La storia della vela all’Argentario Sailing Week. Tutti i vincitori
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Trenta barche, equipaggi provenienti da otto nazioni, 117 anni di storia della vela in mare. E’ stata festa vera la 21ma edizione dell’Argentario Sailing Week organizzata dallo Yacht Club Santo Stefano e dal Comune di Monte Argentario. Non solo per le condizioni meteo perfette (tre giorni di vento da Ovest e infine lo Scirocco con punte d’intensità oltre i 20 nodi), ma soprattutto per le protagoniste, le barche classiche e d’epoca.
Le barche protagoniste all’Argentario Sailing Week
Ognuna con una fantastica storie. Basta scorrere i primi tre classificati nella categoria Vintage Aurici, ad esempio, per rendersene conto.
Argentario Sailing Week 2022 – Vintage Aurici – I vincitori
Partiamo dalla barca vincitrice nella categoria Vintage Aurici, lo Scud del “signor Luna Rossa” Patrizio Bertelli.
Scud è una delle due opere d’arte (l’altra è Linnet) della scuderia di Bertelli (noto collezionista di barche, qui la sua “collezione”) disegnate dal Leonardo Da Vinci della progettazione velica, lo statunitense Nathanael Greene Herreshoff (1848-1938).
Herreshoff, chiamato il mago di Bristol, che fu il vero inventore delle barche moderne. Basta ricordare che inventò la pinna con la zavorra posta il più in basso possibile. Di fatto rivoluzionò la stabilità sotto vela, ideò anche il primo sistema di compenso che permette a barche di diverse dimensioni di competere per la vittoria finale indipendentemente dalle misure. Scud è uno dei gioielli più significativi e di successo disegnati da Herreshoff.
Scud è il dodicesimo yacht varato dal cantiere dello stesso Herreshoff nel 1904 di una serie di tredici barche identiche della classe “Bar Harbor 31-footers”, lungo fuoritutto 14,80 m, al galleggiamento 9,60 e largo fuoritutto 3,20 m. Questa classe era nel 1903 la più piccola barca da crociera in grado anche di partecipare a regate di club. Scud è uno dei più recenti acquisti di Bertelli che ha affidato il restauro filologico a Federico Nardi dell Cantiere Navale dell’Argentario. Presenza fissa al timone (c’era anche all’Argentario) il fuoriclasse brasiliano Torben Grael.
Maurizia Falone Percivale lo ha intervistato per noi.
Torben Grael: “La vela è un insieme, come un concerto”
Il commento in banchina è stato: “SCUD? Ha fatto una regata impeccabile; una autentica lezione di vela. Si sono meritati di vincere”.
Velocemente raggiungo Torben Grael, che già avevo conosciuto e intervistato (per il Giornale della Vela) a New York, durante il pit stop della VOR 2006/7. Si trova in compagnia di Andrea, la moglie velista che era a bordo di Recluta. E’, giustamente, rilassato e disteso.
“In questa regata abbiamo sfruttato i nostri punti di forza. In questa ultima giornata, quella decisiva, dovevamo vincere, con più vento abbiamo navigato bene. La barca è molto competitiva. È diversa dalle altre perché è una barca molto potente, ha una forma di scafo con molta potenza e l’albero molto basso; e se soffriamo un pochino con il vento leggero, con il vento più forte la barca è fortissima.
E poi abbiamo fatto le scelte giuste: siamo partiti bene, la barca cammina bene con questa aria, siamo andati dalla parte giusta, scelto le vele giuste, abbiamo anche un ottimo spinnaker…
La vela è un insieme, come un concerto.
Aggiungi che abbiamo un equipaggio in stile Coppa America. Tutti molto bravi…tutto molto sincronizzato quando fai le manovre; l’insieme ti dà serenità…”
Gli chiedo di Pietro d’Alì, che ho incontrato al mattino e che era a bordo di Scud. Sorride, piacevolmente. Alza lo sguardo in alto a sinistra – segno di concentrazione per poter dare la risposta giusta:
“Pietro è un grande osservatore, una persona che ha una esperienza di vela fortissima. Ce l’ha nelle vene la vela. Ti aiuta moltissimo. Mi piace sempre lavorare con Pietro perché ti dà le informazioni sempre giuste e poi regola bene la vela; è anche sempre di buonumore…” continua sorridendo con piacere. Si sente che ama tutto il suo team, che li stima e che è grato per il loro operato.
Passo a chiedergli del suo prossimo grande sogno: “Io, sinceramente, vorrei vedere Luna Rossa vincere la Coppa America. Perché una persona come Patrizio se la merita, è da anni che ci prova e sarebbe bellissimo”. Bravissimo Torben. Con il trascorrere del tempo diventi sempre più grande.
(M.F.P.)
Torniamo alla regata. Alle spalle di Scud, nei Vintage Aurici, si è piazzata Marga.
L’avevamo vista filare a 13 nodi con 25 nodi di vento l’anno scorso a Le Voiles de Saint Tropez e ce ne siamo innamorati.
1910. Marga nasce in Svezia su ordine della regina Vittoria di Baden per partecipare alle Olimpiadi del 1912 a Stoccolma. Si classifica quarta ma stupisce tutti per le linee rivoluzionarie, con una poppa larghissima per quei tempi, ideate da C.O. Liljegren, un progettista scandinavo con oltre duecento scafi all’attivo.
2014. Alessandra Angelini, 38 anni, ingegnere aerospaziale con una passione esplosiva per la vela che pratica con il Nacra 17, una delle derive più acrobatiche e difficili, incontra Marga abbandonato a secco nel cantiere Tecnomar di Fiumicino.
Non sa che barca è, ma se ne innamora. Dopo una lunga investigazione, scopre che è Marga, e fa parte della classe 10 Metri Stazza Internazionale che ha partecipato alle Olimpiadi del 1912 e 1920, ne sono state costruite solo 20. Con il fratello Igino e l’amico di Tomas De Vargas Machuca, collezionista di auto d’apoca, decidono di restaurarla riportandola allo stato originale sino all’ultimo rivetto dello scafo in mogano. Unica concessione, viene installato un motore entrobordo.
Una rivista svedese del tempo la descrive come uno scafo robusto con forme aggressive, perfino un po’ brutali, ma con la velatura più bella che mai abbia avuto un’imbarcazione svedese. Proprio vero.
Sempre nei Vintage Aurici, al terzo posto troviamo Chinook (m. 17,82) è uno dei quattordici New York 40 costruiti tra il 1916 e il 1926 per i soci del New York Yacht Club, che regatavano ad armi pari con barche uguali nelle acqua di Newport. Oggi se ne contano non più di quattro esemplari ancora naviganti, tra cui Rowdy (1916) e Marilee (1926).
L’armatore è Paolo Zannoni, 73 anni, oltre ad essere innamorato del suo gioiello a vela, è chairman del board di Prada, è stato presidente di Autogrill, presidente di Dolce e Gabbana Holding e segretario del consiglio di amministrazione di Beretta Holding.
Argentario Sailing Week 2022 – Spirit of Tradition – I Vincitori
Nella categoria Spirit of Tradition primo posto per Toi et Moi il modern classic Alessandro Maria Rinaldi costruito da Dykstra nel 2018.
Al secondo posto Midva del velista/illustratore Davide Besana. Il Three Quarter Ton (10,61 metri) in lamellare di mogano, costruito nel 1982 e diventato famoso in tutto il Mediterraneo per avere vinto la Giraglia qualche anno fa. Una vittoria diventata mitica per questo progetto di Ron Holland (Boris Grilanc vide al salone di Genova lo Swan 371 e chiese a Ron Holland i piani per costruirne una copia un po’ più piccola in legno) costruito da Petronio e Pecarich.
Al terzo posto, Hanni II di Bjorn Hedlund.
Argentario Sailing Week 2022 – Classici – I vincitori
Un’altra barca mitica, fresca di refit, ha trionfato nella categoria riservata alle barche classiche: Il Moro di Venezia I, di Massimiliano Ferruzzi. La barca da cui la saga del Moro ha preso le mosse.
Il progetto (firmato German Frers) del Moro di Venezia I, costruito dal cantiere Carlini in legno lamellare a sette strati su ordinate in lamellare di acacia, è datato 1976 e in occasione delle regate di vele d’epoca corre tra i Classici. Varata nel 1976 e capostipite della classe italiana di Maxi Yacht IOR, è stata voluta da Raul Gardini, l’ex re della chimica italiana. Le successive imbarcazioni recanti questo nome hanno fatto la storia della vela italiana, regatando in Coppa America.
Nel 1977 ha vinto in Inghilterra la Channel Race e l’anno successivo ha attraversato l’Atlantico per partecipare alle regate del SORC e dominare la classica Miami-Nassau. Ha partecipato al drammatico Fastnet del 1979 e detenuto il record della Barcolana dal 1987 al 2005.
Al secondo posto, Crivizza di Ariella Cattai e Luigi Rolandi. Un III Classe RORC (Royal Ocean Racing Club), lungo 11,52 metri, progettato nel 1958 dall’inglese Alan H. Buchanan e varato nel 1966 dal cantiere Apollonio di Trieste. Nel 2019 la barca ha compiuto il periplo dell’Italia con Mauro Pelaschier per promuovere il rispetto del mare attraverso la Charta Smeralda della One Ocean Foundation.
Nel 2021 è stata acquistata dall’attuale armatore, il Segretario Generale AIVE Luigi ‘Gigi’ Rolandi, figlio del compianto presidente FIV Carlo Rolandi, che tra una lezione e l’altra di Fisica Sperimentale delle Alte Energie alla Normale di Pisa, dove insegna, partecipa ai raduni di vele d’epoca.
Il bronzo è andato a Ojala II (Susan Carol Holland): un elegante One Tonner disegnato nel 1972 da Sparkman & Stephens e costruito nel 1973 in alluminio, in Olanda, dal Cantiere Royal Huisman.
Un baldo ragazzo inglese viene paracadutato sulle colline emiliane durante la seconda guerra mondiale. Non andrà mai più via dall’Italia, dove metterà su famiglia e fonderà una delle più note società italiane che gli permetterà di realizzare il sogno della vita: avere una barca a vela e crescere la figlia e un gruppo di giovani che, ancora oggi, rimasti amici dopo trent’anni, regata sulla sua Ojalà II tenendo vivo il suo ricordo.
A raccontare questa fantastica storia è stato Michele Frova, imprenditore milanese che su Ojalà II ci è salito per la prima volta in Grecia nel 1988 e non è mai più sceso, diventandone la memoria storica. “Charles Holland, futuro papà della mia amica d’infanzia Susan, era un esperto di telefonia e di radiofonia. Nel 1942 fu lanciato con il paracadute vicino a Sassuolo, con il compito di tenere i contatti tra i partigiani e le forze alleate. Giovane e intelligente, finita la guerra decise di rimanere in Italia, a Milano, dove si innamorò di una ragazza della buona borghesia (Anna Maria Formiggini, ndr) che sposò nel 1950”.
Ricco di idee, nell’Italia che si rialza nel dopoguerra, Charles Holland fonda una piccola ditta di apparecchi acustici per i sordi: la famosa Amplifon, della quale oggi sua moglie è presidente e la figlia vice presidente. Il successo dell’azienda è tale che, qualche anno dopo, può permettersi di commissionare al prestigioso Studio Sparkman&Stephens il progetto di un 10 metri, poi costruito in legno da Carlini di Rimini. Charles aveva amici spagnoli e argentini ai quali aveva confessato il sogno di possedere un giorno una barca a vela.
Questi, per gioco, lo stuzzicavano: ‘Allora, te la fai la barca a vela?”. E lui gli rispondeva: ‘Ojalà!’, che in spagnolo significa “magari!’. Quell’espressione fu scelta per il nome della sua prima barca, che poi trasferì, facendola diventare un “marchio di fabbrica” nel mondo dello yachting, sulla seconda imbarcazione: infatti, volendo realizzare una barca più grande, nel 1972 commissionò sempre a S&S un One Tonner (battezzato appunto Ojalà II). La barca fu varata nel 1973, costruita in Olanda da Royal Huisman, cantiere leader in scafi di alluminio, che oggi non fabbrica più nulla al di sotto dei 40 metri.
Argentario Sailing Week 2022 – Vintage Marconi – I vincitori
Varuna of 1937 (Jens Kellinghusen) vince nella categoria Vintage Marconi seguita da Stormy Weather of Cowes di Christopher Spray e da Comet di Woodward e Fisher.
Maurizia Falone Percivale ha intervistato l’armatore di Varuna. Ecco cosa gli ha raccontato.
“Varuna, dio delle Acque, mi ricorda della mia Thailandia”
Jens Kellinghusen, imprenditore tedesco, è l’armatore di Varuna of 1937 che si è piazzata al primo posto nella Classe Vintage Marconi alla ASW2022.
Capelli bianchi, una gioia quasi infantile negli occhi quando sale sul podio a ritirare il meritato primo posto, ci racconta premurosamente il suo incontro con Varuna e la sua nuova passione per le regate brevi:
“Ho vissuto per molti anni nel Sud Est Asiatico e lì, in Thailandia, nel Royal Varuna Yacht Club di Pattaya, ho partecipato a superbe navigazioni. Quindi Varuna, il dio delle acque e degli Oceani, il vostro Nettuno, rappresenta per me tutti quei bei ricordi di quel tempo.
Mi sono innamorato di Varuna a Cogolin (Francia) all’inizio del 2018, per le sue linee eleganti.
In quel periodo stavo cercando uno yawl disegnato da Olin Stephens, il designer navale dei miei sogni infantili. Intendevo partecipare ad eventi Classici.
Abbiamo iniziato a correre con lei dopo 8 mesi di attento refit, presso il Cantiere Knierim a Kiel, in Germania. Con il suo assetto corretto Varuna è una barca veloce e gioiosa, capace di eguagliare la velocità di quelle molto più moderne.
Nelle quattro giornate di regata dell’Argentario Sailing Week 2022 siamo stati davvero molto contenti perché siamo riusciti a regolarla bene per la maggior parte del tempo e anche a fare i percorsi giusti.
Mi piace la scena Classica e soprattutto, dopo aver fatto regate d’altura, e spesso di lunga distanza, mi piacciono gli eventi costieri brevi, e gli eventi a terra in quanto permettono e favoriscono la socializzazione” (M.F.P.)
Qui tutte le classifiche dell’Argentario Sailing Week
ABBONATI E SOSTIENICI!
I giornalisti del Giornale della Vela, si impegnano ogni giorno a garantire informazione di qualità, aggiornata e corretta sul mondo della nautica in modo gratuito attraverso i siti web. Se apprezzi il nostro lavoro, sostienici abbonandoti alla rivista. L’abbonamento annuale costa solo 49 euro e ti facciamo un bel regalo
SCOPRI IL CANALE YOUTUBE DEL GIORNALE DELLA VELA
Ogni giorno interviste, prove di barche, webinar. Tutta la vela, minuto per minuto. Ma in video! CLICCA QUI per iscriverti, è gratis!
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Per rimanere aggiornato su tutte le news dal mondo della vela, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter del Giornale della Vela! E’ semplicissimo, basta inserire la tua mail qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscrivimi”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di vela! E’ un servizio gratuito e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno!
Condividi:
Sei già abbonato?
Catamarani fuori dal coro per il 2025: guarda questi modelli
Catamarani 2025: quattro multiscafi per crociere da sogno
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
Ciao Matteo. Una valanga si è portata via uno dei migliori velisti italiani
Un notizia terribile ha sconvolto la vela italiana che perde uno dei suoi velisti più rappresentativi, Matteo Auguadro, 48 anni, travolto da una valanga insieme ad altri due sci-alpinisti mentre stavano risalendo il crinale est di Punta Valgrande, sulle Alpi
Mini Globe Race, chi sono i 12 “pazzi” che girano il mondo su minibarche di 5,80 metri
Prende il via l’11 gennaio la seconda tappa della “Globe 580 Transat”, transatlantica da Lanzarote ad Antigua (3.000 miglia) in solitario in stile “essenziale” che si corre a bordo dei minuscoli monotipi autocostruiti Globe Class 580 (la prima tappa era
Ernesto De Amicis va in wingfoil da soli tre anni ed è già Campione del Mondo
Ernesto De Amicis, giovanissimo atleta, classe 2008, nato a Napoli e “residente” nel Reale Yacht Club Canottieri Savoia, si è rapidamente imposto vincendo tantissimo nel Wing Foil: una breve ma densissima carriera culminata con la vittoria del campionato del mondo
Terzaroli in regata, a volte non servono anche con vento forte
Durante i campionati invernali, capiterà a tutti primo o poi di affrontare una regata con vento veramente forte e condizioni impegnative. Situazione che pone subito un tema: la mano/i di terzaroli in regata. C’è chi ne è contrario per linea