Laurie Davidson, il progettista che rese grande Team New Zealand
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Se c’è un uomo che ha contribuito a rendere grande la storia di Team New Zealand in Coppa America, quell’uomo è Lawrence Karl Davidson, meglio conosciuto come Laurie Davidson. Lo yacht designer neozelandese, recentemente scomparso all’età di 95 anni, ha segnato profondamente la storia della Coppa nelle edizioni a cavallo tra gli anno ’90 e il 2000, senza dimenticare il suo contributo e i tanti progetti vincenti anche fuori dall’America’s Cup. La sua rampa di lancio negli anni ’70 fu infatti il mondo degli Half Ton, che Davidson disegnò in diversi progetti di successo, come Waverider che vinse la Half Ton Cup nel 1978.
IL SALTO IN COPPA AMERICA
Il salto in Coppa avvenne a metà degli anni ’80, quando Davidson entra a fare parte della prima sfida neozelandese, guidata da Michael Fay. Lavora a fianco di Ron Holland, Bruce Farr e Russell Bowler, e tirano fuori dal cilindro la prima barca in vetroresina della storia della Coppa, la famosa KZ7 Kiwi Magic (foto sopra), nota anche come “Plastic Fantastic”. In realtà non fu la KZ7 la prima barca in vetroresina che quella sfida produsse, ma fu la prima a competere per la Coppa, suscitando fra l’altro polemiche fra gli altri sfidanti. Kiwi Magic arrivò fino in finale di Louis Vuitton Cup nell’edizione di Fremantle del 1987, perdendo contro gli americani di Stars&Stripes. Davidson però era definitivamente entrato nella storia del trofeo velico più antico che ci sia.
L’ERA DI BLACK MAGIC
Nel frattempo nasce Team New Zealand, la cui prima apparizione fu alla Coppa di San Diego del 1992. Davidson fa parte del team ma non ha compiti progettuali bensì deve occuparsi di studiare gli sfidanti. I kiwi si fermano ancora in finale nella selezione sfidanti, questa volta contro il Moro di Venezia. Sarà Peter Blake a richiamare Davidson nell’area design e affidargli il progetto di “Black Magic”, la barca che consacrò definitivamente i kiwi.
Nella Coppa del 1995, ancora a San Diego, praticamente non c’è storia: Russel Coutts, con Brad Butterworth alla tattica, perde due sole regate in tutta la Coppa, strapazzando 5-0 in finale le stelle americane di Dennis Conner e dimostrando di avere una barca estremamente veloce e con alcune soluzioni progettuali all’avanguardia. Inizia così una nuova era per l’America’s Cup. E sarà ancora Davidson a disegnare nel 2000 la nuova Black Magic che difende la Coppa ancora con un 5-0, questa volta contro Luna Rossa. Una barca quasi “mistica”, dalle forme molto particolari e con un ginocchio accentuato sotto la prua che la rendeva quasi brutta.
Laurie Davidson continuerà la sua esperienza in Coppa anche con altri team, per essere inserito nella Hall of Fame dell’America’s Cup dal 2007.
Mauro Giuffrè
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