Come salvare una barca storica con 600 euro (e tantissima passione)

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alpa 7

La vela è fatta di colpi di fulmine. Vedi una barca e te ne innamori. E non importa se sia ridotta a poco più di rottame. Te ne innamori e decidi che quella sarà la tua barca.

Questo è accaduto a Niccolò di Gregorio e alla sua compagna Eleonora Baggini. Per 600 euro (sic!) hanno acquistato un Alpa 7 (storico progetto di John Illingworth in produzione nel mitico cantiere Alpa di Fiesco-Offanengo dal 1961, lungo 6,99 m e largo 2,25) e, dopo quasi cinque anni di lavoro “matto e disperatissimo”, lo hanno riportato a nuova vita. Adesso si chiama Keskesè IV (come tutte le loro barche: Grand Soleil 343, Grand Soleil 42, Sun Odyssey 52.2) e naviga felice a Genova.

Seicento euro subito e cinque anni di lavori per salvare una barca storica

Procediamo con ordine. Racconta Niccolò: “La storia comincia nel mese di ottobre del 2017 quando, nel corso di una gita fuori porta con Eleonora, ‘inciampiamo’ in un bellissimo modello di Alpa 7 datato 1967 in completo stato di abbandono nella cornice del Lago Maggiore. E’ stato amore a prima vista . Un amore cieco che, dopo le dovute ispezioni e trattative, ci porta a compiere una vera e propria pazzia con l’acquisto, effettuato il 27 ottobre a un prezzo di 600 euro. Era conciata davvero male, completamente abbandonata nel giardino del precedente proprietario.

Da quel giorno iniziano uno studio minuzioso ed un lungo (infinito!) lavoro di restauro, giornate faticose ed emozionanti, weekend rubati al relax, momenti di sconforto e di tensioni; ma tanti sono anche stati i sorrisi ed infinita la felicità nel vedere, lentamente, rinascere una barca storicaL’abbiamo finalmente ‘varata’ a Genova lo scorso 7 aprile”.

L’Alpa 7 Keskesè IV dopo il restauro in acqua a Genova.

Una lunga lista di lavori

Un periodo molto lungo: “Le tempistiche del restauro sono state lunghe, quasi infinite, ma non bisogna dimenticare quasi due anni di pandemia che ci hanno del tutto bloccato sotto tanti aspetti. Questa Alpa 7, a differenza di molte altre, aveva inoltre la predisposizione per il motore entrobordo con linea d’asse. Motore che ovviamente non esisteva al momento dell’acquisto ed è stato da noi acquistato nuovo lo scorso ottobre (Lombardini, 10 CV). I lavori effettuati sia al suo interno che per quanto riguarda l’esterno sono davvero tantissimi, sempre mantenendo lo spirito di una barca degli anni ’60 e senza mai andare ad inficiare il progetto originale. Dunque con il massimo rispetto.

Prima e dopo: gli interni dell’Alpa 7 Keskesè IV.

Abbiamo provveduto a fare un ciclo preventivo anti-osmosi (la qualità costruttriva non lo richiedeva, però non si sa mai…). Una delle tante “brutte” sorprese alle quali siamo andati incontro fin da subito è stata quella di sostituire interamente tutte le lande precedentemente in ferro e dunque arrugginite in ogni loro parte. Le abbiamo sostituite con lande in acciaio inox AISI 316 come si conviene.

Non voglio assolutamente dilungarmi oltre, posso dire che internamente abbiamo fatto un lavoro minuzioso di restauro di tutti i legni. Abbiamo inoltre rinforzato la base albero, da sempre punto critico dell’Alpa 7 (avendo albero appoggiato in coperta). Impianto elettrico ed idraulico chiaramente nuovi.

Niccolò e Eleonora.

In questo lungo percorso abbiamo anche avuto modo di incontrare persone speciali che, mosse dall’amore per la vela e la nautica in generale, si sono interessate al nostro progetto di restauro ed hanno potuto aiutare nei lavori dove c’era bisogno effettivamente di un esperto. Nulla è stato lasciato al caso.

Abbiamo sbagliato? Sì, tanto. Abbiamo imparato? Moltissimo. E con grande tenacia l’obiettivo è stato raggiunto! Benvenuta Keskesè IV!”. 


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