A Barcellona per la Coppa America ci potrebbero anche i cinesi?
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I neozelandesi hanno “venduto” la Coppa America, che trasloca dalla Nuova Zelanda, sua sede naturale, a Barcellona in Spagna, nel cuore del Mediterraneo. Il business ha battuto lo spirito nazionalistico.
Se non lo sapete, chi vince la Coppa America, come i neozelandesi, si prende tutto. Ha diritto alle scelte di organizzazione dell’evento e relativi benefici economici.
La 37esima edizione della Coppa America si terrà a settembre/ottobre 2024 a Barcellona.
Sino ad ora sono cinque i team iscritti:
Emirates Team New Zealand (Nuova Zelanda), detentore
INEOS Britannia (Gran Bretagna), challenger of record
Luna Rossa Prada Team (Italia)
Alinghi Red Bull Racing (Svizzera)
American Magic (USA)
La scelta di una sede attrattiva e più semplice da raggiungere come Barcellona apre nuovi scenari, non solo economici. Si pensa che nuovi team si aggiungeranno ai cinque già iscritti. C’è tempo infatti fino al 31 maggio 2023 per iscriversi. E più partecipanti ci sono, più aumenta lo spettacolo e il business. Si stima che almeno altri tre team potrebbero partecipare.
Vediamo chi potrebbe aggiungersi ai cinque team già certi.
Le nazioni che potrebbero entrare nel gioco della Coppa
Nella storia della Coppa America ci sono parecchie nazioni che hanno partecipato a svariate edizioni della manifestazione più antica del mondo. Vediamo i maggiori indiziati.
La Francia ha uomini, tecnologie e risorse per entrare nel gioco della Coppa europea. Non ha mai vinto ma ha fatto la storia della Coppa, a partire dai mitici France del Barone Bich (inventore della panna a sfera).
La Spagna, visto che si regata a casa sua. Ma non solo, la Spagna ha anch’essa una buona tradizione di partecipazione. E nel 2007, a Valencia, non ha sfigurato con Desafio Espanol dove al comando c’era il mito Luis Doreste, due volte campione olimpico.
La Cina se vuole dimostrare di essere una superpotenza tecnologica. Nel 2007 c’era un team cinese, China Team, che aveva attinto velisti e tecnologia dai francesi. Non fece una gran figura, ma sono passati talmente tanti anni e la Cina è diventata leader tecnologico mondiale, oltre ad essere una superpotenza economica (ed ha ottenuto buoni risultati in oceano con Dongfeng alla Volvo Ocean Race). Perché non cogliere quest’occasione?
L’Australia che la Coppa l’ha già vinta e ha un’enorme tradizione velica. Il problema degli australiani non sono capacità sportive e tecnologiche, sono i soldi. Da quando i costi sono lievitati nel 2010, fanno fatica a trovare aziende nazionali che possano sopportare una sponsorizzazione che passa i cento milioni di euro almeno.
Gli outsider
I tedeschi che non hanno una grande tradizione in questo campo, ma hanno già preso parte, senza gran successo, ad alcune edizioni.
Gli svedesi. Stesso discorso dei tedeschi.
Un paese arabo potrebbe essere la sorpresa della prossima Coppa. I soldi ce li hanno, la tecnologia la possono comprare. E gli emiri hanno già da tempo messo il naso nello sport, vedi squadre europee di calcio.
Il problema della nazionalità dei velisti
Il problema è un altro. La regola riguardante la nazionalità degli equipaggi del protocollo della 37esima edizione della Coppa America dice che “si richiede che il 100% dell’equipaggio di ogni team abbia un passaporto della nazione dello yacht club della squadra a partire dal 17 marzo 2021, o dovrà essere stato fisicamente presente in quel Paese (oppure, agendo per conto di tale yacht club a Auckland, sede degli eventi AC36) per 18 mesi dei tre anni precedenti il 17 marzo 2021. In deroga a questo requisito, ci sarà una disposizione discrezionale che consentirà una quota di stranieri nell’equipaggio dei team di “Nazioni Emergenti”.
Questo non esclude quindi la possibilità di avere più team della stessa nazionalità (come era accaduto alla Coppa del 2007 con ben tre team italiani iscritti): maggior indiziato, in questo senso, gli Stati Uniti che potrebbero schierare altre sorprese oltre ad American Magic.
Budget ridotto rispetto al passato
Il budget si riduce rispetto alla scorsa edizione. Il nuovo regolamento mira a una limitazione dei costi, proprio per favorire la partecipazione di più nazioni possibile:
– si può costruire una sola barca AC 75
– limitazioni nel numero di foil e componenti che possono essere costruiti per gli AC75
– l’equipaggio a bordo dell’AC75 per le regate sarà ridotto da 11 a 8 velisti
– il software di partenza sarà fornito.
Con queste premesse, chi si aggiungerà ai big five per dare vita ad una Coppa America più attrattiva? Il seguito alla prossima puntata.
L.O.
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