 1,31 a 2,70 m per chi ama navigare in acque basse, ma vuole avere anche una deriva molto performante a vela.
Chiglia e pale del timone sono distribuiti in modo tale da diventare un appoggio sulla sabbia con la bassa marea: soluzione palesemente “atlantica”, dedicata ovviamente più al mercato francese.
Da notare un particolare in carena: guardando la barca da poppa si nota quasi un doppio spigolo. Oltre a quello principale infatti ne viene accennato un altro in corrispondenza delle pale del timone, che crea un piccolo volume piatto a poppa delle stesse.
Questo volume è più basso rispetto allo spigolo principale che non si immerge se non a barca sbandata. A barca piatta infatti la superficie bagnata è più contenuta, per non penalizzare troppo la barca nel vento leggero dato che il baglio massimo è piuttosto pronunciato e se fosse sempre tutto immerso sarebbe un problema con poca aria.
Jeanneau Sun Odyssey 380 – In mare
Giornata piuttosto muscolare per i nostri tester, che hanno navigato sotto un meteo perturbato che minacciava temporali al largo delle coste toscane. Situazione che ha generato un vento nervoso con oscillazioni di intensità, dai 6-7 nodi fino anche a 20, accompagnato da un’onda abbastanza corta e a tratti fastidiosa.
La top speed della barca è stata toccata al lasco con Code Zero: di poco superiore ai 9 nodi con 22 di vento, di bolina larga abbiamo navigato a circa 8 nodi, intorno ai 50 gradi di direzione reale la barca si assesta sui 6,5. La versione in prova era quella con il piano velico standard, che cede diversi metri quadri rispetto alla Performance con la randa square top. Il dislocamento a pieno carico di oltre 9 tonnellate non ne fa certo una cacciatrice di brezze leggere, in particolare di bolina, ma in fin dei conti questa è una barca da crociera pura e i suoi punti forti sono altri.
Con aria sostenuta abbiamo potuto constatare che la barca si manovra con facilità, senza bisogno di lavorare troppo sulla randa dato che anche di bolina la doppia pala del timone a barca sbandata garantisce un buon controllo. Anche con 20 nodi abbiamo navigato con la superficie velica piena, senza ridurre non abbiamo incontrato particolari difficoltà nella gestione della barca. Quando l’aria è scesa alla sua intensità minima, circa 6 nodi, si riuscivano a toccare i 4 nodi di velocità mantenendo i 50 gradi al vento.
Jeanneau Sun Odyssey 380 – Gli interni
All’interno il design richiama i canoni classici della linea Jeanneau, ma è stato dato più accento alla percezione del volume interno e alla semplificazione delle linee: la gestione dello spazio e delle paratie sono stati ripensati per aumentare sia visivamente che fisicamente i volumi disponibili.
Il salone è luminoso, con cucina a L ricca di spazi di stivaggio e con i due divani (uno a C a sinistra e uno che corre lungo la murata a dritta, a prua rispetto al tavolo da carteggio) dai quali è possibile mangiare in pieno comfort sul tavolo estendibile.
Un vano con grande capacità di stivaggio (opzionale) è accessibile al centro della barca per completare gli scompartimenti della cucina.
Jeanneau Sun Odyssey 380 – Scheda barca
Lunghezza fuoritutto: 11,75 m
Lunghezza scafo: 10,77 m
Baglio max.: 3,76 m
Dislocamento leggero (chiglia corta): 6.896 kg
Dislocamento a pieno carico (chiglia corta): 9.360 kg
Pescaggio chiglia corta: 1,56 m
Pescaggio chiglia lunga: 2,00 m
Pescaggio chiglia lift: 1,31/2,70 m
Sup. vel. bolina: 63,40 mq
Serbatoi acqua dolce: 330 L
Serbatoio carburante: 130 L
Progettista: Marc Lombard
Interni: Piaton Bercault & Co.
Prezzo: 168.000 euro+IVA
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1 commento su “TEST Sun Odyssey 380, il nuovo cruiser (11m) di Jeanneau”
Ho appena preso in locazione il 380 per una settimana e condivido solo in parte la recensione.
La carena va molto bene, bei passavanti e facile lavorare a albero e boma. Avrei gradito uno spazio di appoggio sul tavolino chiuso.
Sottocoperta non ci siamo. Ottima la cabina di prua, ma poi in dinette è difficilissimo raggiungere il divano sinistro e dappertutto ci sono spigoli vivi. Lo spazio di stivaggio per la cambusa è poco e scomodo da raggiungere. Non cito marche ma conosco un 35 piedi di un cantiere di serie francese molto meglio organizzato.
Alberto