Macinare miglia anche con vento leggero: impariamo a regolare bene gennaker e Code 0

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Nella prima puntata (LEGGILA QUI) dedicata al vento leggero abbiamo parlato di quanto siano importanti le regolazioni di albero e vele per fare rendere al meglio la barca in queste condizioni e di come una corretta gestione dei pesi a bordo possa aiutare sensibilmente il nostro mezzo, anche se da crociera. In questo secondo approfondimento parleremo delle vele da aria leggera, di come gestirle e più in generale di come attrezzare e condurre la barca.

La vela giusta

Nella navigazione con vento leggero riveste una particolare importanza l’utilizzo della vela giusta che è strettamente correlata al modo di portare la barca. Ormai la vela più diffusa per andare in crociera è sicuramente il gennaker, fosse anche solo per la comodità: niente tangone, niente braccio e scotta, quindi meno manovre e una straordinaria semplicità nel compiere delle abbattute con equipaggio ridotto. Il gennaker però è una vela asimmetrica, murata sulla prua, o su un bompresso per chi vuole ottenere delle performance maggiori, e quindi lungo l’asse longitudinale della barca.

Questo fattore fa si che una parte della propria superficie venga coperta da quella della randa. Molte volte, forse troppe volte, si pretende di navigare con il gennaker allo stesso modo che con lo spinnaker e questo è uno dei più grossi errori che si possa fare. E’ una questione geometrica, più si va in poppa e più il gennaker è coperto dalla randa e quindi la vela non spinge affatto quello che dovrebbe. Diversamente, con uno spinnaker, per andare con la rotta più poggiata possibile, si potrebbe quadrarlo esponendolo maggiormente al vento e al di fuori della copertura della randa. Attenzione, anche con lo spinnaker non è possibile navigare estremamente poggiati in condizioni di vento leggero: la barca rallenterebbe troppo e anche compiendo meno strada la nostra vmg crollerebbe rapidamente.

Ne consegue che, con il gennaker, è necessario scegliere una rotta ancora più stretta rispetto al vento in modo tale da tenere sempre alta la propria velocità e di conseguenza anche la propria vmg; al limite si farà qualche strambata in più ma con il gennaker è molto più semplice.

L’importanza del bompresso

Abbiamo parlato dell’utilizzo di un bompresso, che tecnicamente ci da un enorme vantaggio: allontana maggiormente il gennaker dalla copertura della randa e sembra incredibile quanto un bompresso che sporga dalla prua anche solo 60/70 centimetri possa rendere più efficiente la vela e aumentare sia la velocità della barca che la propria facoltà di poggiare. Tenete presente che un gennaker ben disegnato, allround da crociera, con una forma e un peso di tessuto che possa adattarsi quasi a tutte le intensità del vento, può essere utilizzato da angoli che partono da circa 100 gradi rispetto alla direzione del vento fino anche a 160/165 gradi e rispettivamente da 3/4 nodi di intensità fino a quando sarete bravi a portarlo con intensità di vento elevate.

Anche la conduzione della barca con il gennaker è molto importante, soprattutto con vento leggero. Abbiamo detto che in queste condizioni la direzione del vento è molto ballerina: a maggior ragione è necessario adattare la propria rotta ad ogni cambio di direzione del vento, proprio per permettere alla vela di essere più esposta possibile e meno coperta dalla randa. Potrebbe sembrare che un timoniere che porta una barca con il gennaker con poco vento sembri avere “alzato un po’ troppo il gomito” a causa della scia a biscia che lascia dietro di se ma attenzione, potrebbe anche essere un ottimo timoniere. Per andature più strette, da 85 a circa 125/130 gradi e rispettivamente da 3 a 13/14 nodi di intensità, si sta diffondendo sempre più l’utilizzo del Code “0”.

Il Code 0

Questa vela è nata per un utilizzo soprattutto in regata. Si tratta di una vela asimmetrica, anch’essa murata sulla prua o su un bompresso, ma con una forma molto più piatta rispetto a quella del gennaker e quindi più adatta all’utilizzo per angoli stretti. Come scotta può essere utilizzata la stessa che si impiega per il gennaker. Una particolarità di queste vele è quella di essere rollabili, devono quindi essere dotate di un frullino nella parte bassa e di una girella nella parte alta; inoltre all’interno dell’inferitura deve essere necessariamente montato un cavo antitorsione che facilita l’avvolgimento della vela e la resa della stessa nei range di utilizzo più alti. A proposito del cavo antitorsione, il consiglio è di utilizzarne uno di buona qualità, influisce parecchio sulla resa della barca (maggiore è la tensione della drizza e maggiore è l’efficienza del Code “0”) ma anche e soprattutto nella maggiore semplicità nell’avvolgimento della vela. Una raccomandazione: sia quando aprite e soprattutto quando avvolgete il Code “0”, fatelo con andature molto poggiate; la vela viene coperta dalla randa e tutto diventa estremamente più semplice.

Come regolare Gennaker e Code

Esiste qualche accorgimento particolare nel portare il gennaker e il Code “0”? Sicuramente si. Per avere la maggiore efficienza, entrambe queste vele vanno portate più lascate possibile e quasi con un’orecchia, piccola ma costante, lungo la parte alta dell’inferitura. Perché? Il motivo è sempre lo stesso: tenere la vela la più esposta e più lontana possibile dalla copertura della randa. A dire il vero questo accorgimento è necessario adottarlo anche con lo spinnaker ma con gennaker e Code “0” ancora di più; immaginate, per esempio, che 30 centimetri di scotta troppo cazzata fanno si che 30 cm per la lunghezza di tutta l’inferitura siano coperti dalla randa e se fate due conti possono essere parecchi metri quadri in meno di esposizione al vento. E’ necessario utilizzare queste vele nel loro range ottimale di utilizzo; è inutile navigare con un gennaker a 90/95 gradi rispetto alla direzione del vento, come è inutile navigare a 150 gradi con un Code “0”. Non sono vele disegnate per quelle andature e la loro efficienza verrebbe irrimediabilmente meno.

ROBERTO SPATA

Classe 1962 da Como. Nazionale Laser fino al 1983, si avvicina poi alla vela d’altura regatando su qualsiasi tipo di imbarcazione e specificatamente nelle Classi IOR, IMS, Maxi Yacht, Monotipi, ORC e IRC nei ruoli di tattico, timoniere o randista, occupandosi spesso della messa a punto di vele e barca.

Dal 1988 al 2000 ha collaborato con la North Sails e continua ad avere rapporti tecnici e con tutte le velerie, i progettisti e i cantieri anche come project manager.

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