PROVATA. MOMI_M80, la barca dei sogni
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Cosa sono le barche a vela? Per chi le ama non sono soltanto un oggetto. Sarebbe più appropriato definirle come un sogno. Il MOMI_M80 potremmo definirlo come il sogno, la visione, di due velisti e due armatori, Angelomario Moratti e Nicola Minardi. Le iniziali dei loro cognomi hanno dato il nome alla barca, il loro gusto ne ha dettato lo stile. Le linee d’acqua sono state disegnate dalla Vismara Marine Concept che ha unito per il primo MOMI_M80 gli studi di idrodinamica delle più performanti imbarcazioni uscite dal cantiere. Il tutto supervisionato dal team MOMI Sail che ha optato per uno scafo tendenzialmente performante più sugli angoli stretti piuttosto che su venti di poppa.
Il MOMI_M80 è uno yacht custom, realizzato sulle richieste dei due armatori che volevano innanzi tutto una barca che avesse uno stile preciso e molto riconoscibile. Il disegno della tuga, come se fosse una morbida onda, è l’elemento che caratterizza questo stile e definisce la barca: essendo la tuga quasi flush deck, capiamo subito che ci troviamo di fronte a una sportiva.
E veniamo quindi alle altre due richieste di Moratti e Minardi: il MOMI_M80 deve essere una barca veloce, in grado di competere nelle classiche prove offshore italiane e internazionali o nei circuiti riservati ai Maxi.
Ma al tempo stesso vuole essere una barca da viaggio, anche da navigazioni importanti, che necessitano quindi di un certo comfort a bordo e in coperta. Un progetto ibrido quindi, che in realtà rappresenta una sfida molto difficile per chi ha il compito di realizzarla.
Lo scafo è stato costruito in carbonio, per ottenere quell’indispensabile requisito di leggerezza della costruzione che una barca con queste ambizioni deve avere. Su una misura di 80 piedi la costruzione con questo materiale, soprattutto in un progetto ibrido, inizia a fare la differenza in modo decisivo in termini di peso e rigidità strutturale.
Sempre seguendo questo principio, la ricerca della leggerezza, gli interni sono ben rifiniti e ricercati, ma senza un utilizzo eccessivo di legni, e anzi con un buon equilibrio tra questi e le componenti in composito.
UN LOOK RICERCATO
Quello che colpisce osservando la barca dall’esterno è l’estrema pulizia delle linee. Tutti gli elementi di questo scafo sembrano ben integrati tra loro, quasi in modo naturale. Della tuga abbiamo già parlato, ma resta l’esempio chiave di questo concetto: basta osservare come l’ “onda” si integri alla perfezione con la linea di coperta per avere quest’impressione di armonia delle forme.
Le manovre, quasi tutte, scompaiono sotto il livello del ponte lasciando pochissime cime a vista e superfici completamente pulite per essere godute durante la crociera. Un’altra cosa che caratterizza, anche dal punto di vista estetico oltre che funzionale, il Momi 80, è una sorta di doppio pozzetto di cui è dotata la barca. La zona di poppa è infatti dedicata alle manovre, leggermente più a prua è presente un altro pozzetto, più piccolo e profondo, maggiormente riparato, dove è stato collocato l’ingresso principale verso gli interni.
LA NOSTRA PROVA
Arriviamo a Viareggio in una giornata di vento da terra da est-nordest, mare piatto, e intensità tra i 9 e i 14-15 nodi sotto raffica. Condizioni ideali per provare il MOMI_M80. La barca è in fase di ottimizzazione, a bordo ci sono infatti gli uomini della veleria Millennium e il Project Manager delle manovre Roberto Spata.
L’obiettivo dell’uscita, oltre a registrare i numeri a vela per la nostra prova, era infatti il test della randa da regata. Senza l’equipaggio in falchetta (in regata ci saranno 16-18 persone) quando il vento arriva a 14-15 nodi si naviga un po’ sbandati ma non si perde ma il controllo della barca. Il doppio timone consente infatti una conduzione facile del mezzo, anche se non arriva un intervento rapido a depotenziare la randa non si fa mai fatica, con quest’intensità d’aria, a tenere la barca sotto controllo.
Come ovvio che sia su una barca di queste dimensioni molte manovre sono automatizzate o gestite con l’idraulica, come per esempio il carrello del fiocco o quello della randa. Una serie di pulsanti posizionati in prossimità della postazione del randista gestiscono le principali manovre della barca. Per via della randa square top è presente il paterazzo sdoppiato, che si regola sui due winch a poppa, questi manuali.
La barca al timone restituisce una sensazione di potenza controllata: le accellerazioni sotto raffica si sentano, ma lo sbandamento aumenta sempre in maniera graduale, grazie anche a un pescaggio che a chiglia immersa tocca i 4 metri. Di bolina con 10-12 nodi di vento si naviga intorno fino ai 9 abbondanti, con un angolo tra i 40 e i 45 gradi di reale. Da tenere conto che il fiocco in prova era un medio-pesante più adatto per un range superiore di vento.
Al lasco abbiamo navigato con un asimmetrico A3, anche questo adatto a un vento un po’ più forte rispetto alle condizioni della prova. Il MOMI_M80, navigando tra i 125 e i 140 gradi al vento, ha comunque mantenuto velocità sempre sopra i 10 nodi, con circa 12-13 di vento. Le velocità di punta le abbiamo toccate tra i 90 e i 100 gradi navigando solo con randa e fiocco, dove abbiamo letto una velocità gps di 13.3 nodi con circa 13,5 di vento.
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