Allagrande Ambrogio! Ecco come sarà Il nuovo Class 40 di Beccaria
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Perché parliamo di made in Italy? Perché Allagrande, così si chiamerà la barca in memoria del primo Mini 650 di Beccaria, sarà al 100% un prodotto italiano. Progettista, strutture, cantiere, ricerca sulle vele e il team che accompagnerà Ambrogio sarà al 100% made in Italy. Così come gli sponsor: il main sarà Pirelli, con global sponsor Mapei.

Beccaria all’idea di questo Class 40 ci lavora probabilmente, almeno nella testa, da anni. “Non vi posso dire ancora nulla” ci aveva detto almeno un anno fa durante il Salone Nautico di Genova. Eppure adesso il “treno” è partito davvero, perché la barca verrà varata il 22 luglio ed è in costruzione presso la Sangiorgio Marine di Genova. Quest’ultimo è un altro dei pezzi di questo puzzle 100% made in Italy: il cantiere fondato da Edoardo Bianchi, uno dei costruttori di Luna Rossa, a Genova. Ambrogio Beccaria, Gianluca Guelfi, Edoardo Bianchi: tutti e tre usciti dall’Università di La Spezia, facoltà di Ingegneria Navale. Giovani e ambiziosi, forse anche un po’ sfrontati, perché quella che stanno mettendo in gioco dopo tutto è anche una scommessa: non solo realizzare un Class 40 made in Italy, ma farlo anche con alcune importanti innovazioni.
La barca infatti è stata pensata per correre la prossima Route d Rhum, partenza il 6 novembre, ma anche per prendere parte nel 2023 a The Race Around, il giro del mondo in regata con i Class 40. Per fare ciò Gianluca Guelfi, seguendo gli imput di Beccaria, ha realizzato un progetto con una tuga che coprirà quasi totalmente il pozzetto: tutte le manovre saranno perfettamente all’asciutto, un po’ come avviene sui nuovi Imoca 60 e questa è invece una novità per i Class 40. Ma non c’è solo questa.
LE INNOVAZIONI PROGETTUALI
Allagrande avrà una prua scow, con grandi volumi quindi, ma anche piuttosto alta sull’acqua. Quest’ultimo è infatti uno dei focus fondamentali del progetto: evitare gli ingavonamenti (il tanto temuto nose diving) in poppa il più possibile, o riuscire a uscirne velocemente perdendo poca velocità e quindi sollecitando meno il rig. Per fare ciò Guelfi ha lavorato non solo alla forma della prua, ma anche ad alcune soluzioni, ancora top secret, che riguardano il posizionamento del piano velico e le vele stesse. Su quest’ultimo aspetto è entrato in gioco un altro pezzo di made in Italy, North Sails Italia nella figura dell’Ingegnere Michele Malandra, che ha sviluppato una ricerca producendo alcuni dati che sono poi stati forniti a Guelfi. Alla veleria sono state fatte delle domande molto specifiche per “affinare” il piano velico e capire quale potesse essere la migliore posizione di albero e l’angolazione del rake con una serie di simulazioni di accoppiamento fluido/struttura della vele. Vengono simulati la deformazione delle vele e il loro lavoro in coppia con la barca e col rig. Come ha detto Beccaria: “sui Class 40 non possiamo mettere i foil, ma stiamo facendo tutto il possibile per avere una barca che abbia un assetto bello alta sull’acqua”.
I TEMPI DELLA NUOVA SFIDA
Sarà comunque una scommessa a partire delle tempistiche: varo entro fine luglio, forse una regata in Mediterraneo, la Palermo-Montecarlo, per un primo check della barca, poi trasferimento in Francia per ultimare la preparazione a Lorient e presentarsi il 6 novembre a Saint Malo sulla linea di partenza della Route du Rhum. Poco tempo per fare uno sviluppo completo della velocità di Allagrande che si troverà di fronte una classe che negli ultimi 2 anni è letteralmente esplosa a livello di nuovi progetti e livello della competizione. Vincere sarà difficile, forse impossibile in questa prima regata, ma una cosa è certa: il velista milanese lo ha sempre detto “non corro solo per partecipare”. Ambrogio Beccaria, ormai lo sappiamo, non è velista da sfide banali. Allagrande allora Bogi, soffieremo forte.
Mauro Giuffrè
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