Lo spauracchio del tangone: come regolarlo in base al vento e all’andatura

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Il tangone per molti velisti è quasi uno spauracchio, perché il suo utilizzo viene collegato a quello dello spinnaker che non è certo una delle vele più semplici da regolare, soprattutto con vento forte. Se lo usiamo bene però il tangone può essere un valido aiuto per agevolarci nella conduzione sotto spi, aiutandoci anche a superare alcune criticità. Andiamo a vedere allora alcune macro regolazioni del tangone che possono tornarci utili.

L’ALTEZZA DEL TANGONE

Partiamo da un principio: più il tangone viene posizionato verso l’alto, sia come varea che come campana all’albero, più lo spinnaker avrà una forma rotonda e potente. Il tutto va tarato però in base all’andatura: se stiamo navigando con 7-8 nodi di vento al lasco stretto tenderemo a lavorare con la varea bassa, nonostante la poca aria, per stirare l’ingresso della vela e navigare con efficienza a un’andatura stretta.

Se invece poggiamo verso il lasco pieno o la poppa ecco che alzeremo il tangone per fare volare la vela più in alto e ricercare la maggiore potenza possibile. Almeno fino a 15 nodi di vento in poppa è giusto farlo volare piuttosto alto per cercare la massima potenza della vela. Quando il vento supera i 15 nodi gradualmente inizieremo ad abbassare il tangone per ottenere uno spi dalla forma più magra e avere una vela più stabile da condurre e meno difficile. Depotenziando lo spi, abbassando il tangone, la barca tenderà a fare meno “pendolo” in condizioni di aria fresca.

L’APERTURA DEL TANGONE

La regola è semplice, più navighiamo poggiati più il tangone va “quadrato” ovvero aperto sopravvento, per esporre la massima quantità di superficie velica sopravvento all’albero e favorire quindi la discesa alla poggia. Più navighiamo orzati invece e più il tangone andrà “strallato” per consentire alla vela di restare sempre gonfia.

A queste regole però c’è almeno un’eccezione: se stiamo navigando in poppa piena con 20 o più nodi e onda, dobbiamo valutare con attenzione quanto quadrare la vela e quindi quanto spostare il tangone sopravvento. Potrebbe infatti succedere che con lo spinnaker molto quadrato la barca inizi a partire in strapoggia. In questo caso occorre lascare leggermente il braccio per diminuire la porzione di vela esposta sopravvento, cazzando contemporaneamente un po’ di scotta, per fare tornare la barca neutra o anzi con una leggera tendenza orziera.

In pratica quando il vento sale di tanto si naviga con la vela un po’ meno quadrata di quello che consiglierebbe l’andatura per non rischiare di perdere il controllo della barca in strapoggia.

Mauro Giuffrè


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