Salva la barca che va alla deriva, la Capitaneria lo multa

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*l’immagine non si riferisce all’accaduto ma ha il solo scopo di illustrare l’articolo

La storia è semplice e assurda: un velista, al comando solitario di una barca a vela, si trova con il motore in panne all’uscita del porto di Marina di Ravenna. Rientra a vela, ma nel canale viene fermato dalla Guardia Costiera che lo sanziona (700 euro) perché “l’unità, procedendo esclusivamente a vela, non esponeva il triangolo rovescio prescritto da ColReg”.

Il triangolo da esporre secondo il Colreg

Per chi non lo sapesse, il Colreg è l’insieme delle regole per prevenire le collisioni in mare, e il triangolo rovescio da esporre sarebbe quello che, tra i segnali diurni, identificherebbe una barca a vela a propulsione mista. Peccato che, in un momento di emergenza, con il rischio di andare a scogli, l’ultimo pensiero di uno skipper sia quello di issare il triangolo rovescio.

Lo sfortunato velista si chiama Pietro Calvelli, che in quel momento era a bordo del Brigand 750 dello Yacht Club Romagna e che, per una questione di principio, ha deciso di portare la vicenda in tribunale (prossima udienza il 22 febbraio), per “combattere i difetti di Capitaneria e Giustizia”. Anche perché ha provato a inviare una PEC alla Capitaneria con la richiesta di “evento straordinario”, ma la mail è stata “persa”.

Lasciamo che sia lui a raccontare, punto per punto, questo caso di incompetenza e malaburocrazia all’italiana.

“Rientro a vela con il motore in panne, mi fanno la multa”

1. Marina di Ravenna, lunedì mattina 5 ottobre 2020, dopo aver concordato con il Cantiere Oltre l’alaggio de La Bimba, Brigand 750 in armamento alla Scuola Nautica di YCR ed appositamente immatricolata, telefono al cantiere per avere conferma. Sono solo, ma non mi pare pericoloso il breve tratto, rabbocco il serbatoio con 10 litri di gasolio ed il motore parte immediatamente. Il mare è piatto ed il vento da 180° è meno di 10 nodi. Mollo gli ormeggi, esco a marcia indietro e ruoto la barca verso l’uscita del marina senza alcun problema.

2. In questo punto il motore comincia a singhiozzare, provo a cambiare i giri ma questo si spegne. Ho gli scogli a sinistra e non ho modo di rientrare a vela da solo, tantomeno bordeggiando di bolina con il solo genoa, visto che da solo non posso alzare la randa. Quindi apro il solo genoa e decido di procedere a vela per non finire sul molo guardiano. Non posso abbandonare la manovra dell’unità, avendo in una mano la barra del timone e nell’altra la scotta del genoa. Quindi non posso scendere sottocoperta per usare la radio. Tantomeno scendere a cercare il triangolo rovescio e farlo salire a riva. Anche perché il motore è restato faticosamente acceso, ma in folle, ed in questo caso non è previsto alcun segnale.

3. Il percorso per il cantiere consisterebbe in un breve lasco ed un successivo traverso, molto facile da percorrere per qualcuno che non sia alle prime armi. Lì mi stanno aspettando e sarà semplice l’ormeggio sotto la gru. So bene che è vietato navigare a vela nel canale, ma ritengo che sia doveroso in caso di emergenza e nessuno mi ha mai prospettato una soluzione migliore e più sicura per uscire da quella situazione di piccola emergenza.

4. Il canale è perfettamente sgombro quando entro a lento moto, poi compaiono due unità della Guardia Costiera in entrata e quindi accosto e mi fermo al molo foraneo nord, esattamente di fronte al per non costituire intralcio. Una delle unità ormeggia presso la mia poppa, scende un marinaio per chiedermi patente e licenza di navigazione. Li consultano a bordo della loro unità mentre io ne approfitto per chiamare il cantiere poco distante (mezzo miglio?). Mi vengono riconsegnati i documenti assieme ad un primo verbale.

5. Quasi subito arriva il buon Davide Gianella (titolare del cantiere di rimessaggio, ndr) con un suo mezzo di servizio e, supponendo che sia rimasto senza carburante (so che è impossibile) porta anche una tanica di gasolio. Naturalmente il motore non ne vuole sapere di andare su di giri e quindi mi traina sotto la gru del cantiere.

6. Il giorno dopo aver alato la barca in banchina Davide Gianella trova dentro il serbatoio corpi estranei, benzina e acqua. Evidentemente la barca si era mossa tranquillamente a motore finché il materiale estraneo non ha ostruito filtri e condotti, consentendo al motore di restare acceso solo al minimo.

7. Nei tempi previsti spedisco via PEC in Capitaneria la formale obbligatoria DICHIARAZIONE DI EVENTO STRAORDINARIO ed anche le mie OBIEZIONI al verbale, più o meno quanto scritto ai capitoli precedenti. Le missive sono in allegato e chiedo anche di essere sentito.

8. Sfortunatamente le missive vanno disperse nei meandri della Capitaneria, non ricevo alcuna risposta, non vengo convocato per spiegare le mie ragioni, ma ricevo una missiva che mi imporrebbe di pagare una multa di circa 700 €. Quindi telefono in Capitaneria dove si appura che le missive sono disperse e mi viene chiesto di dimostrare di averle spedite. Le spedisco nuovamente (siamo già nel 2021) Tengo un colloquio con due giovani ufficiali ma non con chi comanda l’Ufficio Contenzioso o qualcuno che conoscesse le dinamiche della vela. Viene annullato il precedente verbale me ne arriva uno da 300 €, quello per il quale sto ricorrendo.

Sarebbe stato più semplice pagarlo che perdere tempo ed energie per fare ricorso su un argomento piuttosto ostico per un inesperto di vela e per questo motivo chiedo che sia consultato un perito riconosciuto tale dal Tribunale di Ravenna.

Lo sto facendo perché ritengo un dovere civile cercare di impedire che tali episodi si ripetano.

Aspettiamo anche noi una risposta dalla Capitaneria di Porto. E vi terremo aggiornati su come andrà a finire in tribunale questa assurda vicenda.

 


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15 commenti su “Salva la barca che va alla deriva, la Capitaneria lo multa”

  1. Fatico a capire la ratio della contravvenzione.
    A parte l’ovvia considerazione che il comandante ha agito di necessità, e ha dovuto scegliere l’unica condotta che avrebbe potuto tenere in salvo l’imbarcazione, perché mai avrebbe dovuto esibire il cono rovesciato, se il motore non stava funzionando e la navigazione avveniva a vela?

  2. uscire in mare aperto a vela , evitare il canale , chiamare al telefono il cantiere per un traino ed attendere … forse era meglio , indipendentemente dal triangolo

  3. Les règles sont -elles différentes en Italie Il me semble que le Cône pointe en bas signifie que le navire est en navigation mixte c’est à dire
    VOILE + MOTEUR , si j’ai bien lu ce n’est pas le cas le bateau navigue sous voile . L’avocat ne va pas avoir beaucoup de travaille pour gagner l’affaire

  4. Non erano lì per aiutare e fare in modo che tutto andasse per il meglio, erano lì proprio per castigare con cattiveria (700 €! Io li prendo al mese di pensione) chiunque si fosse discostato dalla normalità. Solo così si spiega il fatto che non abbiano voluto sentir ragioni. Forse pensavano di fare il loro dovere ma erano evidentemente in uno stato di condizione mentale che li faceva ragionare male, anzi, non li faceva ragionare affatto. Non sono da incolpare solo loro ma anche e CERTAMENTE DI PIÙ CHI LI HA VOLUTI COSÌ, CHI LI HA ISTRUITI COSÌ. C’è da aver paura anche a vederli da lontano…e sì che i mezzi su cui si muovono sono nostri, le divise sono nostre, siamo noi che li paghiamo! E licenziamoli questi fuori di testa dal Corpo che stanno umiliando! E facciamo in modo che al loro posto vadano persone capaci e affidabili, da farti sentire tranquillo e felice quando li vedi. Scusate questo sfogo ma non se ne può più.

  5. La normativa è la normativa, purtroppo chi va a vela il cono nero in genere non c’è l’ha neanche a bordo come non hanno il pallone di fonda e come non conosce il coll reg…nei canali non si naviga a vela, punto…affronto quotidianamente situazioni assurde con diportisti… soprattutto velisti, che dimostrano di non avere la minima preparazione per uscire in mare, non perché i velisti siano peggio dei motoristi ma semplicemente perché sono molti, molti di più. Dal mio punto di vista gli hanno già fatto un favore riducendo la sanzione, che pagasse e imparasse la lezione, c’erano molte alternative ed ha scelto quella più stupida…

  6. Roberto Pellegrino

    Buongiorno Roberto Pellegrino
    A prescindere dal triangolo,superfluo!
    Barca a vela con motore in avaria nel canale=ormeggio più in sicurezza possibile per se ma soprattutto per gli altri,in attesa di rimorchio, ovviamente dopo chiamata di soccorso.Penso che il verbale di 300euro,si riferisca all’infrazione di una o più regole suddette.

  7. Giuliano Franciosi

    Avevo un 39 piedi a vela che ho venduto per mettere fine a sanzioni, tariffe esose e furti in cantiere. Purtroppo in Italia possedere o utilizzare una barca, è ritenuta una condizione da punire e spremere economicamente. Nel merito avrei valutato la scelta del comandante sulla sua effettiva pericolosità. Barca piccola, con solo fiocco e scotta in mano e una conduzione esperta, non parrebbero rappresentarla.

  8. La “solerzia” della Guardia Costiera di Marina di Ravenna a me è tristemente nota: ho una personale esperienza che risale al Novembre 2008, lo spazio qui disponibile non è sufficiente per descriverla, avrei piacere di renderla nota pubblicamente in modo completo. Qualcuno, (magari lo stesso Sig. Pietro Calvelli) mi può indicare come?

  9. domenico argento

    Bastano poche e semplici parole : ” forti con i deboli e deboli con i forti ” . Mi rincresce molto doverlo scrivere ma di queste male fatte ne conosco tante.

  10. Cosa vuol dire conduzione esperta? Chi lo determina? Sarebbe come dire che se sono esperto a guidare l’auto posso andare a 200 km/h in autostrada… è per questo che c’è una normativa uguale per tutti, perché tende a creare le condizioni più sicure per tutti, nei canali non si può andare a vela, il signore in questione ha violato la norma ed è stato multato, il resto è irrilevante

  11. In mezzo ad una miriade di commenti inutili e di parte, questo è l’unico sensato ed equilibrato. Se vi è una norma che vieta la navigazione a vela in una zona, un motivo ci sarà? La persona spiega solo la parte sanzionatoria e nulla più. Non spiega lui come si è posto, com’erano le condizioni del mare e del vento e tante altre cose. Io avrei chiamato in amico per il rimorchio ed avrei avvisato la CP di quanto stava succedendo.
    P.s. per quanto attiene il cono rovesciato, o è stato sbagliato il verbale oppure è sbagliato l’articolo.

  12. nell’articolo non si capisce che lo “sfortunato velista” in realtà è istruttore e presidente di una scuola vela di Marina di Ravenna che rilascia patenti nautiche, c’è nome e cognome basta fare una ricerca quindi la CP e lo “sfortunato velista” si conoscono molto, molto bene….

  13. …non so quale sia l’intenzione di specificare che il soggetto sia istruttore di vela e presidente di una scuola, questo è un’ulteriore aggravante dal mio punto di vista…

  14. Il Sig. Pietro Calvelli ha ampia visibilità su questo giornale. Proprio per tal motivo, a supporto della sua versione, avrebbe dovuto perlomeno pubblicare traccia della pec inviata.
    Ad ogni modo, a rigor di legge, con motore non funzionante avrebbe dovuto sfruttare abbrivo (e magari anche genoa) SOLO per accostarsi immediatamente. A vela sappiamo andare in tanti, a fare i megalomani siamo qualcuno in meno, a rispettare la legge praticamente nessuno.

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