Nuova patente nautica solo attraverso le scuole nautiche. Ecco perché
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In un recente articolo vi abbiamo spiegato che per l’ammissione all’esame per il conseguimento della nuova patente nautica – le cui modalità entreranno ufficialmente in vigore il 13 maggio 2022 (qui tutti i nuovi quiz, uniformati a livello nazionale) – sono necessarie cinque ore di pratica certificate presso una scuola nautica abilitata, e che la Lega Navale Italiana non viene intesa come scuola nautica. Di conseguenza, i candidati LNI che si sono preparati in questi mesi si trovano impossibilitati a iscriversi alle prossime sessioni di esame.
Si è sollevato un vero e proprio polverone di commenti: chi gridava “allo scandalo”, chi ipotizzava un aumento dei prezzi dei corsi nelle scuole nautiche, chi pensava il provvedimento fosse giusto e sacrosanto.
Nuova patente nautica, il punto di vista delle Scuole Nautiche
Per fare chiarezza sulla nuova patente nautica, pubblichiamo la precisazione di Adolfo D’Angelo, segretario nazionale della sezione nautica di Confarca, associazione di categoria di autoscuole, studi di consulenza, scuole nautiche e centri di revisione. D’Angelo ribadisce la centralità della scuola nautica nel percorso di conseguimento della patente e auspica che riprenda al più presto la formazione dei cosiddetti “esperti velisti” (formati da LNI e FIV), dai quali attingere personale per gli esami della patente nautica a vela.
Egregio Direttore,
Il dibattito alimentato dall’articolo pubblicato lo scorso fine settimana da questo prestigioso giornale, ci permette di intervenire chiarendo alcune questioni che hanno finalmente trovato risoluzione con l’entrata in vigore, nel mese di settembre del 2021, del decreto 323 (meglio noto come il “decreto patenti”) per ciò che concerne la nautica da diporto. Un chiarimento indispensabile, fortemente richiesto dalla confederazione che rappresento e che è stato sostenuto, tra gli altri, da Confindustria Nautica e dall’Unasca.
Negli ultimi vent’anni, come rappresentanti delle scuole nautiche, ci siamo trovati a combattere un fenomeno dilagante nel nostro Paese, ovvero la concorrenza sleale di associazioni che, con regimi fiscali estremamente più vantaggiosi rispetto a quelli previsti dal codice ATECO applicato ai titolari di agenzie e scuole nautiche, hanno potuto organizzare corsi per patenti nautiche a prezzi spesso stracciati, pubblicizzati un po’ dovunque ed aperti anche a coloro i quali non risultavano tesserati. Queste associazioni, va ricordato, sono per statuto senza scopo di lucro.
Come confederazione, attraverso lo zelo del sottoscritto e del suo vice, Marco Morana, abbiamo documentato e presentato, con prove alla mano, tale fenomeno ai tavoli tecnici ministeriali durante la stesura del decreto approvato lo scorso 10 agosto 2021. Il legislatore ha recepito l’incongruità e ha perorato la causa di chi svolge attività professionale, ribadendo anche ieri, con la circolare esplicativa che chiarisce il ruolo delle scuole nautiche, che le uniche abilitate al conseguimento delle patenti sono quest’ultime, le quali dovranno essere sempre garanti di un’alta formazione come accade ancora oggi.
La nostra non è stata una guerra contro qualcuno in particolare: è una questione di principio. Paghiamo tasse, tantissime tasse, e non vogliamo vederci danneggiati da chi vede applicato un balzello che non supera il 3 per cento perché sulla carta risulta essere una associazione.
Le associazioni come Lega Navale o Federazione Italiana Vela, sono degli enti storici che contribuiscono alla divulgazione della cultura marinaresca, in particolar modo tra i più giovani. Noi ci auguriamo che ciò possa proseguire negli anni, nel rispetto di quanto però stabilito dal decreto 323. E proprio partendo da questo auspicio, ci auguriamo che i CIN (Centri Istruzione Nautica, ndr) tornino a formare gli esperti velisti, figure fondamentali per gli esami pratici per la patente nautica, e che lo facciano come stabilito dalle disposizioni ministeriali, formando cioè i velisti provenienti anche da altri enti.
Purtroppo, sono cinque anni ormai che i corsi per la formazione di queste figure professionali sono congelati: ciò comporterà il blocco dei turnover all’interno delle scuole nautiche, oltre ad una congestione negli esami alla stregua di ciò che sta accadendo all’interno del settore automobilistico per le patenti di guida. Non possiamo permetterci una fase di stallo nel settore: il nostro auspicio è che quanto ribadito fino a ieri dal dicastero porti di nuovo ad un’armoniosa e proficua collaborazione per sviluppare ancor di più la nautica tutta.
Con stima,
Adolfo D’Angelo
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3 commenti su “Nuova patente nautica solo attraverso le scuole nautiche. Ecco perché”
Sfugge la “ratio” per la quale FIV e LNI possono formare gli esaminatori (E.V.) ma non gli esaminandi.
Bolkenstein?
Esclusivamente perché una organizzata e potente lobby si è data da fare per consegnare la totalità del lucroso business relativo alle patenti nautiche nelle mani dei propri protetti.
Tutto nella pratica indifferenza di Federvela e Lega Navale. Per non parlare della connivente politica.
Mi dispiace vedere che, anche in questo campo, si dà prioritario il guadagno economico a discapito di tutto. In questo caso alla preparazione degli allievi che andranno per mare. Qui pero’ la gente si fa male! Io che faccio commissione d’esame da anni vedo come preparano la scuole guide autodefinitesi “nautiche”. Se effettivamente la Provincia procedesse ai controlli previsti, credo che sopravviverebbero ben poche “scuole nautiche”.