Guerra Ucraina Russia, cosa succede nel mondo della vela
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Guerra Russia Ucraina, cosa sta accadendo nella vela
La vela, come tutti gli sport, sta subendo gli effetti di questa guerra: una guerra di predominio territoriale e culturale, in cui la Russia di Vladimir Putin cerca la conquista dell’Ucraina, per ricostituire il blocco sovietico.
Il Comitato Olimpico Internazionale, proprio per questo ha sospeso gli eventi sportivi in Russia e Bielorussia e ha imposto sanzioni ai loro atleti, impedendone la partecipazione alle competizioni. Le grandi manifestazioni sportive, quindi, non vedranno più la partecipazione della Russia né direttamente né come paese ospitante. Basti pensare alla Fifa World Cup, che si svolgerà a dicembre 2022 in Qatar, da cui è stata esclusa la nazionale di calcio; oppure alla Champions League 2022, dove San Pietroburgo, prevista come città ospitante della finale di maggio, dovrà cedere il passo a Parigi.
Ma, dicevamo, i venti di guerra impattano in vari modi anche la vela: quella agonistica, quella della Coppa America ed anche quella della cantieristica.
VELA AGONISTICA
La World Sailing, la federazione mondiale della vela, molto preoccupata per la situazione in Ucraina, seppur nella consapevolezza che lo sport può essere una forza positiva, che unisce intorno ai valori di uguaglianza, inclusione, rispetto e correttezza gli atleti, aderisce alle norme CIO. Per il 2022 non sono previste regate organizzate in Russia o in Bielorussia, ma arriva anche in questo contesto la decisione di sospendere dalla partecipazione atleti e funzionari russi e bielorussi alle competizioni e agli eventi, fino a nuovo avviso.
Questa decisione è in linea con la raccomandazione del Comitato Esecutivo del CIO, volta a preservare l’integrità delle competizioni e garantire la sicurezza di tutti i partecipanti.
Ma sappiamo bene che una caratteristica di questo sport è la numerosità di classi veliche; quindi sono innumerevoli gli eventi iridati e le discipline: così il passo successivo è stato quello di condividere l’approccio con le autorità nazionali, le associazioni di classe, gli organismi affiliati e tutti gli organizzatori di eventi, per attuare la misura sospensiva. Laddove non sarà possibile, a causa del breve preavviso, le indicazioni di World Sailing, sono di fare il possibile affinché gli atleti russi o bielorussi e gli ufficiali partecipino in modo neutrale, senza simboli, colori, bandiere o inni nazionali.

In questa situazione anomala ci si potrebbe domandare quali colpe abbiano gli atleti russi e bielorussi per meritare tutto ciò? Atleti che in molti casi, come in quello della minista Irina Gracheva (quarta classificata all’ultima Mini Transat), hanno espresso il loro fermo no alla guerra. Ma è anche giusto che una federazione segua le linee guida del governo mondiale dello sport.
AMERICA’S CUP
Sebbene nella storia della Coppa America, il trofeo sportivo più antico al mondo, non ci sia traccia di equipaggi russi, nonostante gli oligarchi amino questo sport, qualche traccia del conflitto ha colpito anche questa comunità. Infatti, essendo la Coppa un evento globale, quando arriva il momento in cui i team devono trasferire lo scafo, dal paese di produzione alla città ospitante l’evento, devono sfruttare il volo dell’immenso cargo Antonov. Il cargo Antonov, considerato l’aereo più grande e potente al mondo, è di proprietà della compagnia ucraina Antonov Airlines.
Con la sua capacità di trasportare fino a 640 tonnellate di carico utile, l’Antonov-225 ha detenuto diversi record, tra cui quello di aereo più pesante mai costruito e l’apertura alare più grande di qualsiasi aeromobile in servizio operativo. Il cargo Antonov, infatti, è utilizzato per la movimentazione delle imbarcazioni di Coppa in tutto il mondo.
Ma per la 37° edizione dell’America’s Cup, ci sarà un aereo in meno da usare. Infatti, i bombardamenti in Ucraina hanno distrutto l’Antonov-225, perché le forze russe hanno attaccato l’aeroporto di Gostomel, vicino a Kiev. L’aereo, noto come Mriya, era in fase di manutenzione ordinaria, in quanto uno dei motori era stato smontato per una fase di revisione. Il ripristino dell’aereo richiederà più di cinque anni a un costo stimato di oltre 3 miliardi di dollari. Il velivolo costruito con sei motori è lungo 84 metri e ha un’apertura alare di circa 88 metri. Ha volato per la prima volta nel dicembre 1988 e detiene record per il trasporto del più grande carico commerciale.
CANTIERISTICA
A Trieste invece è stato bloccato il super yacht a vela “A”. Infatti, in fretta e furia si stavano completando le lavorazioni manutentive, per lasciare gli ormeggi al più presto. Questo l’ordine che il magnate russo Andrey Melnichenko aveva dato al comandante del mega yacht a vela “A”, ormeggiato da metà gennaio nell’arsenale triestino, dove Fincantieri si stava occupando della sua manutenzione. L’armatore russo è il proprietario del principale produttore di fertilizzanti europeo, EuroChem Group, così come della società energetica SUEK. Secondo Forbes, al 12 giugno 2021, il patrimonio netto di Melnichenko è stimato in $ 19,8 miliardi (95esimo nel mondo, 7esimo in Russia).
Molto probabilmente la destinazione di “A” sarebbe stata il vicino Montenegro, dove stanno trovando ormeggio altri mega yacht di oligarchi russi colpiti dalle sanzioni europee. Tali sanzioni colpendo anche i patrimoni degli oligarchi, colpiscono anche i beni come gli yacht, molti dei quali sono ormeggiati nei porti del Mediterraneo.
Alberto Morici
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