RAN 630, TestaCuore primo a Livorno con record
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Tempo di arrivi per la Ran 630, la Regata offshore dell’Accademia Navale con percorso Livorno-Porto Cervo-Capri-Livorno. Il Cookson 50 Testacuore di Riccardi Ciciriello ha mantenuto i favori del pronostico, aggiudicandosi la vittoria in tempo reale con il tempo di 3 giorni, 20 ore, 8 minuti e 58 secondi, che è anche il nuovo record della regata
A bordo di Testacuore tanti nomi noti della vela italiana professionale, come Roberto Spata e lo skipper della barca, Guglielmo Giordano, che ha fine regata ha dichiarato: “Una regata lunga, interessante, bellissima! Abbiamo avuto tutte le condizioni possibili, vento forte e bonacce, caldo e freddo, su un percorso davvero affascinante. Le Bocche di Bonifacio non ci hanno risparmiato, fino a 35 nodi da affrontare di bolina. Vento che, dopo la boa Porto Cervo, ci ha permesso di planare al lasco fino alle Pontine. Sicuramente torneremo per migliorarci, sperando di avere qualche avversario diretto, sappiamo che alla fine contano i tempi compensati ma la nostra è stata una cavalcata solitaria. L’organizzazione della regata è stata perfetta, grazie!”.
Le prossime barche attese sul traguardo di Livorno sono il Grand Soleil 40 Renoir, il Sun Fast 3600 La Cucciola e il Class 950 Ummagumma, che complessivamente hanno registrato un distacco di circa 180 miglia da Testacuore. Basterà al Cookson 50 per vincere anche la classifica in tempo compensato? Lo sapremo presto, nel frattempo andiamo a scoprire che super barca è questo 50 piedi e perché continua a essere competitivo nonostante non sia un progetto nuovo.
CHE BARCA E’ IL COOKSON 50
In giro per il mondo, il Cookson50 riscuote da anni importantissimi successi in tutte le regate d’altura (compresa la mitica Sydney Hobart o la RORC 600 Caribbean): eppure comincia ad essere piuttosto “datata”, visto che la prima barca del cantiere neozelandese (chiuso definitivamente qualche mese fa) è stata varata nel 2004.
LA MANO DI FARR
Quali sono i segreti di questo racer-cruiser “sempreverde”, lungo 15,24 metri (al galleggiamento 13,85) e larga 4,33? Innanzitutto la bravura del progettista che l’ha firmata, nientepopodimeno che Bruce Farr, che ha optato per uno scafo a dislocamento ultraleggero (solo 7 tonnellate) che strizza l’occhio ai TP52, con baglio esasperato e slanci pressoché nulli, ma nel contempo ha deciso di affidarsi a un bordo libero piuttosto alto per ottimizzare l’altezza nel sottocoperta e renderlo comodamente abitabile anche in crociera.
SOTTO LA CARENA
La chiglia basculante con pinna in acciaio e bulbo in piombo (3,00 m di pescaggio, comandata idraulicamente con inclinazione massima di 35° e opzionalmente allungabile a 3,25) e il canard centrale a prua dell’albero contribuiscono a migliorare le performance in navigazione. Un altro punto di forza è la facilità di conduzione: soprattutto oggi che il trend progettuale mira alla riduzione dell’equipaggio necessario a portare la barca. Soluzioni che oggi potrebbero sembrare scontate, ma che 12 anni fa non lo erano affatto.
MATERIALI AL TOP
Anche i materiali sono di prim’ordine. Lo scafo è costruito in stampo femmina ed è realizzato in fibra di carbonio con cuore di schiuma Corecell. I laminati sono infusi con resina epossidica, consolidati sottovuoto e a calore controllato. I punti di carico sono rinforzati con laminati di carbonio. La coperta viene fornita completa di winch e stopper, carrello della randa e tutto ciò che serve affinché la barca sia pronta a navigare nel migliore dei modi (escluse le vele): la doppia timoneria è in carbonio montata su piedistalli anch’essi in carbonio. La superficie velica totale è di Il motore standard è uno Yanmar da 54 cavalli con saildrive.
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