VIDEO. Nato per volare: a bordo di SVR Lazartigue con François Gabart
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Cosa ci faccio con una cerata da offshore, e il giubbotto di salvataggio indosso, in un’hall di un albergo genovese? Immaginandomi da fuori la scena sembra buffa, ma ho appena finito il briefing sulla sicurezza per l’uscita sul trimarano Classe Ultime, SVR Lazartigue di François Gabart, e ci è stato espressamente richiesto di provare le cerate con indosso i giubbotti già prima di salire in gommone.
Chi è François Gabart
Il maxi trimarano di 32 metri ci aspetta fuori dal porto, con a bordo un equipaggio di 4 persone, tra cui ovviamente François Gabart. Per spiegare chi sia Gabart a chi non lo dovesse ancora conoscere basta citare due episodi: è il più giovane vincitore di un Vendée Globe, quello dell’edizione 2012-2013 quando non aveva neanche compiuto 30 anni, e poi ha polverizzato il record del giro del mondo in solitario sul trimarano Ultime Macif, in 42 giorni 16 ore, 40 minuti e 35 secondi, nel 2017, primato che detiene ancora.
Si vola!
Uno dei velisti più importanti che ci siano al mondo insomma, che ci accoglie a bordo con un sorriso gentile, in maglietta, pantaloncini corti e infradito. Non posso che restare stupito, ma ben presto capisco il perché. Gabart velocemente ci fa vedere dove posizionarci e a cosa aggrapparci, poi ci spiega la sua fretta: “Abbiamo condizioni al limite per alzarci sui foil, facciamo presto e ci proviamo”. Gabart a quel punto scompare dentro una delle postazioni di coperta del timoniere, che somiglia a quella di un abitacolo di un aereo militare.
Gabart fa orzare il gigantesco trimarano fino alla bolina larga, la barca “mugola” e il suo timoniere la fa poggiare fino al traverso, a quel punto ci sentiamo tirare indietro dall’accelerazione e aggrapparsi a una cima appositamente messa per questo diventa un obbligo. Siamo posizionati sulla traversa di poppa, tra l’enorme trasto della randa e la rete del catamarano. Mi sposto da sopravvento a sottovento, e capisco che il primo è il lato più bagnato. Il foil non immerso di tanto in tanti tocca l’acqua, alzando un’enorme spray verso poppa che ci fa una fragorosa doccia più volte. La barca si stacca dall’acqua intorno a 22-23 nodi, arriviamo a toccare una punta di 29 con circa 10 di vento.
Una sensazione inattesa
La sensazione che non ci aspettavamo però non è solo quella della velocità, ma anche un’altra. Premettiamo che abbiamo navigato con mare calmo, ma questa sensazione ce l’ha confermata anche Gabart: il gigantesco trimarano usa anche i foil come se fossero degli ammortizzatori. Non ricade mai fragorosamente sull’acqua, ma quando si abbassa è come se i foil come una molla lo riportassero su, questo grazie anche alle regolazioni che il timoniere fa in diretta.
Nel giro di meno di 1 ora abbiamo percorso praticamente circa 30 miglia e i cellulari hanno perso la copertura. Il vento cala e Gabart esce sul ponte. Abbiamo così la possibilità di parlare con il campione francese, per realizzare l’intervista che vedrete nel video, durante la quale Gabart ci “presenta” il suo SVR Lazartigue, e ci spiega anche un po della sua visione in termini di vela oceanica. I foil in Oceano, la velocità, la complessità di queste barche e i programmi presenti e futuri. Potrebbe esserci nel 2023, dopo la Route du Rhum di quest’autunno, un nuovo tentativo di giro del mondo: in solitario o in equipaggio per il Trofeo Jules Verne? Lazartigue potenzialmente può fare entrambi, ed è stata pensata per stabilire dei record in Oceano.
Dentro il trimarano SVR Lazartigue
Nella pancia del trimarano si cela una vera e propria stazione di controllo, dove Gabart si posizionerà nei momenti di riposo, senza mai smettere di monitorare le performance della barca. Qui non ci vengono concesse riprese, ma possiamo attingere solo al materiale ufficiale che ci ha concesso il team per ragioni di riservatezza tecnica. Quello che possiamo dirvi è che Gabart starà seduto su una sorta di poltroncina con schienale pieghevole, e avrà a portata di mano oltre che il timone della barca, anche la regolazione che gestisce il trim del flap del timone, nonché tutte le principali manovre che confluiscono nei winch nascosti al suo interno.
In coperta infatti, per ottenere la migliore aerodinamica possibile, non c’è alcuna manovra esposta. C’è, tra i vari comandi automatici che ha per forza di cose questa barca, anche una sorta di tasto d’emergenza, con il quale si lascano tutte le vele e si tirano su i foil per fermare la barca.
Ci viene concesso di timonare, ma ormai il vento è sotto i 10 nodi, e salire sui foil diventa impossibile. Tra la bolina larga e il traverso con circa 7 nodi di vento ne facciamo comunque 14-15, e ci sorprende vedere la sensibilità di risposta che ha questa “bestia” di 32 metri. Il rientro a terra si avvicina, salutiamo Gabart e il suo equipaggio e saltiamo in gommone.
Ci concediamo un selfie con alle spalle Lazartigue e sullo schermo del telefono vediamo la nostra faccia sorridente come quella di un ragazzino alla prima uscita a vela con un po’ di vento. Perché quello che abbiamo avuto l’occasione di vedere rappresenta lo stato dell’arte tecnologico della vela oceanica da competizione, nonché una delle sue frontiere in espansione, quella del foiling in Oceano, il tutto spiegato da uno dei velisti più forti che ci siano al mondo.
Mauro Giuffrè
ABBONATI E SOSTIENICI!
I giornalisti del Giornale della Vela, si impegnano ogni giorno a garantire informazione di qualità, aggiornata e corretta sul mondo della nautica in modo gratuito attraverso i siti web. Se apprezzi il nostro lavoro, sostienici abbonandoti alla rivista. L’abbonamento annuale costa solo 49 euro e ti facciamo un bel regalo
SCOPRI IL CANALE YOUTUBE DEL GIORNALE DELLA VELA
Ogni giorno interviste, prove di barche, webinar. Tutta la vela, minuto per minuto. Ma in video! CLICCA QUI per iscriverti, è gratis!
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Per rimanere aggiornato su tutte le news dal mondo della vela, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter del Giornale della Vela! E’ semplicissimo, basta inserire la tua mail qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscrivimi”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di vela! E’ un servizio gratuito e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno!
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
VIDEO Essere Jimmy Spithill. L’imperdibile videointervista/confessione esclusiva
Ve l’avevamo promessa ed ecco, nella sua interezza, l’intervista che Jimmy Spithill (ora CEO e capitano del team italiano in Sail GP. Qui scoprite come sono andati nella prima tappa) ha rilasciato alla nostra Ida Castiglioni dopo la sconfitta di
Sail GP, a Dubai partenza in salita per il team italiano timonato da Ruggero Tita
Partenza in salita per il Red Bull Italy SailGP Team, che nella tappa inaugurale di Dubai ha chiuso in ultima posizione scontando l’esordio con gli F50 condizionato dalla poca esperienza. Un weekend caratterizzato da vento molto leggero sul campo di
L’Italia in SailGP con Red Bull. Le nostre interviste a Jimmy Spithill, Giulia Fava, Andrea Tesei
Ci sono voluti un bell’impegno e una dose super di entusiasmo da parte di tutti per definire in poco più di un mese la prima partecipazione di una squadra italiana al circuito SailGP 2024/2025. L’Italia in SailGP La serie di
Sail GP, c’è tanta Luna Rossa al via sui catamarani foil F50
Il Sail GP scalda i motori con la prima tappa di Dubai sempre più vicina e l’esordio di un team italiano, il Red Bull Italy Sail GP Team. Sail GP e Coppa America sono due eventi molto distanti fra loro,
1 commento su “VIDEO. Nato per volare: a bordo di SVR Lazartigue con François Gabart”
Mauro, ziobellino! Che tu almeno sei un velista, non come il vostro Content Manager!
Incontri un semi Dio della Vela Oceanica, sali sul mostruoso SVR-Lazartigue in colore mimetico, che negli ultimi mesi ha generato polemiche e battaglie, scendi nel suo contestatissimo “loculo” di manovra aerodinamico ma senza visuale esterna che gli sta costando l’omologazione nella Classe Ultime e la RdR e posso capire che non gli chiedi nulla … ma almeno dicci il tuo punto di vista!!
Com’è il loculo? Veramente non si vede nulla fuori se non attraverso i monitors?
E’ veramente così diverso da un IMOCA ultima generazione con i loro pozzetti bassi e incassati?
E un commento riguardo la Offshore Special Regulations 3.11 “Sheeting winches should be installed in such a way that an operator does not need to be significantly below deck”/ Les winches d’écoute doivent être installés de telle façon qu’un opérateur n’ait pas besoin de se trouver nettement en dessous du pont.”??