Cinque barche straordinarie del 2021, cinque armatori appassionati
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Le barche più belle dell’anno scelte per la loro storia, l’eccezionalità del progetto, la tenacia dei loro armatori, la longevità della “carriera” velica. Ecco quali sono le cinque barche del 2021, per noi, uniche ed irripetibili
Una bella notizia. Nel 2021 barche, armatori ed equipaggi italiani sono ritornati a navigare liberamente in Italia e in Mediterraneo. Un vero e proprio boom per la vela, con incrementi di vendite e noleggio di barche che non si vedeva dal 2007/2008. Ma non solo. Anche il mondo delle regate d’altura, dopo anni di declino, è esploso con record di partecipazione alle manifestazioni più conosciute. Centinaia di barche, nuove e datate, piccole e grandi, di ogni genere e di ogni età, sono tornate sui campi di regata.
Con un entusiasmo che non si vedeva da anni, con uno spirito contagioso da parte degli armatori che, finalmente, hanno privilegiato la passione invece della sola prestazione.
Per testimoniare questa svolta positiva e incoraggiante, abbiamo stilato un’atipica Top Five di bellissime barche italiane e dei loro armatori (e testimonial) che hanno partecipato alle regate più prestigiose e più affollate del 2021. La scelta delle cinque bellissime non è dettata solo dai risultati ottenuti, ma anche con altri parametri: la loro storia, l’eccezionalità del progetto, la tenacia del loro armatore, la longevità. Insomma le abbiamo “premiate” per la loro unicità. Eccole.
Cinque barche straordinarie, cinque armatori appassionati
Capricorno
m. 24, 1995, one-off (Reichel Pugh/Nauta)
Armatore: Rinaldo e Alessandro Del Bono
Eventi: Maxi Rolex Cup (Porto Cervo), Regate di Primavera (Portofino), Voiles de Saint Tropez (Costa Azzurra)
Una storia così avventurosa poche barche al mondo ce l’hanno. Capricorno nasce nel 1995, si chiama Morning Glory, la progetta uno degli studi più famosi, Reichel Pugh e la costruisce McConaghy in Australia, il cantiere navale che ha costruito molte delle barche più famose della storia. Morning Glory partecipa e vince nelle principali regate dell’emisfero australe, la perla è la Sydney Hobart del 1996.
Il destino vuole che Rinaldo Del Bono e suo figlio Alessandro decidano di acquistare nel 2005 Morning Glory, di cui il vecchio armatore si è disamorato. Se n’è fatto costruire uno più nuovo e avveniristico.
I Del Bono, industriali farmaceutici milanesi, sono grandi appassionati e proprietari di barche famose già dagli anni ’80 del secolo scorso. Hanno un curriculum velico d’eccellenza che culmina nel 1995 con l’unica vittoria della squadra italiana nell’Admiral’s Cup, il campionato del mondo per scafi d’altura, di cui fa parte Capricorno ILC 46.
Ma cosa se ne vogliono fare i Del Bono di una vecchia, seppur prestigiosa, barca da regata? Vogliono farla diventare la più bella e veloce barca da crociera del mondo. La mettono nelle mani di Nauta Yachts, grande firma del design nautico.
Capricorno dopo la sua rinascita è talmente veloce da vincere l’ARC (la traversata atlantica semicompetitiva più famosa). Poi a dimostrazione di essere comoda e sicura gira il mondo per tre anni, passando anche Capo Horn. Ritornato in Italia Capricorno ritorna ad essere una comoda barca da regata quest’anno.
Con a bordo il vecchio equipaggio che aveva vinto l’Admiral’s Cup nel 1995 (nomi famosi come Flavio Favini al timone e Tiziano Nava alla tattica) vince le regate di Primavera a Portofino e ottiene altre vittorie, Rolex Maxi a Porto cervo compresa, nelle regate più pretigiose del Mediterraneo. Pochi armatori hanno avuto il coraggio di prendere una “vecchia” barca da regata e farla rinascere a nuova vita, girando il mondo e vincendo regate. Rinaldo e Alessandro Del Bono hanno dimostrato che si può fare. Capricorno è il più bel youngtimer oggi in circolazione. Un’opera d’arte dello yachting.
Persico 69F
m. 6,90, 2019 (Wilson-Marquinez)
Il team: Giorgio Benussi, Studio Casti, Maciel Cicchetti, Dede De Luca, Davide Serra, Enrico Tettamanti, Carlo Tomelleri
Eventi: Persico 69F Cup, Youth Foiling Gold Cup, 69F Pro Cup, 69F Academy
Si poteva fare qualcosa di nuovo nel mondo delle derive? Si, seguendo tre concetti: una barca che volasse sui foil, che potesse essere acquistata o affittata, in grado di coinvolgere i giovani velisti. Hanno creato un “equipaggio” per realizzare questa missione quasi impossibile.
Vi basta leggere il curriculum degli ideatori per capire come ci sia dietro un dream team eterogeneo che va dai velisti famosi, al navigatore, al finanziere, agli esperti di comunicazione e di marketing. Così è nato il 69F che in questo 2021 è riuscito a creare un vero e proprio fenomeno nella vela, con 12 eventi, 156 regate e 237 velisti coinvolti tra professionisti, armatori e giovani talenti.
Come si fa a entrare nel “mondo” 69F? Oggi ci sono dodici barche, sei noleggiabili in Europa, sei in America. Alla 69F Cup, divisa in quattro tappe, può partecipare chiunque. Puoi comprarti la tua barca (195.000 euro + Iva tutto incluso) o noleggiarne una, due, sei… La Youth Foiling Gold Cup è riservata agli Under 25 e a bordo c’è l’obbligo di avere una ragazza.
I segreti del successo? L’assoluta qualità costruttiva della barca. Garantisce Persico, che ha “sfornato” Luna Rossa. Poi, la possibilità di charterizzazione su misura e senza preoccupazioni: tu paghi, all’organizzazione e alle barche pensa 69F; ancora, il fatto che le barche siano “wrappabili” e personalizzabili con loghi e set di vele “griffate”, soluzione golosa per aziende. C’è anche una 69F Academy dove, pagando una fee per uno o più giorni, può salire a bordo delle barche e imparare a volare, aiutati dai professionisti di altissimo livello del circuito.
Lisa R
m. 14,01, 2015, Ker 46 (Jason Ker)
Armatore: Giovanni Di Vincenzo
Eventi: Rolex Giraglia (Costa Azzurra – Liguria), 151 Miglia (Toscana), Rolex Middle Sea Race (Malta – Sicilia), La Lunga Bolina (Lazio – Toscana)
“A bordo sta benissimo, la barca è la sua comfort zone”, ci hanno raccontato i membri dell’equipaggio del Ker 46 Lisa R dell’armatore Giovanni Di Vincenzo, 71 anni, a capo della società di costruzioni Dino Di Vincenzo e tra gli shareholders del gruppo Igefi, 370 milioni di fatturato. E ci hanno anche detto che lui, quando fa le regate lunghe, se la gode al massimo, anche in condizioni estreme.
Una stagione al vertice, quella di Di Vincenzo e la sua Lisa, che si chiama così, abbiamo scoperto, per una passione di famiglia: i Simpsons, popolare serie TV americana. La piccola Lisa Simpson troneggia sullo spinnaker e anche le precedenti barche di Di Vincenzo (prima un X-41 con cui ha vinto tante regate, poi un Reichel-Pugh 45) portavano lo stesso nome.
Tornando alle regate: nel 2021 la barca ha chiuso al secondo posto overall La Lunga Bolina e la 151 Miglia (in IRC), al terzo la Middle Sea (migliore degli italiani), al quarto la Giraglia dopo una regata sempre in testa. D’altronde, stiamo parlando di un missile da competizione, a firma di uno dei geni delle barche pensate per le regate offshore, un certo Jason Ker che fu anche il progettista del Coppa America Shosholoza, che nell’edizione del 2007 a Valencia diede filo da torcere a tutti. La barca, varata nel 2015 è stata acquistata da Di Vincenzo nel 2019: pensate che aveva ben 45 vele in dotazione, soluzioni full-carbon e il timone a ruota che si smonta e può essere sostituito con la barra per le regate a bastone.
Unico “anacronismo” a bordo: la campana per scandire i cambi turno in navigazione, del tipo usato sulle navi. Il tattico Francesco Bertone ha scelto la più leggera che si trovasse sul mercato…
Itacentodue
m. 18,85, 2009, Ice 61 (Felci Yachts Design)
Armatore: Adriano Calvini
Eventi: Rolex Giraglia (Costa Azzurra – Liguria), Regate di Primavera (Portofino), 151 Miglia (Toscana)
Forse non esistono barche che incarnano meglio l’essenza “cruiser-racer” di Itacentodue, l’Ice 61 di Adriano Calvini: nella sua versione “da crociera”, è un comodo 19 metri con cui girare il mondo in famiglia. Ma poi lo svuoti, tiri giù le vele normali e monti quelle in carbonio e si trasforma in una barca da regata ultraperformante, capace di vincere la Giraglia (nel 2021 ha trionfato nella regata di avvicinamento e in classe IRC 0) e tantissime altre regate dando la polvere ai Mini Maxi di ultima generazione.
La barca è stata varata nel 2009 su progetto di Umberto Felci, costruita dal cantiere CN Yacht 2000, (oggi Ice Yachts). Cosa rende questa barca una sempreverde delle regate? La sua costruzione studiata nei minimi dettagli. Perché, come racconta Felci, i regolamenti cambiano ma le barche restano, quindi all’epoca venne realizzato il migliore 60 piedi “ibrido” possibile.
Uno scafo full carbon laminato in infusione, gli interni realizzati con speciali materiali alleggeriti di derivazione aeronautica hanno consentito il contenimento dei pesi. Le altre “chicche”? L’albero ad alto modulo in carbonio e la lifting keel che consente un pescaggio variabile, da 2,5 a 4 metri.
Ma per chi è stata creata Itacentodue? Adriano Calvini, ligure, cavaliere del Lavoro, ex presidente dell’azienda di famiglia Madi Ventura, primo gruppo italiano nell’import-export di frutta secca. A 84 anni, è un volto noto sui campi di regata perché non se ne perde una.
A bordo, ci hanno raccontato, lo adorano tutti. La sua passione per la vela risale alla sua gioventù, quando la famiglia dell’allora sua fidanzata Angiolina (poi diventata sua moglie), gli armatori genovesi Costa, gli regalò un Flying Dutchmann arrivato dall’America. La barca aveva come numero velico, sorpresa, ITA102. A bordo, Adriano Calvini fa un po’ di tutto. Aiuta nelle manovre, soprattutto con il gennaker. Non ha problemi a fare i turni di notte e spesso si ritrova a dormire sdraiato per terra con l’equipaggio, o a passare la notte in bianco. Prima di Itacentodue, Calvini aveva un Southern Wind 72, Marietta.
Marga
m. 15,56, 1910, 10 metri stazza internazionale (C.O. Liljegren)
Armatori: Alessandra Angelini e Tomas De Vargas Machuca
Eventi: Voiles de Saint Tropez (Costa Azzurra)
L’abbiamo vista filare a 13 nodi con 25 nodi di vento quest’anno a Le Voiles de Saint Tropez 2021 a settembre e ce ne siamo innamorati. Quando poi abbiamo scoperto la sua storia è stato naturale inserirla nella Top Five delle barche “uniche” del 2021. 1910. Marga nasce in Svezia su ordine della regina Vittoria di Baden per partecipare alle Olimpiadi del 1912 a Stoccolma. Si classifica quarta ma stupisce tutti per le linee rivoluzionarie, con una poppa larghissima per quei tempi, ideate da C.O. Liljegren, un progettista scandinavo con oltre duecento scafi all’attivo.
2014. Alessandra Angelini, 38 anni, ingegnere aerospaziale con una passione esplosiva per la vela che pratica con il Nacra 17, una delle derive più acrobatiche e difficili, incontra Marga abbandonato a secco nel cantiere Tecnomar di Fiumicino.
Non sa che barca è, ma se ne innamora. Dopo una lunga investigazione, scopre che è Marga, e fa parte della classe 10 Metri Stazza Internazionale che ha partecipato alle Olimpiadi del 1912 e 1920, ne sono state costruite solo 20. Con il fratello Igino e l’amico di Tomas De Vargas Machuca, collezionista di auto d’apoca, decidono di restaurarla riportandola allo stato originale sino all’ultimo rivetto dello scafo in mogano. Unica concessione, viene installato un motore entrobordo.
Una rivista svedese del tempo la descrive come uno scafo robusto con forme aggressive, perfino un po’ brutali, ma con la velatura più bella che mai abbia avuto un’imbarcazione svedese. Proprio vero. Per noi è regina delle barche d’epoca 2021.
Eugenio Ruocco e Luca Oriani
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