Ma è una barca di Coppa America o è FlyingNikka?
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Il primo volo di FlyingNikka avvenuto lo scorso 12 maggio a Valencia è una data da segnare sul calendario: una lunga ed emozionante planata a pelo d’acqua che segna l’inizio di una nuova era per la navigazione offshore a vela.
“Faccio fatica a descrivere l’emozione che sto provando in questo momento”. Non trova le parole l’armatore visionario Roberto Lacorte per spiegare cosa significa il primo “volo” a bordo di FlyingNikka, la prima barca a vela “full foiling” della categoria Mini Maxi concepita per le lunghe navigazioni. Questo avveniristico progetto infatti lanciato con grande entusiasmo nel dicembre del 2020, lo scorso giovedì 12 maggio al largo di Valencia, Spagna, ha stupito il mondo con la sua prima vera navigazione tutta a pelo d’acqua. Un volo straordinario che segna sicuramente l’inizio di una nuova era per la navigazione offshore.
Il primo test a vela ha impegnato FlyingNikka per circa 6 ore con a bordo l’equipaggio al completo. A partire dallo stesso Roberto Lacorte e poi Lorenzo Bressani, Enrico Zennaro, Alessio Razeto, Andrea Fornaro e Lorenzo De Felice. Un collaudo assolutamente soddisfacente per FlyingNikka che ha impressionato tutti, navigando in full foiling con facilità ed efficacia, grazie ai suoi lunghi arms dotati di foil a T. “Vedere volare per la prima volta FlyingNikka dopo questi intensi mesi dedicati prima alla sua progettazione e poi alla costruzione, è qualcosa di magico, straordinario, unico. Sono davvero elettrizzato”, racconta ancora Lacorte.
Il sogno “volante” di Roberto Lacorte diventa realtà
Lunga 60 piedi e dotata di appendici di ultima generazione che le consentono di navigare in full foiling superando i 40 nodi, FlyingNikka era il sogno di Roberto Lacorte. Il progetto è frutto del lavoro di un team coordinato dal designer irlandese Mark Mills dello Studio Mills Design. Si tratta del primo Mini Maxi al mondo con foil, una versione evoluta e adatta alle lunghe navigazioni degli attuali AC 75, con cui andare a caccia della vittoria e dei record sui campi di regata internazionali. Il nome FlyingNikka deriva da quello del Vismara 62 SuperNikka con il quale Roberto Lacorte in questi anni ha vinto il possibile; compresi quattro titoli Maxi a Porto Cervo e il premio l’Armatore-Timoniere dell’Anno FIV.
Potente, stabile, avveniristica in ogni minimo dettaglio. E soprattutto molto veloce: FlyingNikka è una vera “bestia da regata” con un potenziale ancora tutto da sviluppare che promette di lasciare il segno nelle regate d’altura del futuro. Un programma agonistico che sarà definito nel dettaglio dopo la prossima sessione di test.
Un racer futuristico capace di raggiungere i 40 nodi
“Sapere ora che i foil e i controlli di volo funzionano come previsto, ci apre finalmente la strada per volare”, spiega Mark Mills a Valencia insieme agli specialisti di KND Marine che con Nat Shaver & PURE hanno sviluppato le appendici di FlyingNikka. “Ora ci aspetta una parte molto importante della campagna, che è la messa a punto della barca e delle dinamiche dell’equipaggio in navigazione – conclude un raggiante Lacorte – poi entreremo in modalità regata e sarà davvero interessante vedere fino a dove potrà arrivare FlyingNikka. È una barca che non ha paragoni, un racer futuristico; quindi ci aspettiamo che possa scrivere una storia di vela del tutto inedita, volando sull’acqua per lunghe navigazioni offshore come mai nessun altro è mai riuscito a fare”.
Tanti partner prestigiosi a supportare FlyingNikka
FlyingNikka può contare sui partner NorthSails per le vele, B&G per l’elettronica di bordo e Montura come fornitore dell’abbigliamento ufficiale. L’albero in carbonio è stato invece realizzato da Southern Spars; mentre a livello di guidone la barca regaterà con i colori dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa. Main sponsor della campagna è Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, già impegnata nel mondo dello sport in diverse discipline, con la sua divisione Cetilar Racing, impegnata con successo nell’ambito del motorsport e nella crescita dei giovani sportivi con il programma Cetilar Academy.
Insomma FlyingNikka stupisce il mondo e il mondo non può far altro che ammirare le evoluzioni di questo bel progetto. Fa piacere che sia nato in Italia e anche questo la dice lunga su quanto il nostro Paese sia all’avanguardia in fatto di yacht design. Non dimentichiamocelo.
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Li vedremo in condizioni di regata se funziona a forza 3 in altura. Rimangono tutti i limiti degli arm foil quanto a pescaggio e difficoltà di accesso ai porti e ormeggio, condizioni di sicurezza limitate, stress dell’equipaggio (non ci salirei MAI!) Un mostro da regata che non porta nulla al mondo del diporto, nemmeno come “day sailer”, starsene sempre rannicchiato in pozzetto a pompare l’idraulica NON È ANDARE A VELA!
Fatti i complimenti all’armatore che ha avuto l’idea e, ovviamente, ha trovato i fondi per la realizzazione di un mezzo nautico del genere, restano tutta una serie di interrogativi e di valutazioni di non poco conto che non ci si può esimere dal fare. È un fatto che l’uomo ha cercato di muoversi sull’acqua in maniera quanto più veloce ed economica possibile e, per farlo, ha sviluppato e messo a punto dei vecoli che fossero in grado di farlo…Nulla osta che anche questo “Supernikka” lo faccia e e possa, per questo suo sforzo, diventare una “pietra miliare” della progettazione e/o costruzione navale ma…Siamo di fronte a che tipo di veicolo? Nell’articolo lo si classifica fra i monoscafi ma…Possiamo ancora definire tale un veicolo che si muove sull’acqua supportato da ali e foils come avviene per gli aliscafi che, anche loro, traggono il loro sostentamento idrodinamico da ali e foils opportunamente progettate e disposte?
Definire “Supernikka” un aliscafo non toglie certo nulla al valore e al significato dello sforzo intrapreso ma mi chiedo che senso abbia pensare, come è scritto nell’articolo, di poterlo far gareggiare contro i mini-maxi con i quali, al massimo, potrà condividere le dimensioni ma non certo la tipologia…A meno che la gran parte della flotta non si adegui, in qualche modo, al nuovo standard di “Supernikka” ma non penso (e non credo) che questo possa avvenire a breve. Per non parlare dell’equa “penalizzazione” che bisognerà assegnare a questo veicolo che volerà sull’acqua a 40÷50 nodi rispetto ai suo avversari che, invece, navigheranno (in dislocamento) intorno ai 12 (che, peraltro, è già una bella velocità…) e sulla base di quali parametri calcolare la predetta “penalizzazione”…
Il progetto è affascinante e interessante a mio avviso ma, “armatore visionario” mi pare esagerato. In fin dei conti ha dimostrato che un mezzo dotato di foil è in grado di volare a pelo d’acqua (in assenza totale di onda) se condotto da un team di atleti professionisti. Questo lo sapevamo già da un po’. Viceversa se ci fosse riuscito con a bordo moglie, figlioli e suoceri, già sarebbe diverso! “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti. (Dal visionario H. Ford)